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Cultura | 01 aprile 2025, 14:26

Walter Capelli, il fotografo del Sacro Monte: «Guardo il Borgo da prospettive sempre diverse»

Il lavoro dell'artista varesino sfocia in una mostra: “Attraverso il limite – Visioni di passione e silenzio” sarà inaugurata il 12 aprile a Villa Puricelli di Bodio Lomnago in collaborazione con l’Associazione “Amici di Filippo”

Walter Capelli ha la pazienza del ragno, quando l’idea di una nuova sfida lo illumina, incomincia a “disegnare” il progetto nella sua mente, poi passa all’azione, con calma e dedizione, per creare un’opera che solo fotografica non è, ma unisce in sé pittura, scultura e fotografia. Così ha fatto, rivolgendo il suo interesse verso un soggetto a tutta prima abusato -chi non ha almeno una volta scattato fotografie alle Cappelle del Sacro Monte- ma, se visto con occhi e prospettive diverse, unico e irripetibile.

«Il Viale delle Cappelle mi ha sempre affascinato, di notte tuttora lo salgo e con le mie luci scatto fotografie molto suggestive, tanto che a volte porto con me i miei corsisti, insegnando loro la tecnica più adatta. Da tempo avevo in mente di riprendere le statue delle Cappelle da altre angolazioni, giocando sulle luci, ma ciò che ha fatto scattare la molla è stato il possibile utilizzo di lamiera zincata lavorata e piegata come supporto per stampare poi le fotografie, in modo da renderle tanto evidenti da farle sembrare in 3D», spiega “il Walter”, fotografo artista con studio ad Azzate, baffi e mosca alla d’Artagnan e un sorriso contagioso.

Detto, fatto, Walter incomincia la sua personalissima ricerca, impiegandoci un anno abbondante di lavoro, dopo quasi due di progettazione, entrando in ogni tempietto e utilizzando una sola luce di supporto.

«All’inizio il mio desiderio era quello, una volta stampate le fotografie, che ogni ipotetico viandante vedesse le opere scultoree delle Cappelle con i miei stessi occhi. Poi, mano mano che il lavoro procedeva, mi è sembrato di aver dato vita alle sculture e di averle “portate fuori” dal loro luogo d’origine. Le prospettive che ho utilizzato per gli scatti sono nuove, pensate per esaltare i personaggi della via del Rosario, poi la stampa sul supporto metallico piegato ad arte li fa sembrare quasi in tre dimensioni. In una prima fase faccio stampare da una macchina la base colore, poi intervengo sulla lastra con l’emulsione fotografica per le parti in bianco e nero. Ma ciò che fa la differenza è l’intervento pittorico finale, con la rifinitura a base di pittura acrilica, i graffi fatti con la paglietta e la spazzola di ferro e poi l’ultimo tocco, con la grafite. Così mischio le diverse tecniche e il risultato finale è quasi quello di una scultura».

Il lavoro di Walter Capelli è terminato e sfocerà in una mostra, dal titolo “Attraverso il limite – Visioni di passione e silenzio”, che sarà inaugurata il prossimo 12 aprile alle ore 17,30 a Villa Puricelli di Bodio Lomnago, in collaborazione con l’Associazione “Amici di Filippo”, con la presenza del direttore del mensile “Living”, Nicoletta Romano e del giornalista Emanuele Beluffi, e rimarrà aperta fino al 26 aprile con visite guidate ogni giorno.

«La nostra associazione, nata nel 2008, collabora da oltre dieci anni con Walter, qualche volta una sua fotografia è andata al vincitore del nostro Premio “Filippo Bossi” dedicato al miglior filmaker», dice il presidente degli Amici, Fabio Fidanza. «Ogni anno organizziamo anche una rassegna, “La farfalla e il racconto”, dedicata alla memoria di Paola Celin, in cui accogliamo scrittori di fama, come Andrea Vitali o Antonio Caprarica, o musicisti quali Alberto Viganò, che lo scorso anno ci ha parlato dei sottili legami tra la musica di Verdi e il jazz».

A novembre poi, la mostra di Walter Capelli prenderà la strada del Santuario di Santa Maria del Monte: «L’arciprete don Eros Monti, si è mostrato entusiasta del mio lavoro fotografico, e ha deciso di esporlo all’ingresso della chiesa per la conclusione del Giubileo. Amo da sempre il Sacro Monte, un luogo di meravigliosa spiritualità, e il poter esporre al Santuario mi riempie di gioia e orgoglio».

Mario Chiodetti

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