Territorio - 11 gennaio 2025, 09:17

Leggiuno terra di frutta esotica, sulle sponde del lago nasce e cresce la feijoa: «Ho acquistato il terreno prima ancora di sapere cosa farne»

Nel 2019 nella frazione di Reno, Roberta De Rosa ha aperto un'azienda agricola che produce questa pianta molto nota e diffusa in Brasile, Australia e Nuova Zelanda: «Un'avventura nata con i miei 60 anni, ho scelto questo frutto tra quattro, senza averlo mai assaggiato e senza mai essermi occupa di agricoltura. Durante la pandemia potavo le piante seguendo video su WhatsApp. La feijoa sta iniziando ad essere conosciuta anche nel Varesotto e alla gelateria di Cerro si può gustarla anche come gelato»

Il frutto della feijoa a Leggiuno

Leggiuno non finisce mai di stupire e sorprendere. Nella frazione di Reno, in via Brughera vicino all'oasi naturalistica della Torbiera, nel 2019 è nata un'azienda agricola guidata da Roberta De Rosa, che produce un gustoso frutto esotico, la feijoa: una pianta che proviene prevalentemente dal Brasile, ma che è molto diffusa anche in Australia e Nuova Zelanda. 

La sua introduzione in Europa e in Italia ha avuto inizio prevalentemente grazie a giardinieri “esotici” che la utilizzavano come pianta decorativa ed originale grazie ai bellissimi fiori delicati e profumati, caratterizzati da petali bianchi e rosa, leggermente carnosi ed ai lunghi pistilli rossi.

Solo in seguito si è capito che la pianta produce anche frutti molto gustosi, profumati (la feijoa appartiene alla famiglia delle myrtacee) e soprattutto ricchi di molte sostanze nutritive che fanno bene anche alla salute. 

Signora Roberta, com’è nata allora l’idea della coltivazione della feijoa a Reno di Leggiuno?

Come spesso capita si è trattato di un insieme fortunato di combinazioni. Il terreno dove adesso sorge la coltivazione fu messo in vendita dai proprietari che avevano fretta di concludere e io che ero quasi confinante col terreno in questione, col supporto di mio marito, ho perfezionato l’acquisto prima ancora di sapere esattamente cosa ne avrei fatto.

Cosa vi ha spinto a iniziare la coltivazione di questo particolare e poco noto frutto esotico?

Dopo aver acquistato il terreno, ho cominciato a pensare e a chiacchierare con chiunque mi fosse arrivato a tiro chiedendo come avrei potuto utilizzarlo al meglio. Ho fatto qualche ricerca su quali tipi di piante da frutto avrei potuto mettere a dimora. Durante una delle mie chiacchierate, un agronomo della zona mi ha segnalato un’azienda agricola del Bergamasco che aveva l'obiettivo di sviluppare un nuovo modello di agricoltura che fosse sostenibile e autosostenente, senza bisogno di sussidi pubblici. E come? Ho chiesto io. Risposta: “Collaborando con piccoli agricoltori che coltivino con noi i frutti esotici a chilometro zero. Noi poi ci occuperemmo di affiancare i piccoli produttori nella coltivazione e nella distribuzione dei prodotti”. L’idea di collaborare ad un progetto promosso da ragazzi giovani e di essere assistita nella produzione mi parve una soluzione perfetta e mi ci sono buttata a capofitto. 

Coltivare la feijoa è stata insomma anche una scelta di vita?

La mia avventura è partita senza avere un'esperienza agricola. Nella mia vita lavorativa ho fatto tutt’altro, questa esperienza era un qualcosa di nuovo, proprio ciò che cercavo in virtù del prossimo compimento dei miei sessant’anni. Si dice che a 60 anni inizi la quarta età della vita ed io sinceramente sognavo di lanciarmi in qualcosa di dinamico e anche un po’ fuori dagli schemi. Ed ecco la scelta delle piante: le più adatte al terreno che avevo e alla zona era la coltivazione di feijoa. La scelsi tra quattro possibili frutti senza averne mai assaggiata una.

Com'è andata la coltivazione in questi anni? 

Ho acquistato e piantato le piante nel 2019, sapendo che i primi frutti avrebbero fatto la loro comparsa non prima di 4 anni ed il primo anno è passato abbastanza tranquillamente. Ma quando ha cominciato a presentarsi il problema delle prime potature è scoppiata la pandemia. Era quindi impossibile che i ragazzi potessero seguirmi visto che gli spostamenti erano vietati. Le prime indicazioni di potatura le ho ricevute con un video su WhatsApp dove mi veniva indicato grossomodo cosa fare. Peccato che la piantina che veniva utilizzata nel video era perfetta, dritta con pochi rami, mentre le mie erano piuttosto fantasiose nello sviluppo. Avevo difficoltà a trovare professionisti del settore che potessero darmi i consigli utili e necessari. Poi, grazie al fatto che viviamo nell’epoca di Internet, ho potuto studiare le caratteristiche delle piante, vedere video di altri coltivatori che mostravano come fare. Sembravano consigli utili anche se a a volte si trattava di coltivatori che vivevano in Nuova Zelanda. Lo stesso per quello che riguardava le dovute concimazioni per giovani piante che dovevano crescere: Internet, telefono, mail con alcuni coltivatori sparsi sul territorio nazionale e internazionale.

Un lavoro impegnativo dove occorre sempre studiare e tenersi aggiornati?

Piano piano cominciavo a rendermi conto che il tema era estremamente complesso e che avrei avuto bisogno di un consiglio da un vero agronomo. Nell’ultimo anno ho finalmente trovato un professionista esperto di piante esotiche, che aveva vissuto nel Varesotto e che ora è tornato ad abitare in Sicilia ma che mi segue da lontano con simpatia e competenza. Ricordo che la prima domanda che mi fece quando lo contattai fu: “Mi scusi, ma vorrei sapere come le è venuta l’idea di una coltivazione di feijoe nel Varesotto?” Il tono era sorpreso, allegro e pieno di ottimismo ed è nata subito una simpatica collaborazione.

Come si coltiva la feijoa in un terreno che si affaccia sul lago Maggiore? 

Nel 2020 c’è stata una nevicata piuttosto forte che purtroppo ha rotto molte piante: alcune ho potuto aggiustarle, altre ho dovuto rimpiazzarle. È così ho scoperto che le piante, che sono molto resistenti a malattie e batteri, per cui non hanno bisogno di nessun trattamento anticrittogamico, sono però piuttosto fragili “meccanicamente”. Ecco quindi la necessità di legare le chiome nel periodo invernale per ridurre i rischi di rotture causate dal vento, ricordandosi poi di “liberarle” nel periodo primaverile per permettere alle foglie la migliore esposizione al sole e la ricca e bellissima fioritura, necessaria per l’impollinazione.

Com'è andato il primo raccolto nel 2023?

Direi abbastanza bene per essere il primo: sono stati prodotti circa 400 kg e devo dire che l’ho considerato un buon risultato. Anzi in realtà la produzione mi ha trovato quasi impreparata. Ho dovuto improvvisare un grande cartello posto sul campo a Reno, per annunciare ai passanti l’inizio della produzione. La distribuzione è stata un po’ improvvisata e ho avuto l’aiuto del nostro bellissimo negozio di frutta e verdura di Leggiuno che è noto per la perizia di Marcella che certamente i lettori di VareseNoi già conoscono.

Quest’ anno la coltivazione com'è andata?

La produzione è stata un po’ più scarsa a causa di una settimana di temperature più basse del normale proprio nel periodo di massima fioritura, unite a piogge abbondanti. Questo pare aver un po’ complicato la vita alle api. In effetti noi abbiamo anche un bellissimo e grande tiglio in giardino, che normalmente nel periodo della fioritura risuona del ronzio delle api, ma quest’anno ha “ronzato” meno degli anni scorsi. In compenso avevo migliorato la mia strategia di raccolto e quindi i frutti erano veramente buoni quest’anno.

Il frutto è conosciuto e richiesto sul nostro territorio?

La feijoa va a ruba. Il frutto piace molto e sta cominciando ad essere conosciuto.  Non ho ancora veramente affrontato la questione della trasformazione della frutta per produrre marmellate sciroppi o altro. I frutti sono buonissimi freschi e finché la produzione non raggiungerà livelli più alti non sarà necessario trovare modi alternativi di consumo. Solo con la gelateria Lo Sciabalino di Cerro di Laveno abbiamo iniziato una piccola collaborazione: il gelataio Alessandro fa un gelato buonissimo con le mie feijoe, veramente apprezzato, fresco e digestivo. Ha riscontrato molto successo tra gli amanti del gelato.

Quali sono le sue proprietà nutrizionali?

È molto nutriente, è ricco di vitamina C  e di antiossidanti. Se siete interessati a maggiori dettagli cercate le proprietà delle feijoe sul sito www.humanitas.it: le informazioni sono un po’ più scientifiche del generico “è un frutto che fa benissimo”. E’ un frutto che oltre ad essere mangiato, si presta alla produzione di marmellate torte e liquori, ma attualmente li sto sperimentando solo a casa, per la famiglia, anche se tra i miei clienti, in diversi mi hanno già detto di avere fatto esperimenti molto interessanti.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Seguire la coltivazione in modo da ottenere la piena produzione prevista dalle mie circa 350 piante, così da poter avviare la sperimentazione nel produrre sciroppi, liquori, conserve. Tenente conto che il tempo del raccolto va dalla fine di ottobre alla fine di novembre. Vedremo se il prossimo anno sarà un po’ più generoso dei due precedenti. Sarà mia premura tenervi aggiornati al prossimo raccolto, che stagione permettendo, sarà verso fine ottobre 2025. Consiglio anche di venire in azienda in primavera per vedere il magico fiore di questa stupenda pianta. Assicuro che dona alla vista un effetto cromatico stupefacente, una sorta di piccola isola esotica a ridosso del Lago Maggiore. 

 

Claudio Ferretti