Hockey | 18 dicembre 2024, 23:07

I Mastini sono uomini, non macchine: cadono sfiniti dopo 11 battaglie vinte contro un Aosta più forte (2-5)

Le ultime tre grandi sfide giocate in sei giorni e la lunga striscia vincente hanno un po' svuotato di energie nervose il Varese che contro una corazzata anche disciplinata perde nettamente. Alla fine i giocatori vengono applauditi e ringraziati da mille persone per tutto quello che hanno fatto fin qui

Marcello Borghi pare assediato dalle truppe dell'Aosta (foto Galbiati)

Marcello Borghi pare assediato dalle truppe dell'Aosta (foto Galbiati)

Per chi sono quegli applausi torrenziali e i cori potenti che scendono dalla curva giallonera a fine partita? E quelle mille mani che si allungano sulla balaustra al giro di pista conclusivo? E il pubblico tutto in piedi chi sta aspettando? Il Varese ha rivinto la Coppa o il campionato? Ha battuto il Caldaro? 

No, il Varese ha perso nettamente contro l'Aosta in una partita forse veramente in bilico solo all'inizio e nel lampo dell'uno-due che lo ha riportato sotto di un gol nel secondo periodo (dallo 0-3 al 2-3), eppure viene omaggiato più che nelle 11 vittorie consecutive (11!) che l'avevano portato sino a questa sfida perché la gente, qui dentro, ha lo stesso cuore che batte sotto le maglie giallonere e del portierone aostano Alessandro Tura, uomo speciale e vero, che finisce sotto la Nord a ringraziare alzando la stecca, ricambiato da un'ovazione, il sempre suo pubblico.

Il diavolo Aosta è davvero così brutto come lo si dipinge? Un po' sì perché è forte fisicamente, corazzato, decisivo nelle piccole grandi cose che fanno la differenza (ingaggi, lotta alla balaustra, precisione nei passaggi, dischi recuperati) e perfino disciplinato, quadrato in difesa (Moucka è stato superlativo, miglior centro avversario visto fin qui) e, quando parte in velocità, è capace in pochi passi di piombare davanti a Perla, e un po' no perché il Varese è arrivato a questa sfida quasi esausto dal punto di vista nervoso (terza grande partita in sei giorni, praticamente un playoff, contro una squadra di professionisti e non di uomini-lavoratori) e ha dimostrato, in una gara secca alle final four, di potere arrivare a giocarsi la vittoria contro gli stessi avversari ma in condizioni psicofisiche migliori, con un Bertin e un altro necessario rinforzo in più, magari in difesa.

Sono uomini, non macchine. Uomini che lavorano sul ghiaccio e nella vita. Dopo 11 vittorie di fila, tutte o quasi sputando l'anima e forse dando anche più di ciò che aveva, il Varese appare un po' scarico mentalmente e lo si vede dalla mancanza di lucidità sia in attacco (Tilaro ha fallito un gol che di solito farebbe anche a occhi chiusi, così come Marcello Borghi nel finale) e arrivando sempre un centimetro dopo sul disco, negli ingaggi, nei contropiede, nelle uscite dai contrasti. 

Nel primo tempo Carmine Buono buca Perla con un tiro che appare più un appoggio in cerca di una deviazione vincente che una stoccata fulminante (è l'1-0) e Nimenko è la sentenza del 2-0 in superiorità numerica.

Manca un po' di fuoco, anche se sono pur sempre Mastini e luccicano zampilli d'anima giallonera nella ripresa dopo che Perla ha salvato i suoi dall'iniziale dominio valdostano (una parata su Nimenko in uno contro zero è semplicemente da Perla) che produce comunque il 3-0 ospite con Christian Buono a fare tutto da solo, e tutto bene. Pietro Borghi su assist di Tilaro lancia il primo cerino nella polveriera (1-3), prima che la bomba di Ghiglione incendi gli spalti (2-3), ma poi è Berger a riallungare con un tiro da lontano apparso comunque non irresistibile nel sette (2-4).

Cuore giallonero nell'ultimo periodo, ma c'è solo il tempo per il pokerissimo sulla botta di Lysenko e l'assedio finale della squadra di Glavic in power play e senza portiere. Ma anche lì, davanti alla porta di Tura, perfino il gol più facile è sembrato una montagna troppo alta da scalare dopo aver scavallato un infinito tappone dolomitico di 11 salite. 

Varese-Aosta 2-5 (0-2, 2-2, 0-1)
Reti: 6’10” Carmine Buono (Timpone, Garau) 0-1, 14’53” Nimenko (Nardella, Carmine Buono) in sup. 0-2; 28’25” Christian Buono (Garau, Nardella) 0-3, 32’49” Pietro Borghi (Tilaro, Makinen) 1-3, 33’57” Ghiglione (Marcello Borghi) 2-3, 37'03" Berger (Carmine Buono, Moucka) 2-4; 56'10" Lysenko (Carmine Buono, Nimenko) 2-5
Varese: Perla (Filippo Matonti); Makinen, Crivellari, Ghiglione, Kuronen, Marcello Borghi; Schina, Perino, Vanetti, Franchini; Marco Matonti, Erik Mazzaccane, Piroso, Pietro Borghi, Tilaro; Raimondi, Michael Mazzacane, Fornasetti. Coach: Gaber Glavic
Aosta: Tura (Marinelli); Carmine Buono, Lysenko, Christian Buono, Moucka, Luisetti; Gesumaria, De Santi, Nimenko; Nardella, De Toni; De Nardin, Pfoestl, Mocellin, Timpone, Garau; Badoglio, Mazzocchi, Berger, Viliotti, Fraschetta. Coach: Luca Giovinazzo
Arbitri: Luca Boverio, Willy Vinicio Volcan (Giorgio Brenna, Riccardo Pignatti)
Note - Penalità Va 8', Ao 8'. Tiri Va 43, Ao 29. Spettatori: 987

La situazione

22ª giornata
Giovedì 19, 20.30: Fassa-Appiano, Valpellice-Como, Pergine-Fiemme, Alleghe-Feltre, Caldaro-Bressanone, Varese-Aosta 2-5. Riposo: Dobbiaco

Classifica
Caldaro* punti 54; Aosta 51; Feltre 45; Varese 44; Alleghe* 33; Appiano* 30; Pergine 28; Dobbiaco 25; Valpellice*, Fiemme* 23; Fassa 22; Bressanone* 11; Como* 10. *una partita in meno

23ª giornata
Sabato 21: Bressanone-Appiano (18), Como-Dobbiaco (18), Fiemme-Valpellice (19.30), Feltre-Caldaro (19.30), Aosta-Fassa (20), Alleghe-Varese (20.30). Riposo: Pergine

Andrea Confalonieri


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