La Varese Nascosta - 14 dicembre 2024, 07:00

LA VARESE NASCOSTA. Come nasce l'appellativo Bosino? Ecco la risposta

Perché i varesini sono detti "bosini"? Le ipotesi non mancano. A dare indicazioni è soprattutto il dizionario dialettale milanese del Cherubini

Torna l'appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti, alle leggende e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l'associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda. 

SIGNIFICATO E SUPPOSIZIONI CIRCA L'APPELLATIVO BOSINO

Come sia rimasto al Varesino l'appellativo di « Bosino» non è facile da spiegare, è facile invece rintracciare che cosa significa tale parola, basta aprire un dizionario dialettale milanese, ad esempio quello del Cherubini (*), uno dei migliori.

Ecco che cosa si legge alla voce « Bosin »: « BosIN... Mezzadro, contadino dell'Alto Milanese. Noi diciamo anche « Sul Bosin » per indicare in su quel di Saronno, di Varese ecc ». « Bosin. Così chiamasi fra noi quegli uomini che vanno per le città cantando o recitando quelle composizioni che son dette «Bosinad». Dalla voce «bosin» venne « bosinada », e riprendo il Cherubini: «BOSINADA... Composizione in versi vernacoli milanesi, la quale per lo più viene gridata e recitata per la città dai così detti « Bosin » есс.

Le « Bosinade » furono di grande attualità nel 700. « La maggior parte sono scritte male, ma non pertanto s'hanno il pregio così di diffondere la buona morale tra il popolo, come di far vivo ritratto delle mutazioni che d'età va sopportando il dialetto, e di conservare memoria delle costumanze e degli aneddoti del paese » (Cherubini).

Si legge nella Storia di Milano (*): « Sulle origini e sugli aspetti peculiari delle « bosinade », non è possibile dare notizie sicure. Indubbiamente, si tratta di un uso nato assai prima dell'epoca di cui ora stiamo discorrendo, (il settecento) e la chiara origine della parola può servire a una definizione tanto generica quanto ovvia: « Bosinada », infatti, è il discorso del bosin. E bosin in dialetto, vale « mezzadro, contadino, uomo rozzo di campagna ».

..Le Bosinade... sono un atteggiamento ininterrotto e spontaneo della fantasia popolare: la semplicità « contadinesca» implicita nel nome è anche un segno dello spirito lombardo, della sua dissimulata arguzia e delle sue istintive comparazioni fra saggezza e innato buon senso »

Alcuni autori di « bosinade » fecero cose poeticamente assai valide e persino il Porta diede a se stesso il nome di « bosino ». Essi non dimenticarono Varese assai caro al Balestrieri che vi faceva frequenti capatine (vedi a pag. 89) e ad altri; Bernardo Rainoldi, fu « Ciamaa dai noster Milanes. Per el Bosin del gran Vares (*) ».

E' interessante la carta linguistica della Lombardia occidentale disegnata da Gaetano Crespi poeta milanese-bustocco (*), egli vede la parlata bosina esser quella degli abitanti del territorio compreso fra il naviglio Grande e il lago di Varese « da noi distinto col nome di « Bosin » appellativo che si dà pure agli abitanti di quel territorio » (*).

Come un nome, un tempo così diffuso, sia rimasto oggi ai soli Varesini è un mistero e, si noti, ai soli varesini del centro perchè gli abitanti dei paesi vicini e persino delle castellanze avevan tutti il loro bravo, originale e pittoresco soprannome.

Si vuole poi che « bosin » derivi, per abbreviazione, (sono frequenti nel dialetto lombardo) da Ambroeusin, [« Boeusin » diminutivo di « Boeus» = Ambrogio (*)], nome col quale furono detti, dal patrono Sant'Ambrogio, prima gli abitanti di Milano, poi i loro sudditi del contado ed ora gli abitanti di Varese, che videro sempre in Milano, a cui furono legatissimi, il loro polo d'attrazione, bosini fra i bosini (si dice sia rimasto loro proprio per questo motivo).

Da quanto ho esposto appare evidente che nessun valore ha l'ipotesi che vuole che « bosino » derivi dal nome dei Bossi feudatari della Val Bodia (la zona compresa fra Daverio e Bodio), detta Val Bossa a partire dal 1717 per concessione del governatore dello stato milanese, al marchese Fabrizio Benigno Bossi feudatario della zona, Varese non ha nulla da vedere con la Val Bossa e neppure il termine « bosino » assai anteriore al 1717.

Tratto da

(4) FRANCESCO CHERUHINI: Vocabolario Milanese-Italiano, Milano, Imp. Regia Stamp

1839. (ª) Storia di Milano edita dall'Istituto Treccani, vol. XXII, pag. 648 e segg-

(G. De Castro ritiene il Rainoldi di Varese (vedi: G. DE CASTRO: La storia della poesia popolare Milanese in Arch. Stor. Lomb., Fasc, 31 marzo 1879, pag. 89). Il termine scherzoso di

• Gran Vares • appare anche in una • bosinata • varesina riportata nella cronaca Marliani (ediz. allegata alla Cronaca di Varese Adamollo e Grossi a cura di A. Mantegazza) sotto l'anno

1756 • Gran Vares le pur anch bell... *.

(*) AUGUSTO MARINONI: I dialetti da Saronno al Ticino in Panorama storico dell'Alto

Milanese, Club di Busto e Legnano, 1957, pag. 72 e segg.

(*) AUGUSTO MARINONI: op. cit., pag.

. 75.

(*) • Bocus › Ambrogio. Nome proprio. (Cherubini, Voc. cit.),

Vedi anche: DANTE ISELLA: Carlo Porta, Poesie, Ricciardi, Milano, 1958 - Nota al verso 97 della traduzione del I Canto dell'Inferno.

da La Varese Nascosta