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io_viaggio_leggero | 14 dicembre 2024, 07:00

Birmania in libertà: dalla Valle di Bagan al Golfo del Bengala

In questa rubrica troverete interviste a viaggiatori, esperienze vissute in prima persona lontano dal turismo di massa. Luoghi da scoprire, avventure emozionanti, e storie di vita. Se hai un viaggio da raccontare… scrivi a : ioviaggioleggero@gmail.com

Il viaggio di :

Angela 61 anni, guida e accompagnatrice turistica, vive a Firenze da oltre 35 anni, pur essendo originaria di Bologna. La sua più grande passione è il mare, che rappresenta per lei un luogo di libertà e connessione profonda con la natura. Ama viverlo in ogni sua forma, dal piacere di un semplice bagno fino al sogno di una vita ideale a bordo di una barca a vela.

 

 

Dove ci porti?

In Birmania oggi Myanmar. Quando ho deciso di partire, sapevo che sarebbe stato un viaggio diverso da tutti gli altri. Era una destinazione che volevo visitare da tempo, ma per via della situazione politica spesso ho rimandato la partenza. Ho scelto un itinerario che mi permettesse di vivere le diverse anime del paese: le città, la spiritualità, la natura e anche un tocco di relax sulla costa.

 

Il tuo Itinerario ?

Sono arrivata a Rangoon, dove il caos delle strade e i clacson incessanti si mescolavano alla calma quasi mistica della Shwedagon Pagoda. Non dimenticherò mai quella prima sera: il sole stava calando e la pagoda, completamente ricoperta d’oro, sembrava illuminarsi dall’interno. Intorno a me, famiglie, monaci, e fedeli in preghiera: una spiritualità palpabile che sembrava avvolgermi. Da lì ho preso un bus notturno per Bagan, e quella è stata una delle esperienze più intense del viaggio. Il tragitto è stato lungo e scomodo, ma l’arrivo ha ripagato ogni fatica.

 

Sembra essere stato un momento speciale ?

Si esatto ! Sono arrivata all’alba, con il cielo che iniziava appena a tingersi di rosa. Senza aspettare di sistemarmi, ho noleggiato un motorino elettrico e mi sono diretta verso la valle. Non avevo mai visto nulla di simile: un’immensa pianura punteggiata da migliaia di templi, alcuni intatti, altri in rovina, tutti avvolti in una nebbia dorata. Essere lì da sola, senza nessuno intorno, mi ha fatto sentire completamente connessa con quel luogo magico. Mi sembrava di percepire la spiritualità e la storia che lo attraversavano, come se il tempo si fosse fermato solo per me. È stato un momento di pura meraviglia, difficile da descrivere a parole. Mentre il sole iniziava la sua salita, mi sono seduta in un punto panoramico, e ho sognato ad occhi aperti.

 

Continua il viaggio ?

Dopo Bagan, ho proseguito verso il Lago Inle, un luogo che mi ha affascinato per la sua unicità ma che mi ha lasciato anche qualche dubbio. I paesaggi erano straordinari: i villaggi galleggianti, i giardini costruiti sull’acqua, e i pescatori che remavano con una gamba, un’immagine che sembrava uscita da un quadro. Ma ho percepito anche una certa artificialità, come se alcune cose fossero messe in scena per i turisti.

Un luogo inaspettato ?

Mandalay, una città che non colpisce subito per la sua bellezza, ma che mi ha regalato scorci inaspettati. Ho visitato il ponte U Bein, il ponte in teak più lungo del mondo, al tramonto, quando la luce del sole si rifletteva sull’acqua creando un’atmosfera unica. Qui ho visto la vita scorrere nella sua semplicità: monaci in cammino, bambini che giocavano, anziani che si fermavano a parlare.

 

Un episodio curioso ?

Durante la visita a Rangoon, l’ex capitale del Myanmar, sono rimasta sorpresa nel scoprire che in città non ci sono motorini. In un Paese dove, come nel resto dell’Asia, i motorini sono diffusissimi, questa assenza non nell’aspettavo ! Mentre cercavo di noleggiarne uno per esplorare la città, mi hanno spiegato che il divieto risale a un tragico incidente stradale in cui perse la vita la figlia di un ministro. Da allora, almeno fino al 2017, l’uso delle due ruote in città è stato proibito.

 

Parliamo dei mercati ?

I mercati in Birmania sono tra le esperienze più autentiche da vivere. C’è qualcosa di magico nel camminare tra le bancarelle, dove si vende di tutto. Ogni oggetto, ogni frutto, ogni spezia aveva una sua estetica, una bellezza che sembrava pensata per sedurre l’occhio. I prodotti erano disposti con una perfezione incredibile, come se si trattasse di un’esposizione o una mostra d’arte. E poi le stoffe, le trame, i colori, rappresentavano una sinfonia per i sensi. Non mancavano poi le piccole meraviglie: ombrellini dipinti a mano, oggetti in legno scolpiti con maestria per raccontare una tradizione che non si trova facilmente altrove. La cosa che mi ha affascinato di più, però, è stata la simpatia dei venditori. Un’interazione che fa parte del mercato, che lo rende vivo, vibrante. Ho comprato delle teste di Buddha scolpite, dei piccoli oggetti che mi ricordano, ancora oggi, la bellezza di quel luogo. Mi piace pensare che i mercati che ho visitato fossero un angolo di vita autentica, dove il vero spirito della Birmania si faceva sentire in ogni gesto. Non ricordo di aver visto animali vivi in vendita, e ne sono felice.

Come di conclude l’avventura ?

Alla fine del viaggio, dopo giorni di esplorazioni intense, ho deciso di trascorrere qualche giorno sulla costa, nel “Golfo del Bengala”. Non era il mare più bello che avessi mai visto, ma la tranquillità del luogo, con poche persone intorno e il suono delle onde, era tutto ciò di cui avevo bisogno. Mi sono seduta sulla sabbia, guardando i motorini che sfrecciavano lungo la battigia e il sole che scivolava dietro l’orizzonte, pensando a quanto fosse stato ricco questo viaggio.

Cosa di porti casa dalla Birmania ?

Ogni tappa mi ha dato qualcosa di speciale, ma ciò che porterò sempre con me della Birmania è la gentilezza delle persone. Nonostante le difficoltà che il paese ha attraversato e continua a vivere, la gente ti accoglie con un sorriso che sembra venire dal cuore. In ogni angolo ho trovato spiritualità e un profondo senso di umanità. Quando sono tornata a casa, mi sono sentita grata non solo per aver visitato un luogo così straordinario, ma anche per aver condiviso, anche se per poco, la vita di chi lo abita.

Un viaggio “nel cassetto”?

Il Vespa Raid, un’avventura unica che ogni anno porta i partecipanti dal Lago di Garda a Capo Nord in 15 giorni. Organizzato dal Club di Firenze, il viaggio prevede molte tappe ed un itinerario programmato, lasciando però versatilità su alloggi e soste intermedie. “Viaggiare su due ruote credo posso regalare una sensazione di libertà unica” e la Scandinavia, con i suoi panorami mozzafiato e la luce quasi perpetua a giugno, potrebbe essere perfetta per un’avventura come questa. Amo i viaggi autentici, e attraversare la natura incontaminata del Nord Europa rappresenterebbe per me molto più di una semplice destinazione. La scoperta di nuova terra da attraversare a velocità ridotta, mi attrae molto; dove i confini geografici sembrano ponti, piuttosto che barriere.

IN & OUT  BIRMANIA

Porta con te

  • Un Cappello di Paglia
  • La Borraccia
  • L’Apertura mentale

Lascia a casa

  • L’Abito da sera
  • L’orologio
  • L’Aggressività

Valutazione : 3 zaini

 Legenda

1 zaino (meglio andarci in vacanza )

2 zaini  (merita un viaggio ma..)

3 zaini  (vale il viaggio )

4 zaini  (viaggio da non perdere )

5 zaini  (vale più di un viaggio)

Marco Di Masci

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