Busto Arsizio - 27 febbraio 2022, 09:50

«L'invasione dell'Ucraina risveglia in noi ogni forma di responsabilità. Bustocchi, preghiamo e aiutiamo»

Monsignor Severino Pagani spiega l'origine del mercoledì di preghiera e digiuno. E aggiunge: «Ci sentiamo vicini a tutte le persone di origine ucraina che vivono e lavorano nella nostra città a contatto con le nostre famiglie e con i nostri anziani»

Monsignor Severino Pagani

Monsignor Severino Pagani

«L'evento tragico della invasione dell'Ucraina scuote da vicino la nostra coscienza e risveglia in noi ogni forma di responsabilità, che in comunione con papa Francesco vogliamo portare davanti a Dio nella preghiera e nella forma simbolica e spirituale del digiuno». Nel suo messaggio, monsignor Severino Pagani parte da questa premessa e da questa convinzione. Sottolineando ancora: «Per questo, la comunità cristiana di Busto Arsizio in comunione con tutte le parrocchie della città, le associazioni e i movimenti di ispirazione cristiana invita i credenti e tutti gli uomini e le donne di buona volontà a partecipare alla messa nelle rispettive chiese, mercoledì 2 marzo alle ore 20».

Un richiamo importante, in un momento drammatico. La consapevolezza che tutto ciò ci tocca, profondamente, e da più punti di vista. Così nelle chiese di Busto si pregherà per l'Ucraina e si destinerà l'equivalente del digiuno alle necessità della popolazione nel Paese e in quelli confinanti.

«Questo evento scuote la nostra coscienza religiosa, perché il vangelo proclama la pace come la grande beatitudine per l'uomo e la riconosce sempre come la prima condizione di ogni grazia - spiega il prevosto - Grazie e pace è l'augurio e la preghiera dei cristiani. Questo evento scuote la nostra coscienza civile perché ci costringe a guardare  alle cause profonde di ogni guerra, e proclama la necessità di promuovere la libertà e la giustizia nelle condizioni economiche della vita dei popoli, togliendo la grande sproporzione tar ricchi e poveri e i vergognosi interessi di parte». 

E ancora: «Questo evento scuote la nostra coscienza politica perché ci fa ribadire la necessità di escludere nella maniera più assoluta che la guerra sia considerata ancora oggi come strumento per cambiare l'assetto geopolitico del mondo, provocando dolore, disperazione e morte...».

Lo sguardo si posa sull'Ucraina e sul nostro territorio, su quanto siano connessi e debbano esserlo a maggior ragione ora: «In particolare ci sentiamo vicini a tutte le persone di origine ucraina che vivono e lavorano nella nostra città  a contatto con le nostre famiglie e con i nostri anziani. Preghiamo per loro e per i loro parenti rimasti in patria. Partecipiamo alla loro paura e alla loro angoscia. Possano sentire la nostra vicinanza e il nostro aiuto».

Ma. Lu.

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