Busto Arsizio - 31 dicembre 2021, 11:54

Un anno con La Valle di Ezechiele: ecco il calendario «100 per cento made in carcere»

Il progetto si è strutturato come un corso di fotografia con lezioni tenute nella casa circondariale di Busto da Hermes Mereghetti. Gli scatti sono stati pensati e realizzati dai detenuti. «Chi prende in mano uno dei nostri calendari tocca qualcosa che sa di rinascita», dice don David Maria Riboldi, tra i promotori della cooperativa sociale

Un anno con La Valle di Ezechiele: ecco il calendario «100 per cento made in carcere»

Un anno – quello nuovo – con “La Valle di Ezechiele”. La giovane cooperativa sociale che si occupa del reinserimento lavorativo dei detenuti del carcere di Busto Arsizio ha realizzato uno speciale calendario artistico.

Nato grazie alla disponibilità della direzione della casa circondariale di Busto, il progetto si è strutturato non come un'incursione dentro le mura di un bravo fotografo, ma come un corso di fotografia, in dieci lezioni di due ore ciascuna. Il frutto del corso è proprio il calendario. Docente è stato il giovane fotografo Hermes Mereghetti, figlio d'arte, che l'anno scorso accompagnò suo padre in un reportage su incarico del Ministero della Giustizia sul Covid a San Vittore (pubblicato su Repubblica).

L'area Trattamentale del penitenziario ha individuato nella sezione del Trattamento Avanzato il luogo ideale dove fare la proposta e si è rivelato un terreno fertile: c'erano 15 posti, si sono iscritti in 19, di nove etnie diverse. «Una bella sfida, in partenza. Una grande gioia, alla fine», sottolinea don David Maria Riboldi, cappellano del carcere di Busto, tra i promotori della cooperativa.

Le foto non sono state scattate da Hermes Mereghetti, ma sono state pensate e realizzate dagli iscritti al corso. «Per questo – afferma don David – siamo orgogliosi, come "La Valle di Ezechiele", di presentare l'unico calendario fotografico 100% made in carcere: dall'ideazione alla stampa, affidata alla cooperativa zerografica, nel carcere di Bollate. Chi prende in mano uno dei nostri calendari tocca qualcosa che sa di rinascita. Non tanto per quanto ritratto, descrittivo della vita quotidiana in carcere, quanto per chi e come è stato realizzato». 

«Stupore è nato dal gruppo – prosegue il sacerdote – dall'amalgama di persone che ordinariamente si trovano spesso su fronti opposti, perché appartenenti a ceppi etnici diversi. Si è creato un algoritmo di piacevolezza dello stare insieme, davvero inatteso. Il mercoledì, giorno del corso, era un giorno diverso dagli altri, sul calendario. Molto ha fatto Hermes, la cui eccellenza nelle relazioni ha fatto sì che La Valle di Ezechiele lo assumesse al capannone di Fagnano quale responsabile».

Redazione

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