Torna l'appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti, alle leggende e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l'associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda.
LA "LANCIA" FANTASMA
Caldana è una frazione di Cocquio Trevisago tempo fa ritenuta a torto un luogo prediletto dal Diavolo, in realtà è un bel paesino dalle caratteristiche viuzze e cortili immerso nel verde dei boschi di castagni. Però bisogna dire che realmente alcuni luoghi di Caldana evocano strane atmosfere. Una cappella abbandonata soprattutto. Fino agli anni '60 si mormorava della presenza di uno strano fantasma: uno spettro motorizzato!
“Questa è la storia che mi ha raccontato il pittore, lui ha avuto la sfortuna di vederla e come sai poi è morto male. Ma io l'avevo già sentita da altri questa storia. Oggi tutti morti. Subito dopo la Grande Guerra quando circolavano poche auto, una macchina faceva scalpore e la gente se la ricordava bene. Così ricordò bene la grande Lancia di colore nero che comparve per la prima volta a Caldana una sera d'inverno mentre cadeva una neve sottile.
L'auto passò col motore che ronfava, e poi ripassò due o tre volte lentamente come se il guidatore avesse appuntamento con qualcuno. Accostò ad un giovane (non tanto giusto, un po' lo scemo del paese) che stava tornando a casa ed il ragazzo salì a bordo.
Poi l'auto ripartì alla volta di Orino. Nessuno notò (se non dopo) che l'auto non aveva lasciato tracce di pneumatici! Il ragazzo non tornò più a casa e il suo cadavere venne rinvenuto nei boschi del Cerro qualche giorno dopo, apparentemente era morto assiderato.
Nei venti anni seguenti l'automobile nera comparve varie volte, sempre nelle notti Qualche volta o pioveva o nevicava, e a volte scompariva qualcuno. Qualche volta il cadavere veniva ritrovato, più spesso sembrava che si fossero dissolti nell'aria. Quando si rinveniva il cadavere la morte era sempre attribuibile a infarto ("mal di cuore" si diceva allora).
Si era nel ventennio fascista e le autorità in questi casi strani mettevano tutto a tacere con l'idea di non turbare l'opinione pubblica. E d'altra parte dov'era il delitto?
Durante la guerra i casi furono sporadici. ma sempre uguali e sempre tra Caldana, Azzio e Cuvio. Ormai la vecchia auto nera era "segnata" e chi la vedeva arrivare per prudenza si rintanava nel buio di un portone.
Sparita l'auto saltava fuori e correva a vedere se quello che si sussurrava fosse vero: sì, i pneumatici dell'auto nera non lasciavano impronte, nemmeno sulla neve, come se andasse sollevata dal suolo!
Il mistero si chiarì nel 1947 o 48 quando una mia amica di Milano, qui in vacanza, che allora aveva 18 anni e non sapeva nulla della storia dell'auto, tornando la sera da Cocquio a piedi, vide l'auto spuntare dal buio e fermarsi accanto a lei. Pensò volessero chiedergli qualche informazione e si avvicinò.
La portiera si aprì e una mano d'uomo ricoperta da un guanto si sporse in fuori. Era troppo buio per vedere dentro, si scorgeva solo una sagoma scura. Un profumo strano e intenso usciva dall'abitacolo e stordiva la fanciulla. Senza una parola la mano guantata afferrò la ragazza e lei si sentì svenire. Stava per salire a bordo quando in un barlume di lucidità scorse l'interno della vettura: completamente vuoto! Vi era solo la mano col guanto che, come animata di vita propria la tirava dentro!
La ragazza urlò e si gettò a terra all'indietro. La portiera si chiuse violentemente... senza rumore! E l'auto ripartì silenziosa, scomparendo dopo una decina di metri: non correndo, non scomparendo nel buio, proprio svanendo nel nulla, come disintegrandosi!
Si dice che i pochi che videro l'auto nera dopo questo episodio siano tutti morti d'infarto a qualche mese di distanza. Tutti tranne il pittore che visse qualche anno di più, ma ditemi: avete visto i suoi ultimi quadri? A cosa vi fanno pensare?"
POST DE "LA VARESE NASCOSTA"
(Tratto da “fantasmi nostri”. Roberto Corbella, Macchione editore)