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Basket | 03 aprile 2025, 15:55

Anticevich, il "croato" per caso diventato l'ultimo tassello anti-retrocessione per Varese

Il rinforzo australiano (ma con passaporto "europeo" decisivo per Varese) si è presentato a Masnago: «Contento di essere in un club con così tanta storia. La prima cosa che ho pensato quando è arrivata l'offerta è al palazzetto che avevo conosciuto lo scorso anno: ti dà la spinta, fa impressione». Contratto fino a fine stagione, ma voglia di dare tutto: «Mi piace mettermi in mostra su entrambi i lati del campo, il gioco di Kastritis si adatta a me»

Anticevich, il "croato" per caso diventato l'ultimo tassello anti-retrocessione per Varese

Australiano dalla testa ai piedi - compreso quel volto pulito e abbronzato che fa tanto spiaggia, onde alte e surf - ma capitato nell'albero genealogico con due nonni croati che, finiti gli studi, han preso armi e bagagli e si sono trasferiti dall’altra parte del mondo (se sono ancora vivi, che la Pallacanestro Varese con i visti finiti a novembre mandi loro dei fiori per ringraziarli…), Grant Anticevich è l’ultimo tassello salvezza della stagione 2024/2025 per i colori biancorossi.

Ventisette anni, 203 centimetri belli stagni, una parentesi a Gottingen nel 2023/2024 in mezzo a una carriera tutta nel “down under” (incontrò Varese in Fiba Europe Cup: 2 punti all’andata e 9 al ritorno, il bottino), nel suo primo incontro oggi pomeriggio con i microfoni varesini così lo ha presentato Zach Sogolow: «Per noi Grant non è stata solo una scelta necessaria in termini di rinforzo a rimbalzo e al tiro, ma anche per il cuore che mette in campo e la forza che ci mette su ogni pallone».

Ce l’ha del generoso, in effetti, il nuovo: «Mi piace dimostrare molto su entrambi i lati del campo - si descrive - In attacco penso di portare tiro e di saper muovere bene il pallone, in difesa credo di poter dare consistenza, presenza a rimbalzo e traffico in area». Un uomo di fatica, insomma, pronto alla battaglia: «Sono contento di essere arrivato in un club con così tanta storia, lo sento come un privilegio. Mi sono messo a disposizione del coach, il cui gioco penso si adatti perfettamente al mio, e dei compagni: da quello che ho visto Varese è una squadra di talento che non merita la classifica che ha. Sono sicuro che se continueremo a giocare insieme il rapporto tra sconfitte e vittorie migliorerà di molto».

Il primo contatto con l’Itelyum Arena c’è già stato, l’anno scorso appunto («L’atmosfera e la spinta che dà questo palazzetto è la prima cosa che mi è venuta in mente quando mi è arrivata l’offerta di Varese») e domenica scorsa nel digiuno spezzato contro Scafati: «Non vedo l’ora di iniziare, sono pronto. La pressione? Se giochi a basket da professionista non puoi non averla: è un grande stimolo anzi». 

Due parole d’italiano in coda («l’ho studiato all’università»), la conferma che il fascettone bianco per i capelli farà parte del look e un contratto che scadrà già a maggio, Anticevich risponde anche sulle differenze cestistiche che ha colto tra Australia ed Europa (nello specifico Germania): «Qui si gioca un basket più fisico e a metà campo. In Australia invece il ritmo è più veloce, si fa su e giù dal campo a tutta…». 

Proprio come a Varese, prima che arrivasse la missione salvezza di coach Ioannis Kastritis…

F. Gan.


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