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Territorio | 11 aprile 2025, 12:14

Nuove e "salate" tariffe di Coinger: scoppia la protesta di cittadini, commercianti e imprese

Il nuovo sistema di calcolo introdotto dalla società ha generato rincari e preoccupazioni tra i cittadini e le aziende dei Comuni serviti dal consorzio così come anche la questione dei bidoni. I chiarimenti di Coinger: «I conteggi sono giornalieri e proporzionati al periodo di fatturazione, considerando i litri dei contenitori assegnati e i conferimenti minimi previsti». Sabato la raccolta firme organizzata dai consiglieri comunali del Gruppo Intercomunale dei Cittadini: «E' necessario un intervento correttivo radicale, che semplifichi ed abbatta i costi aumentati di ben oltre il 100% in 6 anni». Protestano anche i commercianti di Azzate che hanno inviato una petizione in Comune

(foto d'archivio)

(foto d'archivio)

Il rincaro della tassa rifiuti nei Comuni serviti da Coinger con l’introduzione di un nuovo sistema di calcolo delle tariffe sta generando proteste e polemiche che si sono riversate sui social da parte di cittadini e imprese che stanno esprimendo tutte le loro perplessità. 

L’aumento della tassa è stato giustificato come un passo necessario per coprire i crescenti costi di gestione del servizio, migliorare la raccolta differenziata e investire in tecnologie più sostenibili. Tuttavia, per molti cittadini e imprese del territorio si è trattato di un aggravio economico difficile da sostenere, soprattutto in un contesto generale di rincari e instabilità.

Le piattaforme social si sono rapidamente riempite di commenti e critiche sull’argomento. Molti dubbi sorgono anche sulla qualità del servizio offerto, che secondo diversi utenti non giustificherebbe l’aumento e sulle modalità di conteggio della tariffa.

«Stiamo pagando di più per avere lo stesso servizio, e in alcuni casi anche peggiore» scrive un utente su Facebook, riassumendo il pensiero di molti. Un altro scrive: «Uno dei problemi è la totale mancanza di trasparenza. Non esiste giustificazione». E poi ancora tanti altri dubbi e perplessità: «Nel 2024 ho pagato una Tari di 88 euro, quest'anno ne pago 85 solo per 8 mesi. Il resto? Perché se il periodo in questione scade il 31 agosto 2025 dobbiamo anticipare il pagamento a metà aprile? Gli importi addebitati chi li ha decisi? Sulle basi di quali dati?» e tanti altri ancora.

Per rispondere alle numerose domande ricevute, Coinger ha pubblicato sulla propria pagina Facebook alcune spiegazioni sui motivi del pagamento del bidone, sui cambiamenti rispetto al sistema precedente e su  come vengono effettuati i calcoli in fattura. La società, riguardo questi tre punti, precisa che «non si paga il contenitore in sé, che è fornito in comodato d’uso gratuito. La tariffa include una quota fissa calcolata in base alla volumetria del bidone: più è grande, più si presume che vengano prodotti rifiuti. E il post continua - Non si usano più i metri quadrati dell’abitazione o il numero di occupanti per calcolare la tariffa. Ora il calcolo si basa esclusivamente sulla tipologia e sui litri dei bidoni in uso». Per quanto riguarda i calcoli in fattura invece «i conteggi sono giornalieri e proporzionati al periodo di fatturazione, considerando i litri dei contenitori assegnati e i conferimenti minimi previsti».

Il “Gruppo Intercomunale per i Cittadini” formato dai consiglieri comunali di Bodio Lomnago, Besnate, Casale Litta, Castiglione Olona, Jerago con Orago, Oggiona con Santo Stefano, Sumirago ha emesso il seguente comunicato:

Gli Amministratori di COINGER hanno raccontato per anni che con il passaggio dalla TARI (Tassa Rifiuti) alla TARIP (Tariffa Puntuale di Bacino) avremmo pagato in modo più equo il servizio di raccolta rifiuti, in funzione della quantità prodotta da ciascuno. Il 30 gennaio scorso questa promessa è stata disattesa dal voto con cui 17 Sindaci, su un totale di 22 Comuni soci di COINGER, hanno approvato la TARIP 2025 nella recente Assemblea dei Soci COINGER. Nonostante il maggior inquinamento nei boschi e il livello molto basso di soddisfazione dei cittadini, la maggioranza dei Sindaci soci ha finora votato a favore tutte le proposte dell’Amministratore Unico, incurante delle ricadute su cittadini ed aziende. Il sistema di tariffazione complicato e poco trasparente scoraggia e disincentiva i cittadini e, come risultato, nei nostri boschi e lungo le strade i rifiuti dispersi nell’ambiente crescono sempre più. Non si voleva tutelare l’ambiente?

Le attività produttive come bar, ristoranti e pizzerie presenti sul nostro territorio sono state penalizzate, con aumenti della tariffa rifiuti 2025 fino al 300% in più di quanto pagato nel 2024. È evidente come si sia persa ogni ragionevolezza, creando evidenti danni economici alle attività stesse. Stesso trattamento è stato riservato ad alcune Scuole Materne, a cui COINGER ha pure chiesto di pagare retroattivamente le annualità della TARI non versate, a motivo di accordi pregressi con i rispettivi Comuni. Tutte questi aggravi vanno a penalizzare servizi educativi no-profit fondamentali per le nostre comunità.

Negli ultimi mesi è stato più volte decantato che “chi meno produce rifiuti, meno paga”. Oggi ci ritroviamo con una TARIP la cui parte variabile, quella realmente influenzata dalla quantità di rifiuti prodotta dal singolo cittadino/utente, pesa meno del 15% della tariffa complessiva. Si arriva al paradosso che, non esponendo mai alcun rifiuto e non usufruendo quindi del servizio, si paga comunque almeno l’85% come quota fissa. Esattamente come quando era una tassa che entrava direttamente nelle casse dei Comuni. La differenza sostanziale oggi è che i Comuni da padroni sono diventati clienti e devono anch’essi pagare a COINGER! Oggi i costi dei rifiuti prodotti da palestre, scuole, uffici comunali, sono direttamente coperti dalle casse comunali con un aggravio di spesa.

Era così necessario rafforzare la “società in-house” COINGER, fino a farla diventare un carrozzone che si limita ad appaltare il servizio raccolta rifiuti ad un fornitore privato? Non sarebbe stato meglio pensare ad una convenzione diretta tra Comuni per appaltare il servizio direttamente ad un fornitore specializzato, saltando l’intermediazione di COINGER che costa oltre 2 milioni di EUR all’anno? Perché l’interesse di pochi ha di nuovo prevalso sull’interesse diffuso dei 90.000 residenti?

Sabato 12 aprile scenderemo in piazza nei nostri Comuni per raccogliere le opinioni dei cittadini e le loro firme per una petizione che testimoni quanto sia sentita l’esigenza di un intervento correttivo radicale, che semplifichi ed abbatta i costi aumentati di ben oltre il 100% in 6 anni.

Come ammesso dalla stessa COINGER “i dati indicano che a pagare di più rispetto al precedente sistema saranno le mono-utenze, ovvero chi vive da solo in una casa di pochi metri quadrati”.

A noi Consiglieri Comunali membri del GIC risulta evidente che con questa scelta i Sindaci, anche quelli di aree politiche storicamente più attente al sociale, abbiano mancato di tutelare i cittadini più deboli, disattendendo l’Art 53 della Costituzione Italiana: “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è uniformato a criteri di progressività”. Con questo cambio d’abito, da TASSA TARI a TARIFFA CORRISPETTIVA, non sarà più possibile per i Comuni intervenire sulla modulazione della tariffa a favore delle fasce meno abbienti.

Se guardiamo ai Comuni al di fuori di COINGER, tutti quelli che hanno iniziato ad applicare la TARIP (Varese, Legnano, etc) continuano a far pagare anche in base al criterio dei “metri quadri a persona”, e monitorano solo la RUR, ovvero il sacco viola. Essere i primi e gli unici in Italia ad applicare il metodo di misurazione di tutte le frazioni ha portato a qualche vantaggio economico o ambientale? Non sembra proprio. COINGER esiste dal 1965 e già molto prima dell’introduzione della TARIP era riconosciuto come un consorzio virtuoso, o meglio “riciclone” con percentuali di raccolta differenziata tra le più alte in Italia. Che bisogno avevamo di stravolgere così tanto l’impostazione, a svantaggio dei cittadini, per incrementare solo del 5-10% in più la quota di rifiuti riciclabili?

La bollettazione della TARIP 2025 è partita senza che i Consigli Comunali abbiano approvato il PEF (Piano Economico Finanziario), le Tariffe unitarie e il Regolamento Tarip 1.12. Si scopre inoltre che COINGER ha sforato l’incremento annuale massimo previsto da ARERA (autorità competente in materia). Il risultato di tutto questo è l’avvio di una TARIP di bacino frammentata che in realtà, per molti anni non sarà affatto uniforme tra i Comuni soci.

In conclusione, chiediamo ai Sindaci COINGER di prendere atto che questo sistema non funziona, e di intervenire prontamente per porvi rimedio. Continueremo a fare sentire la nostra voce per un Servizio a favore e in difesa dei nostri concittadini.

GIC – Gruppo Intercomunale per i Cittadini

Salvatore Marino, Andrea Panfili, Davide Biganzoli, Mara Tamantini, Enzo Lazzetera, Pasquale Ubaldo Carozzo, Riccardo Cattaneo, Milena Rizzo, Luca Marzoli, Katia Cenci, Nadia Dal Secco, Pasquale D’Alessio.

Protestano anche i commercianti di Azzate che hanno raccolto una petizione firmata da oltre 50 utenze non domestiche che è stata inviata in Comune sul tema tariffe Coinger che proponiamo di seguito:

Esprimiamo lo stupore ed il profondo malcontento di tante utenze non domestiche che hanno ricevuto negli scorsi giorni il primo acconto della nuova tariffa TARIP. Puntualità la grande assente. Ci sentiamo presi in giro dalla società Coinger e crediamo che per anni siano stati raccontati ai cittadini tanti begli slogan che ora si stanno rivelando per quello che veramente erano: bugie. 

Avete più e più volte dichiarato, sia in assemblee pubbliche con toni a dir poco autoritari sia in vari comunicati agli organi di stampa, che la TARIP avrebbe consentito agli utenti di pagare per ciò che producono: QUESTO NON E’ VERO. 

Avete dichiarato che il criterio di ripartizione per mq sarebbe stato abolito in favore di una tariffa rapportata all’effettiva produzione di rifiuti: QUESTO NON E’ VERO. 

Ancora oggi, sul vostro sito scrivete che “le aziende possono scegliere la dimensione dei bidoni in relazione alle necessità aziendali”: QUESTO NON E’ VERO.

Le utenze non domestiche si trovano assegnate d’ufficio delle dotazioni minime in termini di bidoni, dotazioni minime che la gran parte delle volte non rispecchiano assolutamente le necessità delle aziende stesse e non sono proporzionali all’effettiva produzione di rifiuti prodotti. La tabella della dotazioni minime (inesistente sino a pochi mesi fa) si basa su categorie merceologiche e sui mq, quei mq che avete detto non sarebbero più stati un criterio di ripartizione dei costi. La Puntualita’ nella registrazione dei rifiuti prodotti, cuore pulsante e costoso del vostro progetto innovativo che noi stiamo profumatamente pagando, doveva portare alla fatturazione precisa dei soli rifiuti effettivamente conferiti. 

Ricordiamo tutti quando suggerivate caldamente di esporre i bidoni solo quando completamente colmi, per ottimizzare la spesa. Ma oggi invece i bidoni li paghiamo comunque, vuoti o pieni che siano, esposti o non esposti che siano. Infatti il totale che richiedete in fattura, per vostra stessa ammissione in uno degli ultimi post social della pagina Facebook di Coinger, si basa su una “presunzione” dei rifiuti prodotti. Questo perché voi non siete effettivamente in grado di registrare le reali esposizioni degli utenti, conseguentemente non potete fatturarle in maniera puntuale ma al contempo avete la necessità di coprire i costi di questo nuovo servizio puntuale solo sulla carta ma estremamente costoso nella realtà.

Le nostre bollette hanno subito aumenti vertiginosi che in molte situazioni sono al limite dell’insostenibile. Se la tariffa dipende dai litri dei bidoni in nostro possesso, dobbiamo avere perlomeno la libertà di scegliere quali e quanti litri di bidoni possedere. Ricordiamo ancora tutti la fase di distribuzione dei bidoni, l’invito a scaricare carrellati senza che ci fosse la minima indicazione sui costi, la mancanza di risposte concrete a qualsiasi domanda specifica sul funzionamento del servizio. 

Oggi, a chi può, a fattura emessa, viene consigliato di restituire i bidoni in eccedenza rispetto alla dotazione minima imposta e, fino a pochi giorni fa, sconosciuta. È normale doversi fare carico di un mezzo per procedere alla restituzione dei bidoni carrellati, quando la colpa di un mal funzionamento del sistema non è certo attribuibile a noi?

Chi sono i responsabili di tutta questa situazione? Chiediamo che la società Coinger, e con lei le amministrazioni dei comuni - unici proprietari della società - si prendano la responsabilità delle proprie scelte e che si rendano conto che la TARIP così organizzata non funziona. Quello che viene definito un progetto all’avanguardia in termini di gestione dei rifiuti, si è rivelato per molte utenze un pesantissimo dazio obbligato che si trovano costrette a pagare per colpa di discutibilissime scelte altrui. Aziende e negozi stanno attraversando un’epoca più che mai delicata e difficile, non troviamo accettabile che i nostri amministratori non si curino delle difficoltà che attraversiamo e sappiano solo mostrarsi sconfitti dagli eventi come se non avessero voce in capitolo sul salasso economico che ci viene inflitto. 

Chiediamo la cancellazione della dotazione minima per le utenze non domestiche, per avere la possibilità di scegliere i bidoni che realmente servono alle nostre attività e di pagarli secondo una registrazione puntuale al lordo dei costi fissi. Chiediamo più attenzione nelle scelte che effettuate per nostro conto, perché poi a pagare economicamente le conseguenze di ciò che decidete sono i cittadini. Non accettiamo di dover pagare di più, molto di più, per un servizio che non è in alcun modo migliorato ma anzi ci ha posto molti nuovi vincoli.

Ilaria Allegra Vanoli

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