È arrivato un po’ in sordina e in controtendenza, perché le botteghe di un tempo stanno chiudendo una dopo l’altra, ma Il Pinzimonio di via Como 5 a Varese, grazie alla qualità e alla bravura dei venditori, è diventato in fretta un riferimento per chi vuol servirsi di frutta e verdura freschissime e di qualità in pieno centro. Un negozio coloratissimo, dove alle specialità nostrane si aggiungono quelle esotiche, primizie ma anche conserve, salse, formaggi, pane e vino, come in una vecchia posteria dove trovavi di tutto un po’.
«L’idea è venuta a due fratelli gemelli calabresi, Claudio e Francesco Spanò, trentenni, che all’inizio erano arrivati al nord per lavorare come autisti di camion in Svizzera. Poi Francesco, che dei due è l’imprenditore, ha pensato di aprire un negozio a Malnate, in via Martiri Patrioti 46, continuando in qualche modo l’attività dei genitori, che in Calabria, dove possiedono agrumeti, erano venditori ambulanti di frutta e verdura nei diversi mercati», spiega Thomas Trombini, che gestisce il negozio di Varese, con la piena fiducia dei proprietari.
«Era il 2020, in pieno Covid, però le cose andavano molto bene e presto Il Pinzimonio di Malnate acquisì una solida clientela, tanto da spingere Francesco ad aprire a Varese, il 17 aprile 2024. Io, che ho studiato informatica, mi sono formato a Malnate poi sono venuto qui. Va detto che nella mia famiglia siamo tutti vegetariani e molto attenti alla cultura alimentare, vivo a Cantello dove abbiamo un po’ di terra e coltiviamo verdura stagionale».
La mente è Francesco Spanò, che quasi ogni mattina si reca al Mercato Ortofrutticolo di Milano dove si rifornisce da venditori selezionati con i quali ha rapporti di fiducia, e la qualità e la varietà di frutta e verdura ha fatto sì che anche Il Pinzimonio di Varese sia cresciuto in poco tempo.
«In negozio ho carta bianca, e coltivo da me la sezione dedicata ai vegetariani, con una scelta di prodotti come tofu, tempeh, seitan ed hemp-fu, poi di cereali integrali e legumi, conserve e aceti a base di frutta. Guido i clienti alla scelta e insegno loro le ricette per cucinare questa o quella specialità. Abbiamo anche prodotti locali a chilometro zero, come scamorze, mozzarelle, ricotte di capra e mucca che arrivano da Rancio Valcuvia, poi la mozzarella di bufala da Nocera inferiore, i taralli pugliesi e il Pane di Vera, da un forno che ha sede a Mercurago, nel lecchese, il cui mastro fornaio è calabrese», dice Thomas che ha la passione per il canto.
Il Pinzimonio, che in aprile aprirà un terzo negozio a Tradate, rifornisce anche molti ristoranti della zona come Limbosco, Basilico, Capirizza o Biffi, e mense aziendali, con verdura e frutta che arrivano da grosse aziende di Sicilia, Lazio, Puglia, Sardegna e Veneto, scelte dal proprietario al mercato di Milano.
«In negozio teniamo anche la frutta secca, tutta di produzione italiana tranne le noci brasiliane, Pecan e quelle di Macadamia, poi qualche selezione di vini a un prezzo interessante, conserve di grande qualità a marchio Morgan, aceti di frutta dalla Valle d’Aosta e paste particolari, come la Pasta d’Alba con farine bio e combinazioni insolite come sorgo e carota verde. Francesco Spanò ha poi fatto un investimento importante per acquistare un essiccatore a freddo, per disidratare verdura e frutta a 36 gradi, un processo lento che mantiene tutte le qualità organolettiche del prodotto, buono e sano e senza l’aggiunta di zucchero o altro».
La missione di Thomas è di educare il cliente a un giusto equilibrio alimentare, con consigli sulla scelta degli ortaggi e della frutta in base anche a eventuali carenze vitaminiche e di fornire adeguate ricette anche per i prodotti più particolari.
«Non è facile però schiodare i varesini dalle proprie abitudini e tra le verdure più richieste ci sono sempre zucchine, carote, pomodori e peperoni, mentre tra la frutta vanno clementine e arance in inverno, mele, pere e kiwi, pesche e albicocche in estate e adesso le fragole. Ho provato a proporre cose più esotiche e stravaganti, come le patate viola, il cavolo cinese o il dragon fruit sudamericano, ma con poco successo. Servono tempo e pazienza, come ci è voluto per sdoganare in passato mango, papaya e ananas».