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Non solo Fumetti | 26 gennaio 2025, 06:30

Per fare un fumetto, a volte, basta tracciare una linea

Dal personaggio di Osvaldo Cavandoli agli scarabocchi contemporanei: quando il genio è soprattutto semplicità

Per fare un fumetto, a volte, basta tracciare una linea

Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione.

Questa frase, stranota citazione del film “Amici miei”, è la perfetta sintesi di ogni attività che raggiunga il successo tramite un’idea nuova, magari azzardata, ma fondamentalmente semplice, elementare. Quel tipo di trovata che fa pensare a chi non l’ha avuta “perché non ci ho pensato prima io?”

Abbiamo detto che questo assunto vale per ogni attività, quindi certamente anche per il fumetto e l’animazione. Certo, si può raggiungere il successo con disegni curati, complessi, realistici, con testi che si avvicinano o diventano letteratura; è successo e (per fortuna) ancora succede. Ma si può entrare nel cuore del pubblico anche con un disegno all’apparenza povero e veicolare un messaggio importante senza utilizzare le parole.

In Italia (e forse nel mondo) è capitato per la prima volta molti anni fa. Il genio, un disegnatore della provincia bresciana, si chiamava Osvaldo Cavandoli. Scomparso nel 2007, a partire dal 1950 ha realizzato diversi filmati di animazione, fino a ideare, nel ‘57 il personaggio che lo ha consacrato alla storia del fumetto: La Linea.


Osvaldo Cavandoli

Un personaggio il cui corpo è costituito appunto da un’unica linea bianca, un individuo che non parla, ma si esprime tramite quello che in gergo si definisce “grammelot”, ovvero una sequenza di suoni che pur non dando vita ad alcuna frase di senso compiuto rendono comunque comprensibile a chi ascolta il concetto di cui si parla. Nel caso della Linea, si tratta di un grammelot che ricorda molto la parlata milanese.

Il primo episodio della Linea di Cavandoli

L’altra geniale innovazione di Cavandoli, davvero pionieristica, è stata l’interazione tra autore e personaggio, tra realtà e fantasia. E’ una mano vera quella che traccia la linea e che risponde, di volta in volta, alle richieste della protagonista. Tutto questo succede, sottolineiamolo, trent’anni prima dell’uscita del film “Chi ha incastrato Roger Rabbit”.

“La Linea”, altra particolarità che rende la sua storia estremamente unica, non ha raggiunto il grande pubblico attraverso film, libri o fumetti, ma lo ha fatto tramite la pubblicità. Fu scelta come testimonial dall’azienda Lagostina, produttrice di pentole a pressione, e comparve in una serie di spot nello spazio televisivo della Rai denominato “Carosello” (quello dopo il quale i bimbi andavano a letto).

Nel 1972 La Linea è diventata poi protagonista di una serie di strisce a fumetti.

Carosello Lagostina con La Linea

L’autore ha ottenuto, grazie a questo personaggio, innumerevoli premi e riconoscimenti. I film sono andati in onda sulla Rai, spesso in rubriche quotidiane, anche negli anni ‘80, mentre all’estero La Linea è diventata testimonial di altre campagne pubblicitarie dedicate ai più svariati prodotti.

Benché non sia più in programmazione da tempo, l’opera di Cavandoli non è stata dimenticata dal pubblico coevo. Non solo: il concetto “filosofico” legato alla semplicità grafica e comunicativa è stato ripreso, più o meno consapevolmente, da altri autori giovani e contemporanei che hanno raggiunto anche loro un notevole successo tramite opere fondate su disegni estremamente elementari.

Citiamo, ad esempio, le opere di Sio, recente co-fondatore insieme a Giacomo Bevilacqua (“A Panda piace”) e a Dado, della casa editrice Gigaciao: un successo mensile da decine di migliaia di copie vendute.

I disegni di Sio sullo Scottecs Magazine

Ma il fumetto contemporaneo che più si avvicina alla filosofia della Linea è forse il ciclo de “Gli scarabocchi di Maicol e Mirko”, nato sul web e approdato poi, col medesimo grande seguito di pubblico, sulla carta stampata. Oggi lo pseudonimo indica un unico autore, Michael Rocchetti. Inizialmente si trattava di un duo del quale faceva parte anche Mirko Petrelli.


Gli scarabocchi di Maicol e Mirko

Precisiamo: i due fumettisti marchigiani hanno in comune con La Linea la semplicità grafica, ma non l’assenza di testo. Anzi, la forza del loro lavoro risiede assolutamente nelle frasi dei loro personaggi, che danno vita a un umorismo forte, caustico, spesso anche amaramente legato all’attualità, comunque capace di far pensare.

L’opera omnia de “Gli scarabocchi di Maicol e Mirco” è edita in più volumi da Bao Publishing.

Noi ci rileggiamo la prossima settimana.

Thomas Pistoia

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