O sei un Mastino contro il Caldaro, o non lo sarai mai

Non sarà neppure una sconfitta domani sera con il Caldaro, né eventualmente anche in gara 3, cioè lo scenario peggiore possibile, a farci cambiare idea: non c'è avversario più degno, e più forte, di questo per i Mastini perché nell'hockey, e a Varese lo sappiamo bene visti precedenti anche recenti, gli uomini che ti trovi di fronte contano e, questi e sottolineiamo "questi" altoatesini, oltreché giocatori, sono persone di valore. 

Non vogliamo ripeterci su quello che a nostro avviso serve al Varese per colmare il gap esistente sulla carta (leggi QUI l'articolo scritto prima di gara 1), ma abbiamo due desideri, speriamo non gli ultimi per questa stagione, e conoscendo il fuoco che cova sotto la cenere del gruppo storico e di chi se n'è fatto contagiare (anche una piccola stella ha bisogno del cielo per poter brillare), siamo certi di andare incontro ad una battaglia giallonera senza quartiere.

Primo desiderio: il pubblico varesino ha appena dato una dimostrazione di attaccamento alla maglia e ai Mastini che ha pochi precedenti o eguali perché arrivare in 200 a Caldaro per gara 1 della semifinale quando mancavano ipoteticamente qualcosa come 12 partite all'assegnazione del titolo (5 più 7), e farlo con quell'impeto, con quella capacità totale di annullarsi nel giallo e nel nero al di là di tutto e di tutti, con quell'entusiasmo genuino e gratuito come se fosse le prima volta in trasferta dopo anni (e invece era l'ennesima...), con quella capacità di dimostrare come non si possa fare a meno di questa famiglia, merita altrettanto da parte della squadra e dell'allenatore. E lo merita domani sera perché la riconoscenza non sia un sentimento degli anni dopo, ma qualcosa di fulmineo e feroce quanto solo l'hockey sa esserlo. Quella luce abbagliante giallonera in Alto Adige merita di avere almeno il futuro di gara 4. 

Secondo desiderio: vorremmo che tutti i giocatori nuovi, stranieri e italiani, portati a Varese quest'anno, e un coach sempre molto in disparte dal punto di vista emotivo rispetto all'indole trascinante del pubblico e alle situazioni positive o negative vissute quest'anno dai Mastini, si lascino semplicemente trascinare dall'essenza di questa maglia e di questa gente, libera, incosciente, cazzuta, travolgente. Non è difficile giocare nei Mastini: altrove è questione di lavoro, carriera, passione per l'hockey; qui, no. Qui è tutto tranne che una missione individuale o solitaria. Qui si esce dagli schemi. Qui vince la follia, l'essere sempre in guerra (anche con sé stessi). Qui anche l'ultimo giocatore è capace di segnare il gol per il titolo. Qui si parte da ultimi in classifica e si va a vincere tutto. Qui si gioca per schiantarsi sulla balaustra dopo un gol, o magari per schiantare un avversario. Qui può segnare il gol decisivo il portiere, qui un difensore castiga gli avversari all'ultimo secondo con un tiro dalla sua porta a quella avversaria. Qui, come disse Jim Corsi nel suo slang in italiano "baffuto", si gioca soltanto per queste sei parole: «Grande emozioni, darcela tutta, facci sognare!».

Semifinali - Al meglio delle cinque gare
Gara 2 (martedì 18 marzo, 20.30): Varese-Caldaro (clicca QUI per i biglietti, serie sullo 0-1), Feltre-Aosta (serie sullo 0-1)
Gara 3 (giovedì 20 marzo): Caldaro-Varese (20.30), Aosta-Feltre (20)
Eventuale gara 4 (sabato 22 marzo): Varese-Caldaro (18.30), Feltre-Aosta (19.30)
Eventuale gara 5 (martedì 25 marzo): Caldaro-Varese (20.30), Aosta-Feltre (20)