Vi riproponiamo le foto di Ezio Macchi con tutti i volti della serata in cui la Lega si è ritrovata al Teatro Santuccio insieme al candidato sindaco Matteo Bianchi, al presidente regionale Attilio Fontana, ai consiglieri Francesca Brianza ed Emanuele Monti e a qualche alleato della coalizione per fare il punto dei finanziamenti arrivati in città dalla Regione (leggi QUI).
E' stata però anche la serata del discorso con cui Matteo Bianchi ha toccato le corde della sua squadra, parlando in modo a tratti molto personale («Giorgetti mi è venuto a suonare al citofono e mi ha detto: "Adesso tocca a te"»), non senza tradire emozione e anche qualche timore.
«Stare a contatto con il territorio e fare il sindaco - ha detto Bianchi - ti fa crescere come uomo. Nonostante le mie esperienze uniche (da Roma all'Europa), che non mi sarei mai immaginato da ragazzino di poter fare, sono una persona normale. Una persona che ha bisogno il sostegno di tutti voi, che a volte è anche spaventato davanti alle sfide che lo attendono e vi chiede costantemente supporto per poter arrivare con il sorriso al 4 ottobre, dopo lo spoglio delle urne, per poter dire "Abbiamo vinto insieme per tornare a fare grande Varese" ed elevarla a quella sua bellezza che oggi è mortificata».
«Sono un deputato della Repubblica che ha avuto l'opportunità di fare grandi esperienze - ha proseguito il candidato del centrodestra - mi sono però sempre definito, cercando di non sbandierare il mio curriculum e rimanendo con i piedi per i terra, un amministratore locale prestato alla politica nazionale. E so quanto è entusiasmante fare l'amministratore locale: l'esperienza parlamentare, stimolante, ti fa stare a contatto con la politica che conta, ma allontana dal territorio».
Bianchi ha parlato di valori forti «che muovono l'entusiasmo di una coalizione: non si governa Varese con un'idea del mondo che non è la stessa, altrimenti si litiga, si perdono pezzi per strada e non si guarda al bene comune della città», di coalizione coesa sugli ideali comuni - «da Fratelli d'Italia alla Lega, da Forza Italia, Noi con l'Italia, Popolo della famiglia alle liste di Varese Ideale e Varese Città Giardino per una grande Varese» -, dei suoi programmi per Varese e dell'idea di «aprire Palazzo Estense ai varesini e ai turisti, senza sminuirlo lasciando che sia solo il centro dell'attività burocratica cittadina».
A inizio serata il candidato sindaco era partito citando Maroni, Fontana e Giorgetti per «togliersi un sassolino dalla scarpa». «Questi tre varesini mi hanno dato molto dal punto di vista politico e mi hanno coinvolto in tantissime sfide, facendomi crescere - le parole di Bianchi - Non guardo quello che fanno i competitor ma non tollero che queste tre persone patrimonio della Lega e del centrodestra varesino vengano utilizzate strumentalmente sul palco del centrosinistra per fini esclusivamente propagandistici ed elettorali».
«Sconfiggere un sindaco uscente è sempre complicato - ha detto ancora Bianchi - stiamo combattendo una battaglia anche impari dal punto di vista economico e da come viene interpretato in modo strumentale il ruolo istituzionale da parte del sindaco uscente. Dovrebbe curarsi un po' di più del rispetto che deve avere un primo cittadino quando si palesa come rappresentante delle istituzioni e non come candidato sindaco».
Il discorso di Bianchi al Santuccio.