Busto Arsizio - 11 gennaio 2025, 18:04

Disordini in centro a Busto, fuoco di fila da Fratelli d’Italia

Dopo i fatti di venerdì notte, dal partito di Giorgia Meloni si moltiplicano commenti e prese di posizione. Dalla definizione di “follia maranza” del capodelegazione al Parlamento Europeo, Carlo Fidanza, alla sinistra che «..schiaccia l'occhiolino a questi ragazzi per non ammettere il fallimento delle sue politiche» secondo Romano La Russa. Francesca Caruso: «Ci vogliono punizioni esemplari»

Reazioni a raffica (le prime, dai segretari provinciale e cittadino della Lega, oltre che dall'assessore comunale alla Sicurezza QUI) dopo i fatti di piazza Garibaldi  (vedi QUI). Si accavallano, in queste ore, le dichiarazioni, soprattutto da parte di esponenti di Fratelli d’Italia, su disordini, cori, comportamenti minacciosi da parte di giovani, in gran parte presumibilmente di origine straniera, anche nei confronti delle Forze dell'ordine.

Il consigliere comunale Francesco Attolini (già responsabile provinciale Fdi del Dipartimento Sicurezza, Legalità e immigrazione) trasmette il pensiero espresso dall’assessore regionale Romano La Russa, da lui contattato: «Quanto successo a Busto Arsizio è la replica di quanto successo a Capodanno in piazza Duomo a Milano. Oggi vediamo il risultato di anni di immigrazione incontrollata, sponsorizzata dalla sinistra.  Quel che preoccupa di più sono le seconde generazioni, attrici principali di questi episodi che con strafottenza pensano e credono di poter fare quel che vogliono. I maggiori responsabili sono sicuramente le famiglie che non hanno saputo trasmettere ai figli il senso del rispetto del paese che li ha accolti. La cantilena che il nostro paese ha bisogno degli immigrati deve finire, noi abbiamo bisogno prima di tutto di persone oneste e rispettose. Hanno trovato nel nostro paese il loro Paradiso di impunità. La polizia oggi ha paura di intervenire perché una certa parte di politica legata al mondo della sinistra schiaccia l'occhiolino a questi ragazzi per non ammettere il fallimento delle loro politiche. Per oltre 15 anni hanno detto che dovevamo accogliere, promuovendo anche marce su questo tema, oggi chi paga la violenza di questi ragazzi sono gli italiani ma sono anche tutti quegli immigrati che si sono integrati, sono proprio loro i primi a condannare quanto accade. Oggi come sempre va la mia solidarietà alle forze dell'ordine».

Dalla Regione arriva anche la posizione dell’assessore Francesca Caruso: «Ennesimo episodio commesso contro le nostre forze dell’ordine, alle quali va espressa gratitudine.  Lo avevamo visto a Milano a Capodanno e lo rivediamo qui nel Varesotto. L’emulazione di gesti che vanno condannati senza se e senza ma. Mi auguro che, almeno in queste occasioni, ci siano condanne unanimi verso chi, in una tranquilla sera, crea situazioni di disagio e di insicurezza per le nostre comunità. Siano puniti in modo esemplare. Mi aspetto che ci sia una espressione di solidarietà alle nostre forze dell’ordine anche da chi, troppo spesso ultimamente, balbetta quando si tratta di condannare simili gesti.

Carlo Fidanza, capodelegazione Fdi al Parlamento Europeo: «I fatti verificatisi ieri sera nel centro di Busto Arsizio, dove decine di giovani stranieri hanno impedito alla Polizia di fermare due scalmanati ubriachi fuori controllo insultando le Forze dell’Ordine, il governo e Giorgia Meloni, sono di una gravità assoluta. È l’ennesimo segnale che la ‘follia maranza’ ha oltrepassato il segno e che questo giovani immigrati di seconda generazione si sentono ormai al di sopra dello Stato e di qualsiasi legge. Di fronte a chi disprezza le nostre regole e la nostra civiltà non c’è integrazione che tenga, serve il pugno duro da parte di tutte le istituzioni, magistratura compresa.  La mia solidarietà alle forze dell’ordine, che hanno saputo gestire con calma una situazione critica, assicurando poco dopo alla giustizia i due scalmanati, al Sindaco Emanuele Antonelli e con lui a tutta la cittadinanza di Busto Arsizio e naturalmente a Giorgia Meloni, fatta bersaglio di insulti perché non si piega alla dittatura di queste minoranze».

S.T.