«È stato un viaggio bellissimo…».
Più della sconfitta contro il Caldaro, ci sono queste parole di Edoardo Raimondi, simbolo dei Mastini, all’ultima partita con la maglia giallonera. Tra le lacrime versate in pista, sotto i suoi tifosi che gli tributavano un’ultima ovazione, Edo si è stretto al suo capitano, Andrea Vanetti, molto più che un compagno di squadra, un fratello.
Al microfono di VareseNoi, queste le prime parole di Edo, stravolto dall’emozione: «A cosa penso? Che siamo partiti sette anni fa nel vecchio Palalbani e siamo arrivati qui... Penso alla squadra che abbiamo trovato quando siamo arrivati per primi io e Vanets, penso al weekend di coppa Italia a Merano, quando siamo tornati grandi, portando in esilio tantissimi tifosi da Varese, penso alle persone che abbiamo portato qui in un martedì sera come oggi, penso a quello che mi ha detto stasera il capitano, “Testa alta, guarda a quello che hai fatto”… È stato bellissimo, mi mancherà tutto, soprattutto le persone che lo hanno condiviso con me…».
Dopo il grazie ai suoi giocatori e alla sua famiglia, così risponde Raimondi alla domanda su cosa abbiano sempre visto in lui i suoi tifosi: «Penso e spero che abbiano visto la persona prima che il giocatore. Ho sempre cercato di poter regalare delle emozioni a chi lavorava un’intera settimana e poi veniva da noi a condividere un bel momento di sport e qualcosa di diverso dalla quotidianità… Ho cercato di mettere sul ghiaccio non solo le mie qualità tecniche ma di dimostrare che persona potessi essere con i miei gesti… Se avranno un bel ricordo di me, sarà qualcosa che mi riempirà il cuore in eterno».
In lacrime come il suo compagno di tante battaglie, Andrea Vanetti chiude da capitano vero questa stagione, con queste parole che lasciano il segno: «La cosa che fa più male è l’ultima pattinata con il mio Edo… Mi ha dato tanto, una vita insieme. Mi ha dato la forza di prendere sulle spalle un gruppo quando nessuno ci credeva, mi ha regalato due delle tre vittorie più belle della mia carriera e una delle amicizie più grandi della mia vita».
E, sulla stagione, Vanetti non si tira indietro e dice quello che ha dentro: «Nonostante le condizioni in cui siamo stati messi quest’anno, siamo stati dei leoni fino alla fine. Lo abbiamo dimostrato a tutti, soprattutto a chi doveva vederlo e credo lo abbia capito troppo tardi… In condizioni diverse fin dal primo giorno, probabilmente non ci saremmo trovati a lottare in una gara 5 oggi contro la squadra più solida del campionato che ha meritato di arrivare in finale ma che noi siamo riusciti a battere cinque volte».
Da cosa ripartire, capitano? «Dalle certezze. I nostri tifosi, i nostri colori, la nostra città e le bandiere che non smetteranno mai di sventolare».