Tira una brutta aria sul lago di Varese e sulla provincia. Non ci riferiamo ovviamente alla brezza pungente dell’inverno lacustre, ma alla situazione drammatica in cui versa il sistema economico della nostra provincia e che colpisce in primo luogo lavoratrici e lavoratori.
E il primo pensiero non può non andare ai dipendenti Beko di Cassinetta che quest'anno difficilmente passeranno un Natale sereno visto il "piano" esuberi da 541 posti presentato dall'azienda (senza contare gli impiegati) e che verrà ridiscusso a gennaio in una nuova riunione del tavolo ministeriale. Stesso percorso per i 133 lavoratori della Meta System di Mornago (settore automotive) che rischiano il posto e del quale si discuterà sempre al Mimit il 15 gennaio. Ha invece già chiuso i battenti, per fallimento, per restare sul lago di Varese, la Ilma Plastica di Gavirate. E' in difficoltà anche un'altra gloria industriale del territorio come MV Agusta schiacciata dai debiti del brand proprietario, l'austriaca Ktm.
Per inciso parliamo di quattro aziende varesine ma per le quali, eccetto Ilma Plastica, le decisioni vengono prese ben lontane dal Varesotto e fuori addirittura dall'Italia ovvero in Turchia, Cina e Austria.
Queste le aziende "note" in crisi a cui aggiungere il sottobosco di quelle meno conosciute o più piccole, magari facenti parte dell'indotto delle "grandi" o delle imprese artigiane che stanno vivendo un periodo difficile.
Anche i numeri e le analisi statistiche prodotte non sono incoraggianti per l'economia della provincia di Varese: un'indagine della Uil Lombardia attesta che nel 2024 sono calate le assunzioni, l'apprendistato e pure la qualità dell'occupazione. Sempre un'indagine del sindacato ha fatto emergere un aumento del ricorso alla cassa integrazione del 28,8% nei primi otto mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023.
Confindustria Varese ha calcolato invece un calo delle esportazioni, spina dorsale del nostro sistema economico, nei primi nove mesi del 2024 pari al 6,5%.
Numeri allarmanti insomma che, però, sembra non preoccupino più di tanto il dibattito nazionale sull'argomento, benché la nostra provincia traini l'economia italiana.
Ma non dobbiamo limitarci ai numeri: dietro alle statistiche ci sono sempre donne e uomini in carne e ossa, famiglie, persone che vedono il loro futuro e quello dei loro cari incerto.
Il 2025, per loro, sarà un anno decisivo: non bastano più i buoni propositi, le passerelle ai presidi dei lavoratori, le interrogazioni consiliari e parlamentari. Chi ha il potere di decidere, lo faccio e dica quale politica industriale perseguire anche a livello territoriale: aspettare passivamente gli eventi, come fatto finora, potrebbe avere conseguenze drammatiche, in primis sulla pelle delle persone.
Ciascuno faccia la propria parte e non dica, come sempre, che tocca a qualcun altro intervenire perché ciò che accade non è di sua competenza. Un elogio meritano i Comuni che, in questo senso, pur avendo pochi poteri si schierano concretamente e senza esitazioni a fianco dei lavoratori: pensiamo ad esempio alle amministrazioni di Biandronno per Beko e a quella di Gavirate per Ilma Plastica che hanno messo sul tavolo progetti di ricollocamento occupazionale.