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Territorio | 20 marzo 2025, 18:25

L'ultimo abbraccio di Lavena Ponte Tresa a Osvaldo Cutuli "il re dei bidelli": «Esempio di generosità»

La chiesa e piazza Matteotti gremite per l'ultimo saluto all'ex consigliere e assessore comunale, figura amata del liceo di Luino e dirigente del Ponte Tresa calcio. scomparso prematuramente a 54 anni: «Una vita che per lui non è stata facile, tutt’altro. Ma nonostante le difficoltà, non ha mai smesso di dedicarsi agli altri»

Il funerale di Osvaldo Cutuli a Lavena Ponte Tresa (foto tratta da Luinonotizie.it)

Il funerale di Osvaldo Cutuli a Lavena Ponte Tresa (foto tratta da Luinonotizie.it)

Il sole primaverile avvolgeva la chiesa di Lavena Ponte Tresa, illuminando i volti commossi di centinaia di persone accorse per dare l’ultimo saluto a Osvaldo Cutuli. Un quaderno, posto accanto alla sua foto all’ingresso, raccoglieva pensieri e firme di chi lo aveva conosciuto, testimoniando l’affetto e la stima che lo circondavano.​

Osvaldo, 54 anni, era una presenza costante nei corridoi del Liceo Scientifico “V. Sereni” di Luino. Il suo carattere schietto e ironico, talvolta burbero, nascondeva una profonda empatia verso gli studenti, con i quali instaurava legami sinceri. La sua simpatia lo ha reso una colonna portante della scuola, sin dalla metà degli anni ’90, quando era stato assunto.

La sua passione per il calcio, anzitutto per la sua amata Juventus, negli scorsi anni lo aveva portato a diventare dirigente dell’ASD Ponte Tresa, squadra che milita in Terza Categoria. Qui, Osvaldo era un punto di riferimento per calciatori e dirigenti: numerosi, infatti, i membri della squadra erano presenti alle esequie, indossando la divisa in suo onore. ​

Insieme a loro tanti familiari, amici, conoscenti, studenti ed ex alunni, colleghi, professori e dirigenti scolastici, che con lui in questi anni hanno condiviso una vita intera, tra la quotidianità e il lavoro, insieme, solo per il bene degli studenti, così come si è speso per la comunità tresiana nei dieci anni trascorsi come consigliere comunale durante il mandato amministrativo di Pietro Roncoroni, dal 2006 al 2016.

Le parole del parroco, don Aurelio Pagani, hanno risuonato tra le navate e fuori dalla chiesa dove era presente una folla silenziosa: «La sua scomparsa ci ha colto tutti di sorpresa, ci ha lasciato senza parole, o meglio con tante domande nel nostro cuore. È in momenti come questi che la nostra fede viene messa alla prova». 

«Osvaldo ha dedicato dieci anni della sua vita al bene di tutti noi. Il destino ha voluto che nelle sue ultime ore fossi in pronto soccorso con lui: era molto stanco e affaticato. Eppure, non aveva perso quel sorriso gentile e ironico che lo aveva accompagnato per tutta la vita. Una vita che per lui non è stata facile, tutt’altro. Ma nonostante le difficoltà, non ha mai smesso di dedicarsi agli altri», ha ricordato il sindaco Massimo Mastromarino.

Dopo di lui ha preso la parola anche l’ex primo cittadino, Pietro Roncoroni, che con Osvaldo ha guidato il paese per un decennio. «Non ho mai fatto discorsi scritti, ma oggi faccio un’eccezione. Caro Osvaldo, tu eri un maestro nella gestione composta del silenzio, ma mi hai insegnato che quando ci vuole, ci vuole. Fin dall’infanzia hai dovuto affrontare la leucemia, e grazie all’aiuto di don Basilio hai trovato sostegno insieme alla tua famiglia. Sei stato un esempio di unità e generosità, valori che hai saputo trasmettere alla comunità. Hai dato tanto agli amici, all’oratorio, al paese. Quando ti abbiamo chiesto di candidarti, hai accettato con entusiasmo, e ti sei sempre prodigato con il massimo impegno».

«Hai lavorato al liceo, una finestra costante sul mondo giovanile per la nostra amministrazione – ha ricordato Roncoroni -. Sei stato solare, testardo, con consigli semplici ma mai banali, frutto dell’esperienza di vita che avevi maturato. Sono convinto che il servizio alla comunità non si misura con una laurea, ma con passione, empatia, dedizione e impegno. E tu, Osvaldo, hai incarnato tutto questo. Chiudo con una tua battuta, come sarebbe piaciuto a te: oggi c’è più gente qui a fare il tifo per te che quest’anno allo Juventus Stadium per la tua Juve».

Poco dopo un silenzio assordante ha accompagnato l’uscita del feretro dalla chiesa, prima di dirigersi verso il Crematorio di Varese, mentre la comunità si stringeva attorno alla famiglia di Osvaldo: il fratello Simone, le sorelle Doris, Ivana e Annarita, i nipoti e i parenti tutti.

A prendere la parola, infine, è stato uno dei nipoti, Alessandro: «Nessuno vorrebbe essere qui oggi per salutare una persona che ha sempre portato felicità a tutti. La vita ci insegna che essere troppo buoni a volte può essere un peso, e lui si arrabbierebbe nel vederci così tristi. Vorrebbe vederci felici. Buon viaggio, zio Daddo, come ti chiamavamo noi da piccoli».​

La cerimonia si è conclusa con le note di “Madonnina del mare” e della canzone di Bob Marley “Redemption Song”, brano caro a Osvaldo, che hanno accompagnato il suo ultimo viaggio, lasciando nei cuori di tutti il ricordo di un uomo che, senza ombra di dubbio, ha saputo amare e farsi amare.

Agostino Nicolò da Luinonotizie.it

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