«È un sogno che si avvera, ed è qualcosa che mi inorgoglisce come italiana, perché è una dimostrazione che la Fispes (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) non ha alcun pregiudizio verso di me». È iniziato così l’intervento di Valentina Petrillo, prima atleta paralimpica transgender in Italia, al classico appuntamento domenicale con le Cuffie Colorate. Ma non è stata solo lei a regalare emozioni ai ragazzi, che hanno ricevuto anche un videomessaggio da Umberto Pelizzari.
Valentina, ipovedente, qualificata agli Europei 2021 nei 400 metri, ha avverato il suo sogno: gareggiare nella categoria femminile. Per lei «non è solo un aspetto sportivo, ma anche culturale. È stato fatto un salto che in Italia mancava». Valentina gareggerà con le donne nonostante abbia ancora i documenti maschili a causa delle procedure burocratiche italiane. Ha anche parlato delle varie differenze che ci sono, partendo dall’alimentazione, tra le gare maschili e quelle femminili e di cambiamenti che ha dovuto fare tra allenamenti e recuperi. Per poi spiegare tutte le difficoltà che ha riscontrato passando da una preparazione all’altra.
Poi, una domanda di Emanuele Donghi su un tema delicato, certamente sentito da molti: «Hai paura che qualche sostanza contenuta nell’ormone ti possa far innalzare o abbassare quelli che sono i livelli classificati dall’antidoping pericolosi? Sei monitorata?». Così l’alteta: «L’unico livello che devo davvero tenere sotto controllo è quello del testosterone, perché superato un certo limite dovrei gareggiare con gli uomini. Quindi io sono strettamente monitorata».
Dopo Valentina, è arrivato il tanto atteso videomessaggio di Umberto Pelizzari: «Amici delle Cuffie Colorate, ciao a tutti! Sono Umberto Pellizzari, sono anche io di Busto Arsizio, ma in questo momento sono a Y40, la piscina più profonda al mondo, vicino a Padova, più precisamente a Montegrotto Terme. Vi mando questo messaggio di affetto, di amicizia e anche di incoraggiamento. Non è un periodo facile per nessuno, sento che tutti abbiamo voglia di ritornare alla libertà. Tenete duro. Se passerò da Busto vi verrò a trovare. Un abbraccio forte a tutti e forza!»