Di padre in figlio, ma anche di figlio in padre. Tutto è possibile quando c'è di mezzo l'amore per la natura, il profumo della terra e il rumore degli animali, dal movimento della testa del caprone Pasquale, anzi Pasqualino, quando sente la carezza non del padrone ma del papà-amico Daniele Bissacca, agli occhi dolci di Benny e Ugo anche quando abbaiano per curare il branco al pascolo nei prati di via Piana di Luco e al din don dan dei campanacci e al beelato delle pecore in questo piccolo altopiano all'incontrario, cioè ad un piano inferiore rispetto a viale Borri che resta ancora lassù, senza riuscire a invadere e colonizzare questa piana dove i sogni son desideri, e viceversa.
Dopo aver imboccato la strada sterrata di via Piana di Luco, tra Varese e Schianno, Daniele ci accoglie davanti a un pila di legna fumante per riscaldarsi: sul prato dove avevamo incontrato il figlio Matteo adesso c'è lui, in un passaggio di testimone al contrario dove tutto torna alle origini di una passione di famiglia. Rispetto all'ultima volta, ora ci sono le verdure appena colte nelle cassette («Sono aperto al pubblico nel pomeriggio, da lunedì a domenica, perché la mattina curo gli animali e il raccolto») e, subito, ne approfittiamo per scegliere patate bianche e rosse, cavoli romani «tondi e bellissimi» (Daniele s'illumina quando guarda i suoi ortaggi quasi con occhio paterno), cavolfiori, cavoli, finocchi, porro, catalogna, zucche da consegnare a mamma Ivonne: l'idea che siano state coltivate sotto casa in pieno inverno, invece che essere portate a Varese dal mercato ortofrutticolo di Milano, è un "più" che fa tutta la differenza nella casella del chilometro zero, così come il paesaggio che qui non è solo contorno ma l'essenza stessa dell'impresa.
«La verdura che proponiamo è tutta di nostra coltivazione ed è solo quella del momento: mi sono allargato anche ad alcuni campi qua attorno, ampliando ancora un pochino l'azienda». I sogni son desideri, pur ancorati agli scarponi e all'anima da campo e trattore di Daniele: «Spero di poter ingranare e ingrandirmi ancora di più per aprire, anzi costruire con le mie mani una stalla e una casa del fattore, magari producendo anche latte di capra. L'idea è questa, vediamo come farcela. L'impossibile, quando si fa fatica, non esiste».
Come assaporare i prodotti della terra che più varesini non si può della Fazenda del Besa? «Entro i 5 chilometri la consegna è gratuita, naturalmente con una spesa minima di 10 euro per non doverci rimettere - spiega Daniele, che è contattabile telefonicamente al numero 349 7735559 - Mi chiamano da Bizzozero, San Carlo, Bustecche e a volte anche dal centro di Varese o da Gazzada, e io arrivo. Magari penserò anche ai mercatini di Coldiretti, vediamo...».
«Cavolo romano, cavolo rosa, cavolo arancione... - Daniele inizia l'elenco dei prodotti davanti a noi - sono cresciuti qui e rifornisco le cassette di ortaggi man mano che li raccolgo: credo che possa fare la differenza. Ho anche legna da ardere per chi ne ha bisogno».
Stefano, nostro fedele compagno di mille trasferte e racconti che ci ha accompagnato alla Fazenda, è attratto anche dal contenuto di una cassetta particolare: «Quelli sono peperoncini piccanti - gli spiega Daniele - ne sono venuti talmente tanti quest'anno... Laggiù ci sono anche le piantine di mirtilli, di cui mio figlio vi aveva parlato, oltre alle fragole e ai piccoli frutti che attendo nei prossimi mesi. A breve avrò anche i carciofi mentre per pesche, albicocche e ciliegie ci vorranno ancora un paio d'anni».
Nessuno regala niente a Daniele, tutto ciò che fa è figlio da sempre di sudore e sacrificio: «Avevo 13 anni, nemmeno avevo finito le medie e andavo in una fattoria dietro casa a Rovera di Malnate dove passavo i sabati e le domeniche in mezzo alla stalla a veder nascere capretti e agnelli, oppure sul trattore... Non ero lì per soldi ma per passione, e se portavo a casa qualcosa da mangiare, come le uova, era solo la ricompensa del mio aiuto. Questa è la mia vita: mi piaceva da ragazzo e mi piace ancora oggi».
Il piacere dell'attesa - «prendere un piccolo terreno che produce poche cose e poi allargarlo ad un'azienda agricola che, poco alla volta, ne propone sempre di più» - e le nude certezze della terra restano appiccicati all'anima in questo brevissimo ma grande viaggio nei prati sotto casa, dove si può ancora vivere a contatto con la natura e qualcosa di buono appena colto lo si trova sempre. Perfino a un passo dal caos di viale Borri che, però, da quest'angolatura pare distante anni luce.
La Fazenda del Besa, via Piana di Luco 1, apertura al pubblico per la vendita ogni pomeriggio da lunedì a domenica. Telefono per info e consegne a domicilio nel raggio di 5 chilometri: Daniele 349 7735559