Sabato mattina l’assemblea dei soci di Accam ha approvato una delibera volta al risanamento della società.
Prima della riunione, c’era il timore che Legnano votasse contro il testo al centro della seduta di martedì. È stato però presentato un nuovo documento, illustrato da San Giorgio su Legnano (tra l’altro uno dei Comuni soci di Amga), approvato dal 70 per cento dei partecipanti al voto. Oltre a Busto, anche Gallarate ha votato a favore, mentre, alla fine, Legnano ha scelto di astenersi.
La delibera non si discosta dall’atto di indirizzo approvato giovedì dal Consiglio comunale di Busto (leggi qui) e si basa su un progetto di ristrutturazione che potrà coinvolgere le partecipate Amga e Agesp e, successivamente, altre realtà come Cap Holding. Partendo dal risanamento della società, si mira a sviluppare una gestione dei rifiuti ispirata ai principi dell’economia circolare.
Il piano di ristrutturazione dovrà essere sottoposto entro il 20 marzo a una nuova assemblea. È chiaro che, se non andasse in porto, si tornerebbe a parlare di fallimento.
Per ora questa prospettiva è stata scongiurata (in caso di voto contrario al termine dell’assemblea odierna, di fatto sarebbe partita la procedura di messa in liquidazione e fallimento della società).
Ma l’astensione del sindaco di Legnano Lorenzo Radice lascia la situazione in bilico: i prossimi passaggi saranno decisivi, ed è evidente che senza Amga (di cui la città del Carroccio è socio di maggioranza), il progetto della Newco su cui si basa il rilancio di Accam non potrà decollare.
«Sono contento che il primo passo per il piano di salvataggio sia passato – dichiara al termine dell’assemblea il sindaco di Busto Emanuele Antonelli. Noi abbiamo votato esattamente come ci ha indicato il nostro Consiglio comunale. Monitorerò di giorno in giorno la situazione perché, come ho promesso alla mia maggioranza, riferirò ogni volta in caso di novità».
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