«Sono felice. Anzi, sono superfelice».
La motivazione, nello sport, è tutto. E quella che spingerà Fulvio Rinaldi è fortissima: il desiderio di mettersi alla prova, di conquistare una vetta. Il gusto della sfida.
RUNNING ON KILIMANJARO
Progettista di impianti elettrici e tecnologici alla Cova Group, 42 anni, cittadino di Bisuschio, Fulvio Rinaldi è anche e soprattutto un runner. Corre, da 14 anni a questa parte, per il piacere di superare i suoi limiti, per alzare sempre un pochino l’asticella: nel suo “curriculum”, giusto per citare l’ultima impresa, c’è il campo base dell’Everest, 5300 metri d’altezza, raggiunti ovviamente di corsa.
Oggi però non è il giorno di guardare a ciò che è stato fatto, bensì a ciò che è il momento di fare: da domattina Fulvio inizierà la sua corsa verso la vetta del Kilimanjaro.
La raggiungerà in cinque tappe a salire, da 1000 metri di dislivello l’una, in compagnia di un gruppo di amanti della montagna che in contemporanea si dedicherà al trekking, riunendosi man mano lungo il cammino. L’obiettivo sono i 5895 metri della cima del vulcano africano, dove Fulvio festeggerà il record personale di altezza issando le bandiere dei “Runner Varese” e del “Gruppo Paracadutisti di Varese”.
DALLE PRIME CORSE TRA LE VALLATE DI CASA...
«Lavoro in azienda da 26 anni, quando ancora si chiamava Cova Impianti Elettrici. Ho cominciato da ragazzino come apprendista elettricista, poi sono diventato un tecnico specializzato, ora progettista di impianti elettrici e tecnologici. La mia passione per la corsa è nata proprio nel passaggio dal cantiere all’ufficio, 14 anni fa».
La molla che fa scattare Fulvio non è un semplice desiderio di stare in forma, ma un vero e proprio bisogno: «Ho avuto problemi di stress: prima lo scaricavo in cantiere, poi una volta in ufficio lo accumulavo senza riuscire a sfogarlo. Un giorno ho avuto una fibrillazione atriale: il mio cuore era fuori ritmo, faceva la “tripletta”, e soprattutto andava a 160 battiti al minuto a riposo. La corsa, quindi, mi ha innanzitutto permesso di stare bene».
Stare bene e correre tanto. Fulvio ha iniziato con le corse su asfalto del Piede d’Oro, poi con il fuoristrada. A quel punto ha deciso «di correre nelle mia vallate, quelle delle Valceresio: il Monte Orsa, il Poncione, il Monarco, il San Bernardo. Poi il Monte Generoso, che ho scalato in ogni modo possibile».
...ALLE IMPRESE SULLE VETTE (E AGLI EVENTI) MONDIALI
Il gusto per la sfida ha fatto il resto. «Mi sono allenato ovunque, anche per questa impresa. Sul San Bernardino, a 3000 metri d’altezza. Sul Cervino, sia d’estate che d’inverno. Nel 2018 ho portato a termine una corsa a tappe dura e meravigliosa: ho raggiunto il campo base dell’Everest, 5300 metri d’altezza. L’estate scorsa invece sono stato in Sud Africa per un Safari ma non ho resistito: ho indossato le mie scarpette e ho corso su quelle splendide montagne».
Il sudore, la fatica, la grinta. Il desiderio di raggiungere il traguardo: «Insieme all’associazione paracadutisti sono stato due volte in rappresentanza dell'Italia alla Nijmegen, in Olanda, dove si radunano tutti gli eserciti del mondo per una competizione davvero tosta: 4 giorni di marcia, 40 chilometri al giorno con 10 chili sulle spalle; ovviamente in mimetica, scarponi e attrezzatura. L’ho fatta due anni fa e nel luglio scorso, raggiungendo in entrambi i casi la fine».
SEGUITE L’IMPRESA INSIEME A NOI
Di seguito nella galleria fotografica potete gustarvi alcuni dei magici scatti che Fulvio ha raccolto, corsa dopo corsa, impresa dopo impresa.
E nei prossimi giorni ne pubblicheremo ancora, direttamente dal Kilimanjaro, sia noi che i Runner Varese sulla loro pagina Facebook ufficiale: il corridore varesino infatti ci terrà aggiornati, portando così anche VareseNoi e tutti i suoi lettori alla conquista della vetta del Kilimanjaro.
Un ultima battuta prima dell'inizio dell'impresa? Questa: «Amo le montagne, hanno un fascino unico. E amo arrivare: finché non ce la faccio, non mollo. Conquistare la cima è un piacere, un desiderio, una voglia. Una sensazione speciale. Il gusto della sfida. Finalmente: si parte».
In bocca al lupo, Fulvio!