Busto Arsizio - 13 aprile 2021, 21:10

Famiglia senza casa torna a dormire in auto. Il Comune cerca una soluzione

Padre e madre di 60 e 55 anni, con i figli di 33 e 34, trascorreranno nuovamente la notte nel parcheggio di un supermercato. Presto potrebbe aggiungersi anche la figlia 26enne. La famiglia non intende spostarsi nel rifugio per i senzatetto. Il Comune lavora a una soluzione

Famiglia senza casa torna a dormire in auto. Il Comune cerca una soluzione

Senza un tetto sopra la testa, di nuovo. Padre e madre di 60 e 55 anni, con i figli di 33 e 34, trascorreranno la notte in auto. Una situazione molto delicata quella di questa famiglia di Busto Arsizio che, a cavallo tra il 2019 e il 2020, aveva già passato circa quattro mesi vivendo in due auto nel parcheggio di un supermercato, in quel caso insieme anche alla figlia ventiseienne (che attualmente ha trovato una sistemazione provvisoria) e al cane, che nel frattempo è morto.
Una vicenda nota ai Servizi sociali, impegnati a trovare una soluzione.

I problemi sono iniziati nel novembre del 2019, quando – dopo aver accumulato dei debiti – la famiglia è stata sfrattata da un alloggio Aler.
Dopo alcuni mesi senza un tetto, un conoscente ha trovato loro una soluzione abitativa. La casa dove hanno trascorso gli ultimi mesi, però, dovrà essere messa all’asta, e oggi la famiglia ha dovuto abbandonarla, facendo ritorno nel parcheggio del supermercato, dove trascorrerà la notte.

La situazione è complicata poiché, a causa della morosità con Aler, non c’è la possibilità di partecipare al bando per ottenere una casa popolare.
Attualmente solo il figlio maggiore lavora, mentre il padre ha terminato di percepire l’indennità di disoccupazione.

Il Comune ha proposto come soluzione temporanea il rifugio dei senzatetto della stazione, che attualmente ha posti a disposizione sia per gli uomini che per le donne. La famiglia, però, non ha accettato questa soluzione-tampone.

Il loro appello, oltre che al Comune, è rivolto agli imprenditori del territorio. I figli disoccupati sono pronti a svolgere qualsiasi impiego e anche il padre (con una lunga esperienza in fonderia) tornerebbe a lavorare.

Con un reddito in più, sarebbe possibile cercare un appartamento sul mercato privato. «Aiutateci – dicono – non possiamo più vivere in macchina, in mezzo ai nostri vestiti e alle nostre cose».

«Seguiamo da tempo, con le assistenti sociali dell’area adulti, questa situazione, che per un certo periodo sembrava essersi sistemata– osserva l’assessore all’Inclusione sociale Osvaldo Attolini –. Il rifugio può essere una soluzione temporanea in attesa di trovarne una più dignitosa. Vedremo se sarà possibile ricorrere ai servizi abitativi transitori, che risolverebbero il problema almeno per un anno, cercando nel contempo di avviare i figli verso l’inserimento lavorativo».

R.C.

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