E ora la missione che potrebbe svoltare la stagione: portare anche in trasferta la voglia di impegnarsi al 100% e soprattutto la capacità di imporre il proprio gioco.
Davanti agli occhi due tipi di immagini: da una parte le imprese contro Virtus e soprattutto Milano, dall’altra le scene mute di tanti viaggi lontano da Masnago, soprattutto quello di Cremona. Qual è la vera Varese?
Se lo chiede anche Herman Mandole, tornato giustamente sul “chi va là” dopo l’euforia “salvatutto” (non solo la sua panchina, che in realtà non ha mai traballato davvero) del derby: «La realtà è che non abbiamo fatto niente alla fine, abbiamo sei punti e abbiamo una classifica che non vogliamo. Ma ora sappiamo che se giochiamo la nostra pallacanestro abbiamo più opzioni per vincere: se invece giochiamo come vuole l’altra squadra non possiamo arrivare alla vittoria. Si può vincere in diversi modi, ma noi abbiamo il nostro modo e non dobbiamo allontanarci da esso».
Il punto centrale è proprio questo: in attesa di trovarne altri, o almeno sarebbe auspicabile, Varese ha davvero oggi una sola strada da percorrere se vuole alzare le braccia sul traguardo più frequentemente, quella di essere completamente se stessa. Volare in contropiede anche dopo canestro subito, correre sempre, difendere aggressiva e di anticipo, giocare il massimo numero possibile di possessi, sfiancare l’avversario: finora questo film è stato proiettato solo tra le mura amiche. «Dobbiamo portare la nostra pallacanestro anche fuori casa: quando tu hai uno stile lo devi portare ovunque - dice il coach - Finora non lo abbiamo fatto per diversi motivi: ci abbiamo provato contro Trento, ma poi Mannion si è scavigliato e nelle partite dopo è rimasto fuori. Poi abbiamo inserito due nuovi giocatori, e ci è voluto del tempo per farli rendere. Sono però tutte delle scuse, e ora non abbiamo più scuse: sono quattro settimane che la squadra si allena al completo e quindi ora dobbiamo riuscirci».
E allora se missione deve essere, bene iniziarla contro un’avversaria tra le più complicate, così da sgombrare il campo da equivoci: non sarà facile. La Unahotels di Dimitris Priftis è la terza forza del campionato, 16 punti in graduatoria a parimerito con la Virtus, viene da cinque vittorie consecutive in Italia ed è l’opposto filosofico dei biancorossi, ovvero penultima nel face, prima nel defensive rating, terza nei rimbalzi totali e offensivi.
Merito di una contraerea che fa sembrare i contendenti dei lillipuziani: Faye (tra i migliori rimbalzisti della Serie A), Gombauld, Cheatham (a volte schierato addirittura da 3), Grant, ora l’ex stella Faried per sostituire l’infortunato Smith. E anche tra gli esterni non mancano i campioni, contando la classe di Winston e Barford e l’esperienza di Michele Vitali: «Reggio è fortissima - continua Mandole - Lo dice la classifica stessa. Noi dobbiamo fare lo stesso lavoro a rimbalzo difensivo fatto contro Milano. Hanno tre lunghi, più Grant, più Cheatham, hanno una fisicità di alto livello, ma noi abbiamo dimostrato che possiamo combattere a questo livello a rimbalzo. Ma se non facciamo questo lavoro, i problemi li avremo contro qualsiasi squadra, non solo con Reggio Emilia».
Negli occhi, e negli auspici, c’è la durezza mentale mostrata contro le “scarpette rosse”: «Tante volte abbiamo detto che dobbiamo essere più duri. Contro Milano i giocatori hanno giocato per noi, perché - come ha affermato Marco Legovich in conferenza stampa - se in questa società tocchi uno, tocchi tutti. E abbiamo dimostrato voglia di vincere e di dare tutto per gli altri. Ora dobbiamo imparare a farlo sempre, non solo quando la gente è incazzata. Questa deve essere la base. Poi si può anche perdere. Gli allenamenti ci stanno dicendo che siamo sulla buona strada e anche la forma fisica aiuta».
L’ultima battuta nel venerdì consacrato al coach è su Kao e Tyus: «Sono due giocatori in cui ripongo tanta fiducia. Sono diversi, completamente. Kao oggi è arrivato a 21 partite da professionista: normale che i cambiamenti di squadra lo abbiano portato a soffrire, in attacco e difesa e in termini di esperienza. Alla fine della stagione sarà un giocatore completamente diverso, grazie al lavoro che sta facendo con i ragazzi del mio staff».