Ritorna il Capitano con la C maiuscola e Varese è pronta ad accoglierlo con i crismi che si riservano a un giocatore che - a suo modo - è diventato parte della storia di questa società.
Sabato 25 gennaio a Masnago sarà il giorno di Giancarlo Ferrero: colui che per otto stagioni ha vestito la maglia biancorossa, sei (e un pezzetto…) delle quali con il ruolo di capitano cucito nel cuore e nella mente, arriverà al Lino Oldrini con la sua Germani Brescia, co-capolista in Serie A (palla a due ore 19).
L’occasione è d’oro per riabbracciare un “figlio” del popolo sportivo varesino amato e mai dimenticato, rimettendo sui binari della gratitudine, dell’affetto e del rispetto pubblici (perché per quelli privati non esiste discussione…) un rapporto che gli affari della vita e della pallacanestro hanno interrotto un anno e mezzo fa in maniera forse non così inaspettata, ma di certo brusca e non adeguatamente preparata (leggi QUI).
Con un addio consumatosi tra l’inerzia di giugno e il saluto (pur commosso da ambo le parti) di luglio, al "Gianca" è mancata la doverosa ovazione del pubblico che ha “servito” per più di metà della sua carriera. Una mancanza che ha fatto male, a tutti.
Ora sta per arrivare il giorno che, in qualche modo, sanerà tutto questo e riannoderà il passato al presente: Pallacanestro Varese ha pensato a un programma ad hoc per salutare il suo vecchio amico.
Tutto si consumerà a 10 minuti dalla contesa iniziale, nell’unico spazio regolamentare disponibile. Senza voler spoilerare nulla, si può scrivere che la piccola “cerimonia” prevedrà un momento basato sul ricordo, poi la consegna di un piccolo regalo a centrocampo a opera del presidente Toto Bulgheroni e, dulcis in fundo, il grande abbraccio di Masnago.
E allora, anche se non ci saranno probabilmente richiami “ufficiali”, la società invita tutti i tifosi biancorossi a venire per tempo, magari un po’ prima del solito, alla partita. Tutti pronti, ai soliti posti di combattimento, almeno a un quarto d’ora dal via, in modo tale da non mancare a un evento di tal portata.
Chi ha amato la Pallacanestro Varese più di se stesso merita il più grande, lungo, commosso e partecipato degli applausi.