- 21 novembre 2021, 07:00

Il bosco tra le varie città: le prospettive per il Parco Alto Milanese

Un’occasione di confronto e dibattito sul bosco, che trova la sua espressione nei parchi di interesse sovracomunale, luoghi da preservare e valorizzare, chiave significativa per le nuove sfide ambientali. Centrali nel progetto Forestami

Il bosco tra le varie città: le prospettive per il Parco Alto Milanese

Un’occasione di confronto e dibattito sul bosco, che trova la sua espressione nei parchi di interesse sovracomunale, luoghi da preservare e valorizzare, chiave significativa per le nuove sfide ambientali. Centrali nel progetto Forestami. Questa la cornice dell'evento di ieri sera, 19 novembre, in Cascinetta del Parco Alto Milanese, a Busto Arsizio. Evento moderato da Ivaldo Pahle di Demos Legnano con la partecipazione di diversi ospiti: Davide Turri, presidente del Pam, Raul Dal Santo parco dei Mulini, Paolo Zaffaroni e Andrea Veronese per il Parco del Roccolo, Marzio Marzorati per Federparchi e presidente Parco Nord, Riccardo Gini direttore Parco Nord e progetto Forestami, Daniela Gambino Politecnico di Milano, Daniele Zanzi agronomo, Oreste Magni Ecoistituto della Valle del Ticino.

Il dibattito è iniziato con l’intervento dell’assessore alla città futura del Comune di Legnano, Lorena Fedeli, che ha ribadito l’importanza del tema per l’amministrazione comunale che sta sostenendo il progetto Forestami, la creazione di nuovi parchi in città, l’adesione al progetto della piantumazione di 35 nuovi alberi grazie alla Fondazione Famiglia Legnanese. Occasioni per incrementare il verde per la città di Legnano, già impegnata nel sostengo al PAM e al Parco dei Mulini, il parco Ila, parco Ronchi. Occorre fare comprendere il valore dei parchi, che è un elemento centrale dell’azione comunale. Anche Roberto Ghidotti per la città di Busto Arstizio e l’assessore Claudio Caldiroli per Castellanza, hanno ribadito l’importanza del parco come luogo di aggregazione e l’importanza dei collegamenti per i cittadini.

II presidente Davide Turri nell’introduzione al dibattito, ha raccontato le caratteristiche del Pam che nasce come parco agricolo non urbano nel lontano 1987. Un consorzio che coinvolge i comuni di Castellanza, Busto e Rescaldina con circa 370 ettari. Un’area nata per preservare la natura e il territorio, con tante aree boscate e una grande quantità di specie come le robinie. A partire dal 2000 è iniziata un’operazione di risanamento delle piante. Tra gli obiettivi sfidanti per il Parco c’è lo sviluppo dell’area creativa, definita il mare verde del Pam: all’interno della stessa ci sono il bar, giochi e la Baitina. Il parco sta cambiando nel corso del tempo, e negli ultimi due anni una fruizione crescente.

«Non solo i ragazzi, ma anche le scuole e i centri estivi hanno cercato il parco: sono venuti a fare arte, musica e teatro. Sono diventate aule nel bosco con le diverse iniziative. Con il supporto delle associazioni stiamo facendo diverse azioni, sull’educazione al rispetto del parco, per conciliare la natura e la funzione creativa. Nel frattempo – ha proseguito Turri - stiamo cercando di risolvere le problematiche che ci vengono segnalate con la tecnologia (es. Qr Code) studiando anche le modalità per collocare telecamere di controllo».

Infine Turri, ha concluso, ribadendo come sia importante, «riuscire ad intercettare i bandi e le iniziative regionali per migliorare l’ecosistema del parco. I cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova, occorre resistere. I movimenti della fauna ci stanno dando segnali importanti. Dobbiamo valorizzare la biodiversità».

Riccardo Gini, direttore del Parco Nord, ha posto l’accento sulla centralità dei parchi. In Lombardia ce ne sono più 100, più della Toscana. «Bisogna sostenerli - ha detto - attraverso il ciclo integrato del verde: la gente ora si muove alla ricerca del verde, non solo per i servizi. Occorre sviluppare i Plis con l’aiuto degli amministratori locali, che sono fondamentali nella progettualità coinvolgendo i cittadini».

Daniela Gambino, del Politecnico di Milano, ha raccontato il corposo progetto “Forestami”, avviato dalla Città Metropolitana di concerto con diversi soggetti tra i quali il Comune di Milano. Il focus è piantumare 3 milioni di alberi per un nuovo cambiamento, non solo ambientale ma soprattutto culturale che crei nuovi spazi urbani. Sono stati coinvolti, attualmente, 45 comuni ed è fondamentale la collaborazione tra pubblico e privato. Ogni miglioramento ha impatto anche sulle relazioni sociali.

Daniele Zanzi, agronomo, negli interventi finali, ha sottolineato con passione come sia fondamentale piantare nuovi alberi, ma altrettanto importante preservali, visto che la vita media di un albero in città è di 8 anni, citando una frase “una città senza alberi è morta” (Alex Shigo).

Raffaele Specchia

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