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Politica | 26 marzo 2025, 19:54

Palazzo Estense, altro no al “Grande Fratello” in piazza Repubblica

Come nella precedente Commissione Sicurezza anche in quella odierna l’assessore Catalano ha ribadito il diniego dell’amministrazione per ragioni di privacy alla richiesta del Comitato di Piazza Repubblica di mettere su internet e sui maxischermi le immagini riprese dalle 42 telecamere di videosorveglianza installate in piazza: «Nella quale continuano a esserci problemi che riguardano l’ordine pubblico, non la sicurezza urbana - ha detto l’assessore - anche se il Comune continuerà a fare la sua parte e ha in mente un nuovo progetto»

No e ancora no: il Comune di Varese nega la possibilità di mettere online e sui maxischermi le immagini delle 42 telecamere che sorvegliano piazza Repubblica.

E le motivazioni sono sempre le stesse: i limiti dettati dalla privacy.

Si registra dunque un nuovo nulla di fatto per le richieste del Comitato di Piazza Repubblica che, come nell’ultima Commissione Sicurezza di Palazzo Estense sull'argomento, anche oggi ha provato a vagliare la fattibilità di un progetto dai suoi rappresentanti proposto.

Federica Crupi e Massimo Rovera, i portavoce del Comitato, forti anche delle 1500 firme raccolte e poi consegnate al prefetto, hanno ribadito la serie di problematiche con cui abitanti e commercianti della piazza si trovano a convivere, ovvero risse, aggressioni e spaccio, focalizzando il loro allarme in particolare sulla zona vicino al monumento ai Caduti, tra l’altro «mal illuminata».

«Varese non è una città sicura - ha detto Rovera - La nostra richiesta, già espressa nella precedente Commissione, era di mettere online le telecamere presenti». «Abbiamo capito che sindaco e assessore hanno avuto fin da subito dei dubbi in merito alla questione, ma il garante della privacy - così ha sostenuto il cittadino - pare abbia detto che un progetto del genere per ragioni di sicurezza è possibile a patto di non inquadrare le entrate dei negozi. Mi chiedo se ci sia la volontà da parte del Comune di risolvere le problematiche esistenti come scippi, furti e rapine oppure no…».

L’opposizione, soprattutto nelle persone dei consiglieri Angei (Lega), Longhini (Polo delle Libertà) e Giordano (FDI), ha quindi riproposto in termini politici la questione - «C’è la volontà di fare qualcosa, c’è almeno l’intenzione di promuovere uno studio per comprendere le criticità che potrebbero sussistere per un progetto di questo tipo? - chiedendo l’audizione dell’assessore Raffaele Catalano.

Il quale prima ha spiegato la differenza tra ordine e sicurezza pubblica (materie di competenza statale e di gestione statale, attraverso le forze dell’ordine) e sicurezza urbana (materia amministrativa e quindi a gestione comunale), dicendo chiaramente che «i fatti che avvengono in piazza delle Repubblica appartengono alla prima categoria e sono ascrivibili anche alla carenza di personale delle forze di polizia». Poi ha citato esempi di servizi che l’attività provinciale di pubblica sicurezza ha disposto su sollecitazione del Comune di Varese proprio in piazza Repubblica. Infine ha reiterato il no al “Grande Fratello”: «Ho già specificato le ragioni che impediscono questo progetto. Ciò non significa che il Comune di Varese non stia lavorando a un altro tipo di progetto legato alla sicurezza urbana i cui dettagli in questo momento non si possono divulgare». 

Prima dell’assessore spazio anche alle spiegazioni di Giuseppe Leto Barone, Responsabile della Protezione dei Dati di Palazzo Estense. Il quale si è limitato a spiegare i principi normativi generali che gli enti pubblici devono rispettare in materia di privacy e cosa sia, quando sia necessaria e cosa comporti una DPIA, una valutazione di impatto del trattamento.

F. Gan.


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