Ancora un episodio violento in centro a Busto, rapidamente risolto dalla Polizia. La Volante del Commissariato è intervenuta in un bar dopo la segnalazione, da parte dei baristi, di una grave minaccia ricevuta da un uomo. Una volta giunti sul posto, gli agenti hanno appreso che il soggetto, un giovane di origini albanesi, già nella giornata precedente si era reso protagonista di un episodio violento: aveva consumato un caffè senza pagarlo e, di fronte alle rimostranze dei baristi, aveva ribaltato alcuni tavolini del dehors, insultando e minacciando i presenti.
Nonostante l'invito ad andarsene, l'uomo è tornato la domenica sera, in prossimità dell'orario di chiusura, con l'intento di "regolare i conti", minacciando nuovamente i due baristi e pretendendo dagli stessi del denaro minacciandoli di lesioni in caso contrario.
Successivamente si è appostato fuori dal locale, aspettando l'uscita dei dipendenti, ma si è allontanato prima dell'arrivo della Volante.
Grazie alla descrizione fornita, il soggetto è stato rintracciato poco dopo all'interno di un altro esercizio, dove stava consumando un pasto. Quando i poliziotti sono intervenuti per identificarlo compiutamente e procedere nei suoi confronti, l'uomo ha cercato l'appoggio di alcuni connazionali presenti nel locale, tentando di intimorirli. Gli agenti sono comunque riusciti a bloccarlo e a condurlo in Commissariato, nonostante lo stesso, sempre con lo scopo di farli desistere, chiedesse attraverso il 112 NUE l’intervento dei Carabinieri ai quali, intervenuti, dichiarava di essere stato picchiato e di essere vittima di un abuso di potere.
L'uomo è stato tratto in arresto per resistenza a pubblico ufficiale ed indagato per estorsione e minaccia.
Nei suoi confronti il Questore di Varese ha emesso il c.d. “DASPO WILLY”, per la durata di 2 anni, provvedimento che prevede il divieto di accesso ai locali e agli esercizi pubblici situati nella zona del centro della città di Busto Arsizio, teatro dei gravi episodi di cui l’uomo si è reso protagonista.
La violazione al provvedimento comporta la reclusione da uno a tre anni e la multa da 10.000 a 24.000 euro.