Si sono svolti oggi pomeriggio nella Basilica di Sant'Ambrogio a Milano, i funerali di Rosita Missoni, l’eclettica stilista morta lo scorso 2 gennaio all’età di 93 anni.
La bara, posta su una base avvolta da un drappo dell’iconico tessuto Missoni, è di forma essenziale, in legno chiaro, impreziosito da fiori in carta, disegni e dediche realizzate dai suoi nipoti. All’ingresso della basilica anche un albero decorato con cuori rossi.
Diverse le personalità presenti, tra cui il presidente della Camera Nazionale della Moda, Ennio Capasa, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana oltre ad Alessia Cappello, assessore allo Sviluppo economico e Politiche del lavoro del Comune di Milano e Barbara Mazzali, assessore regionale al Turismo.
«Rosita insieme al marito Ottavio sono stati i primi a venire a Milano a sfilare, dunque sono tra gli artefici principali del sogno milanese e dell’idea della Milano Fashion Week. Sono sempre stati una colonna portante della nostra industria, del nostro sistema e anche un po’ di quella attitudine tutta italiana, l’italian style, raccontando la moda in una maniera molto personale». Così il presidente della Camera nazionale della moda italiana, Carlo Capasa, entrando nella basilica di Sant’Ambrogio.
«Rosita e Ottavio Missoni - ricorda Capasa - hanno inventato uno stile con creatività e pragmatismo, perché poi l’hanno saputo mettere a terra. Ci lasciano l’idea che in Italia, quando si fa qualcosa di speciale, poi questo viene riconosciuto e si diventa quei narratori dell’italian style come lo sono stati loro».
«In particolare Rosita - afferma il presidente della Cnni - l’ho sempre considerata una persona dotata di grande umanità. Era in grado di interagire con tutti, con la gente della moda e non, con i giovani e i meno giovani. Aveva una parola per tutti, una capacità di rapporto unica. Grande umanità e grande disponibilità, dimostrata anche con il suo impegno verso le persone e il sociale».