Busto Arsizio - 21 gennaio 2025, 19:00

Rivolte nelle piazze, dal Pirellone solidarietà alle forze dell’ordine. In aula anche il caso di Busto

Dopo gli scontri avvenuti in diverse città a seguito della morte del giovane Ramy, il Consiglio regionale esprime la propria vicinanza agli agenti aggrediti e minacciati. Citato anche il caso di piazza Garibaldi. Toni pacati, ma maggioranza e opposizione non sono riuscite a trovare la quadra per presentare un testo unitario

Dopo gli scontri avvenuti in diverse città d’Italia a seguito della morte del giovane Ramy, il Consiglio regionale lombardo esprime la propria solidarietà alle forze dell’ordine aggredite e minacciate durante le rivolte. Citato in aula anche il caso di Busto Arsizio, dove lo scorso 10 gennaio una volante è stata accerchiata da un gruppo di giovani stranieri.
Nonostante una lunga mediazione, che ha portato anche a sospendere i lavori dell'assise per un’ora, maggioranza e opposizione non sono riuscite a trovare la quadra per presentare un testo unitario. Così, sono state tre le mozioni portate al voto: approvate quelle di Fratelli d’Italia e Forza Italia; respinta, invece, quella a firma Partito Democratico, con l’astensione del centrodestra.

Toni pacati

Diversamente da altre circostanze, il dibattito al Pirellone è stato pacato. Non c’era, evidentemente, la volontà di alimentare la tensione. E le tre mozioni presentate, in realtà, non erano così diverse. Ma qualche passaggio ha impedito di arrivare a un testo comune.

Presentando il documento del Pd, il capogruppo Pierfrancesco Majorino ha parlato di «condanna di ogni tipo di violenza contro le forze dell’ordine. Ancor più inaccettabile e odioso che venga perpetrata nel nome di Ramy», il giovane morto a Milano dopo l’inseguimento dei Carabinieri scattato perché non si era fermato all’alt. «Il padre del ragazzo ha richiamato la necessità di verità e giustizia, dicendo che nessuno deve compiere atti di violenza nel nome del figlio». Nel testo del Pd si invita «la cittadinanza ad avere fiducia nelle istituzioni, a partire dalla magistratura».

Da parte del capogruppo di Fratelli d’Italia Christian Garavaglia, «sostegno spassionato alla giusta autorevolezza che le forze dell’ordine devono avere». Garavaglia ha richiamato gli scontri di Torino, Roma, Bologna, Milano e Busto Arsizio.
Il caso di piazza Garibaldi è stato citato anche nella mozione di Forza Italia. L’azzurro Jacopo Dozio si è detto «allibito che non si sia riusciti ad arrivare a un testo unitario perché noi parlavamo di appartenenza all’Italia. Essere italiani significa rispettare la Costituzione, i nostri valori, le nostre forze dell’ordine».
«Il nostro rammarico è doppio – gli ha replicato Carlo Borghetti (Pd) – perché voi non voterete il nostro testo che esprime solidarietà alle forze dell’ordine e apprezzamento per il lavoro della magistratura».

«A Busto ci si è mossi subito »
 

Nicola Di Marco (Movimento 5 Stelle) ha parlato di un «eccesso di mozioni sulla sicurezza o sul riconoscimento del lavoro delle forze dell’ordine, implicito per chi rappresenta le istituzioni». E l'argomento «evidentemente non è molto sentito nel centrodestra», ha aggiunto, indicando i banchi della giunta occupati solo dall’assessore Romano La Russa, chiamato a rispondere alle mozioni. «Non ci prestiamo alla strumentalizzazione del tema», ha concluso, invitando a proporre testi concreti, ad esempio sugli stipendi degli agenti.

Luca Marrelli (Lombardia Ideale) ha invece parlato di «situazione drammatica» sul fronte della sicurezza.  «Ma c’è chi continua a sottovalutare il problema», ha proseguito, evidenziando come «a Busto il Comune si sia subito mosso, con un tavolo e il prefetto, e sono poi arrivati due decreti di espulsione. Un segnale forte e chiaro da parte dello Stato. A Milano, invece, l'ex capo della polizia Franco Gabrielli, consulente del sindaco Sala, ha contestato le modalità dell’inseguimento».

Da parte sua, l’assessore alla Sicurezza La Russa si è associato alla solidarietà verso la famiglia del giovane Ramy: «È da ringraziare. Le violenze sono invece un attacco allo Stato e al governo e a subirne le conseguenze sono uomini in divisa che non fanno altro che difendere la nostra libertà, la democrazia e i nostri diritti».

L’accordo sfumato

Insomma, discussione pacata e osservazioni largamente condivise. Ma non abbastanza per arrivare a un voto e un testo unanimi.
«Stiamo dalla parte della legalità – ha insistito il capogruppo di Forza Italia Fabrizio Figini –. Chi non si ferma all’alt sa benissimo quello che potrebbe succedergli, indipendentemente da chi si tratti».

Per il capogruppo della Lega Alessandro Corbetta, «il testo del Pd è equilibrato, però non ci convince fino in fondo. Dopo la morte del povero Ramy, parte della politica e della stampa ha già sentenziato le colpe dei Carabinieri». E ancora: «Per noi si deve partire da fatto che se c’è un posto di blocco ti devi fermare».
«L’autorevolezza delle forze dell’ordine passa pure dalla necessità di evitare che singoli operatori possano essere considerati al di sopra della legge – ha sostenuto Majorino –. Sull’inseguimento diciamo che sia la magistratura a decidere. Senza però nemmeno emettere una sentenza di innocenza preventiva».

Garavaglia ha invece imputato ai dem una «mancanza di coraggio» nell’indicare la «matrice di questi disordini», organizzati «prevalentemente da gruppi afferenti ai centri sociali».
L’astensione della maggioranza ha portato alla bocciatura della mozione del Pd. Approvate, invece, quelle del centrodestra: i consiglieri di Fdi hanno mostrato i cartelli con la scritta «Basta aggressioni contro le forze dell’ordine».

Riccardo Canetta


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