L’arte non ha età, lo dimostra Rakuko Naito, giapponese, che a 90 anni prende l’aereo da New York e arriva a Varese, a omaggiare con le sue opere la mostra che Marcello Morandini ha voluto per illustrare le infinite declinazioni della carta, un bene prezioso che non sempre è apprezzato nel suo giusto valore. Le opere dell’anziana artista esplorano il rapporto tra pieno e vuoto, luce e ombra, e si concentrano sulle infinite possibilità “plastiche” che offre la carta, piegata, stropicciata o semplicemente strappata.
“C’è carta e carta” è infatti il titolo della mostra, realizzata in collaborazione e con la curatela della gallerista tedesca Renate Bender e il critico d’arte Marco Meneguzzo, che aprirà sabato 29 marzo alle ore 17 (fino al 28 settembre 2025; orari: giovedì dalle 15 alle 18; da venerdì a domenica, 10 -13 e 14 -18. Info: www.fondazionemarcellomorandini.com, oppure tel. 0332 – 1610525) alla Fondazione Morandini di via Del Cairo 412 a Varese.
Comprenderà i lavori di sei artisti internazionali, Rakukko Naito, i tedeschi Helmut Dirnaicher e Reinhard Wöllmer, l’austriaco Franz Riedl e gli italiani Bruno Munari e Grazia Varisco. In più la mostra, in un apposito “focus-on”, accoglierà le fotografie dell’artista varesino Alberto Bortoluzzi, che fino a metà luglio esporrà una serie di scatti ispirati a origami ambientati in alcune località della provincia. In seguito, tra metà luglio e il 28 settembre, il turco Şakir Gökçebağ porterà un’installazione sorprendente, realizzata con rotoli di carta igienica.
I sei artisti invitati esaltano le qualità tattili, cromatiche e strutturali della carta, utilizzando stratificazioni, incisioni e rilievi, oltre a mezzi artistici quali il disegno, l’inchiostro e la grafite. Si andrà dal dialogo con la materia di Dirnaicher, che opera con cellulosa, terre, pietre e minerali come l’azzurrite, la malachite e i lapislazzuli, alla carta non trattata di Riedl capace di renderne visibili forza e superficie giocando con gli opposti, agli oggetti cartacei di Wöllmer, rotondi e fatti di cartapesta colorata.
Carta speciale Washi utilizza invece Rakuko Naito, che presenta le sue creazioni in eleganti scatole bianche, mentre Grazia Varisco si accentra sul ciclo delle “Extra-pagine”, realizzato a partire dagli anni Settanta, basato sul concetto di “anomalia” nella standardizzazione: come certe pagine di libro che, per un errore di taglio o di foliazione, escono dal bordo uniforme delle pagine e creano una piega, una “disubbidienza” all’ordine precostituito. Di qui le “Extra pagine”, a un tempo riflessioni sulle possibilità eccentriche della geometria che da ordine diventa disordine. Non mancheranno le opere visionarie di Bruno Munari, che ha fatto della carta il suo totem, utilizzandola in ogni modo possibile, trasformandola in uno strumento creativo.
«I miei origami sono ambientati nel territorio varesino. Per esempio, lo scatto con i fenicotteri è stato fatto con grande rapidità al lago di Comabbio, perché il loro “tempo di vita” non ha superato il minuto. Li avevo fissati con alcuni spiedini di legno per poterli conficcare nel fango e farli rimanere diritti, ma hanno assorbito l’acqua per capillarità e si sono afflosciati», spiega il fotografo Alberto Bortoluzzi.
«La fotografia in cui ritraggo due gru, invece, è stata fatta al laghetto di Brinzio, fissando gli origami con fili di nylon trasparenti su tre assi, per poter regolare anche l’inclinazione del volo, con un bastone da imbianchino le manovravo, mentre con l’altra mano scattavo. Per me è una grande soddisfazione poter esporre i miei lavori alla Fondazione Morandini assieme ad artisti di questo livello». Un altro origami di Bortoluzzi, una farfalla rosa, dialoga con un’opera di Marcello Morandini, un buon augurio per la mostra e un benvenuto alla primavera.