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Gallarate | 22 marzo 2025, 08:11

Sanità pubblica a Gallarate: Obiettivo Comune chiede risposte sul futuro dell’ospedale

Massimo Gnocchi: «La comunità gallaratese non può perdere un patrimonio così importante». Si valuta il ritorno in piazza

Sanità pubblica a Gallarate: Obiettivo Comune chiede risposte sul futuro dell’ospedale

Il destino dell’ospedale Sant’Antonio Abate continua a sollevare interrogativi e preoccupazioni tra cittadini e operatori sanitari. In una conferenza stampa, Massimo Gnocchi di Obiettivo Comune Gallarate ha evidenziato come il dibattito sia concentrato sul futuro della sanità territoriale, mentre il presente viene trascurato.

Reparti in sofferenza  

Nonostante alcuni reparti siano ancora formalmente attivi, le condizioni in cui operano li rendono quasi inservibili, afferma. È il caso della senologia, mantenuta in vita grazie all’impegno della dottoressa Monetti, o della radiologia, dove un solo medico e un infermiere garantiscono appena cinque ore di servizio a settimana. La diagnostica, inoltre, soffre di tempi di refertazione estremamente lenti, con un impatto significativo sulla qualità dell’assistenza ai pazienti.

Obiettivo Comune ha più volte cercato un dialogo con la dottoressa Daniela Bianchi, direttore generale di Asst Valle Olona, inviando richieste ufficiali di incontro per avere chiarimenti sulla situazione dell’ospedale. Dopo un primo rinvio del 25 febbraio all’11 marzo, la riunione è stata ulteriormente posticipata a data da destinarsi, senza fornire spiegazioni. Una nuova Pec è stata inviata, ma ancora si attendono risposte.

«Noi di Ocg sentiamo sulle spalle il compito di dare delle risposte alla comunità», ha dichiarato Gnocchi. «I cittadini vogliono sapere quali medici sono ancora in servizio, quali reparti continueranno a esistere e se ha ancora senso spendere fondi pubblici per ristrutturare un edificio destinato alla chiusura».

Dubbi sulla ristrutturazione e sulla strategia di dismissione

Nel 2016 erano stati stanziati fondi per la ristrutturazione dei padiglioni e del pronto soccorso. Tuttavia, con la prospettiva della chiusura dell’ospedale e la realizzazione dell’ospedale unico di Busto Arsizio-Gallarate, Gnocchi solleva un dubbio fondamentale: ha senso investire ulteriormente in una struttura che potrebbe essere smantellata?

«Vogliamo sapere quale sarà la strategia di Regione Lombardia per una possibile dismissione “soft” dell’ospedale», ha aggiunto. «La comunità gallaratese non può perdere un patrimonio così importante».

Le domande rimaste senza risposta

Obiettivo Comune ha posto una serie di domande alla politica regionale, ma finora non sono arrivate risposte chiare. La prima grande questione riguarda la coerenza tra la ristrutturazione del pronto soccorso e la prospettiva di chiusura dell’ospedale: ha senso investire risorse su una struttura destinata a essere dismessa? Inoltre, quale sarà l’effettivo utilizzo del nuovo reparto di rianimazione ed emodinamica, e quale sarà il destino dei servizi sanitari pubblici attualmente attivi? Sono gli stessi che erano stati annunciati dalla politica regionale nell’ottobre 2024 o ci saranno ulteriori tagli?

Un altro punto chiave è la rigenerazione urbana dell’area ospedaliera: Regione Lombardia ha fornito indicazioni ad Arexpo per la fase finale dello studio di trasformazione del Sant’Antonio Abate? E che ruolo avranno le linee guida contenute nella mozione votata dal Consiglio comunale di Gallarate il 31 luglio 2024?

C’è poi la questione del personale. Attualmente, quanti medici “gettonisti” sono in servizio all’ospedale? E come si intende far fronte alle continue dimissioni del personale sanitario? È possibile avere un quadro chiaro sugli esiti degli ultimi concorsi per l’assunzione di nuovi medici e su quanti professionisti siano operativi oggi rispetto a un anno fa?

Infine, il tema più urgente: quale sarà il destino dei reparti di senologia e radiologia, già oggi in forte sofferenza? E l’avvicendamento tra il dottor Schieppati e la dottoressa Crespi potrebbe avere un impatto su questa situazione? Al di là di tutto, esiste una strategia per garantire almeno i servizi sanitari essenziali fino all’eventuale chiusura dell’ospedale? Domande cruciali, che meritano risposte immediate e trasparenti.

La rabbia dei cittadini e una nuova mobilitazione

«La gente è arrabbiata perché ha la sensazione che chi dovrebbe occuparsi della sanità locale faccia quello che vuole, senza tenere conto delle reali necessità della comunità», ha dichiarato Gnocchi.

Per questo motivo, Obiettivo Comune sta valutando l’organizzazione di una nuova manifestazione per chiedere risposte concrete. «L’ospedale di Gallarate è un patrimonio che non si può disperdere né ora né mai», conclude Gnocchi. 

Alice Mometti

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