Giovedì 16 gennaio torna a riunirsi il Consiglio comunale di Busto Arsizio. E si riparte da dove eravamo rimasti, con la discussione sull’incompatibilità da consigliere dell’attuale assessore Matteo Sabba (leggi qui). Come noto, infatti, larga parte dell’opposizione ha protocollato una mozione per “censurare” (con voto palese) il comportamento dell’attuale delegato a Commercio e Sicurezza. Non si tratta di una mozione di sfiducia, poiché per poterla presentare occorrono le firme di un terzo degli eletti, ossia nove consiglieri (la minoranza conta proprio nove esponenti, ma Emanuele Fiore del gruppo misto non l’ha sottoscritta).
Questi i fatti noti. Ma, a sorpresa, all’ordine del giorno dell’assise della prossima settimana c’è anche una modifica del regolamento del Consiglio comunale che riguarda le mozioni di sfiducia.
In particolare, con una delibera portata in giunta oggi su iniziativa del sindaco Emanuele Antonelli, in vista di future situazioni analoghe si intende mettere mano all’articolo che prevede che questo tipo di mozione relativa agli assessori – e al presidente del Consiglio comunale – venga votata a scrutinio segreto. Uniformando quindi il meccanismo con quello previsto per il sindaco (per «appello nominale»), che non lascia spazio al rischio di franchi tiratori “protetti” dal segreto dell’urna.
È stato ritenuto «opportuno, per ragioni di trasparenza dell’azione amministrativa e di coerenza del testo regolamentare con le norme statutarie vigenti – si legge nella delibera – modificare gli articoli 4 e 9 prevedendo, in luogo dello scrutinio segreto, la votazione palese per appello nominale».
«Abbiamo deciso di rendere palese anche questo voto. Rimediamo a una stortura di cui ci siamo accorti visto che si è parlato di mozioni di sfiducia», spiega Antonelli.
Certo, si sarebbe anche potuto optare per ottenere l’omogeneità prevedendo il voto segreto anche per il sindaco. «Ma perché? Siamo uomini, non bambini che si nascondono – dice Antonelli – Si vuole giocare su questo? Io non mando a casa i consiglieri, ma gli assessori, se lavorano male. I consiglieri facciano quel che vogliono, sono loro che tengono in pugno me. Se si vuole sfiduciare qualcuno, bisogna metterci la faccia».