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Basket | 13 marzo 2025, 19:17

La festa a sorpresa di Varese per gli ottant’anni di Aldo Ossola: «Auguri Mito»

Altra, splendida, iniziativa de Il Basket Siamo Noi, che con una delegazione di tifosi si è presentato nel pomeriggio di oggi davanti alla Gioielleria Ossola per fare gli auguri al grande “Aldino”: «È stato meraviglioso, i tifosi della mia Pallacanestro Varese sono la cosa più bella» ha detto l’ex campione. «Le cose semplici arrivano al cuore, “signori” della nostra storia sportiva come Aldo dovrebbero ricevere tutti i giorni dei segni del genere. Abbiamo l’urgenza di non perdere il nostro passato ora…» (VIDEO e FOTO)

Aldo Ossola, fuori dal suo negozio, circondato dall'affetto de Il Basket Siamo Noi e dei suoi famigliari

Aldo Ossola, fuori dal suo negozio, circondato dall'affetto de Il Basket Siamo Noi e dei suoi famigliari

Una sorpresa splendida, nel pensiero che l’ha ideata - un moto di affetto e consapevolezza verso l’importanza della storia sportiva più preziosa che questa città possiede (e mai come in questi giorni tristi per la morte di Sandro Galleani ce ne stiamo rendendo conto) - e nella sua messa in pratica

Nel giorno dell’ottantesimo compleanno della Leggenda della Pallacanestro Varese Aldo Ossola il trust biancorosso Il Basket Siamo Noi ha organizzato una felice “improvvisata” in centro città per omaggiare il grande campione. Una delegazione di tifosi e personaggi del basket (presenti anche il responsabile operativo della società Max Ferraiuolo e gli ex compagni di Aldo Massimo Lucarelli e Roberto Gergati) - guidata dal presidente Umberto Argieri e dal segretario Paola Biancheri - si è presentata alle 18.30 davanti alla gioielleria Ossola, la “seconda casa” dell’ex playmaker della Ignis, e con una scusa - complici i suoi figli - ha fatto uscire Ossola dal negozio: a quel punto ecco il classico “tanti auguri”, la consegna di una torta con la sua effigie e una targa ricordo.

Tra gli applausi di tutti i presenti e la felice commozione “dell’Aldino”.

«Questo è l’esempio di come le cose semplici siano quelle che meglio “arrivano” - ha detto Umberto Argieri, numero uno di un’associazione che non smette di sorprendere per la qualità delle sue iniziative e per l’attenzione a tutto ciò che davvero conta nel mondo che circonda il basket cittadino - Credo che forse tante volte ce lo dimentichiamo. Questa è la prima considerazione. La seconda è che “questi signori qui” dovrebbero ricevere tutti i giorni dei segni, delle manifestazioni di affetto: non deve mai passare il messaggio del “guardare avanti” e della “nostalgia” come cosa negativa… Ora l’urgenza è di non perderlo il nostro passato». 

«È stata una sorpresa meravigliosa - ha commentato Ossola - I miei tifosi sono la cosa più bella che ho. Io amo la Pallacanestro Varese, l’ho sempre amata e sarà sempre nel mio cuore».

Ma in tutta la giornata odierna sono in tanti ad aver celebrato gli 80 anni di un mito come il Von Karajan della pallacanestro italiana. Gli auguri su Facebook sono arrivati da tutta Italia e alcuni post su gruppi specifici hanno ottenuto migliaia e migliaia di “like”, a dimostrazione di come tutto lo Stivale della palla al cesto abbia ancora a cuore ciò che Aldo ha saputo “scrivere” lungo la sua carriera. 

Una carriera che è stata celebrata magistralmente anche da due giornalisti varesini che l’hanno vissuta da vicino: Flavio Vanetti e Max Lodi. Il primo, con un’intera pagina dedicata sul prestigioso Corriere della Sera, ha intervistato Ossola, stimolandolo sul basket e sullo sport odierno ma non mancando ovviamente di ricordare i suoi trionfi (7 scudetti, 5 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali, 4 Coppe delle Coppe, 4 Coppe Italia) in maglia biancorossa ma anche le tragiche sliding doors della sua esistenza, su tutte la morte del fratello Franco - calciatore del Grande Torino nella tragedia di Superga) e quella del padre in un incidente stradale poco prima. Spazio anche al ricordo di Sandro Galleani, mancato sabato scorso.

Il secondo, su Malpensa24, ha invece “cantato” un profilo poetico e grato di quello che a tutti gli effetti è stato uno dei registi più forti e decisivi della storia della pallacanestro europea, rammentando la sua lunga epopea partita dal campo di un oratorio, passata per la Robur et Fides che portò fino alla Prima Serie e approdata alla Ignis (con un intermezzo all’Onestà di Milano), che insieme agli altri “giganti” del Valhalla prealpino (Meneghin, Rusconi, Zanatta, Morse, Raga, Flaborea…) contribuì a rendere la squadra più grande del continente. Imbattibili in campo (Ossola, tra l'altro, era concupito dal Real Madrid e da Mosca, ricorda Lodi…), amici goliardi fuori: nel pezzo ecco allora anche il gusto lungo degli scherzi che resero famosa quella combriccola di atleti e che contribuirono a rendere ancora più speciale il tutto.

F. Gan.


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