Va verso la sua conclusione il primo progetto annuale "AffiDARSI" per la promozione dell'affido familiare. A chiudere il ciclo che ha visto il Comune di Busto collaborare con la cooperativa Proges e, in seconda battuta, anche con tante altre realtà scolastiche e associative cittadine, sono stati fissati due eventi distinti.
Il primo è quello di venerdì 31 gennaio quando, all'interno della sala Pro Busto, a partire dalle 17, si terrà la serata dal titolo “La creatività incontra l'Affido Familiare”. Si comincerà con un cantiere creativo, a cura di Industria scenica, in collaborazione con gli istituti Verri e Ite Tosi e le comunità per minori Piccolo Principe e Progetto Pollicino. Alle 21, invece, dopo un aperitivo offerto dagli studenti dell'Enaip, andrà in scena lo spettacolo teatrale “Anche le spine hanno le rose”, a cura della compagnia Viandanti Teatranti e del Centro musicale Concertare.
Il 7 febbraio, sempre alla Pro Busto, è previsto un convegno. “L'affido familiare: accogliere, sostenere, crescere insieme” che, per tutta la mattinata, vedrà intervenire esperti in materia.
A Busto il primo anno di promozione ha dato ottimi frutti e l'intenzione dell'amministrazione è quella di proseguire, con un nuovo bando pubblico, per dare continuità al progetto: «Quando siamo partiti con questo progetto – spiega l'assessore ai servizi sociali Paola Reguzzoni, affiancata da Ida Santoro, referente tecnico del servizio affidi di Proges - le famiglie affidatarie a Busto erano un numero molto esiguo, su oltre 80mila persone erano solo tre. In questi mesi abbiamo raccolto l'adesione di altri trenta soggetti che si dividono in famiglie con un affido tradizionale e famiglie o singoli interessati invece a un sostegno, affiancamento o all'affido part-time. È un ottimo risultato. Seppur a Busto oggi ci siano 720 minori seguiti dal Comune e quindi non siamo neanche lontanamente vicini a coprire le esigenze dell'ente, però mi sembra una buona partenza».
Il progetto ha visto la collaborazione di tanti soggetti, a partire dalle parrocchie, a cui l'assessore rivolge un sentito grazie: «Seppur non sia un progetto esclusivo, il mondo cattolico si è comunque dimostrato molto sensibile – prosegue Reguzzoni – Tutte le parrocchie mi hanno permesso di illustrare il progetto, con ampia sensibilità e promuovendolo».
Intanto proprio ieri, in Giunta, sempre su proposta dell’assessore Reguzzoni, l'organo ha approvato il regolamento per l’affido familiare di minori, che sarà sottoposto al voto del consiglio comunale.
«Si tratta di un aggiornamento – spiega una nota di Palazzo Gilardoni - del regolamento approvato nel 2009 e ormai obsoleto in ragione dell’evoluzione dell’istituto dell’affido familiare nelle sue diverse tipologie. Il nuovo testo si fonda sui principi e le indicazioni contenuti nelle norme internazionali, nazionali e regionali che definiscono i diritti dei minori e recepisce le linee di indirizzo per l’affidamento familiare aggiornate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2024 che forniscono indicazioni unitarie che permettono di qualificare l'istituto dell'affidamento familiare su tutto il territorio nazionale, con particolare riferimento alle caratteristiche e condizioni dell’affidamento familiare, nonché alle azioni di contesto da realizzare (promozione, informazione e formazione degli affidatari). Il nuovo regolamento si è reso necessario anche in considerazione del fatto che il Comune di Busto Arsizio ha approvato l’avvio in via sperimentale di un servizio di affido familiare e prossimità/vicinanza solidale, finalizzato a promuovere la sensibilizzazione sul tema dell’affidamento familiare e ad accompagnare le famiglie fornendo l'adeguato sostegno professionale nelle diverse fasi dei singoli progetti».
Una iniziativa che permetterà di dare regole precise a questo tipo di attività: «Fino a che erano tre non serviva – aggiunge Reguzzoni – ma ora che il numero è cresciuto, era necessario farlo, sia per una questione giuridica legale, sia per definire il riconoscimento economico che il Comune dà alle famiglie. Si tratta di un rimborso minimo, 300-400 euro mensili che concorrono solo a una parte delle spese sostenuto dagli affidatari, ma volevo non ci fossero famiglie che, pur volendo, non potessero partecipare al progetto per ragioni economiche».