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Basket | 13 dicembre 2024, 13:12

«Il gioco? Decide l'allenatore, scelto dai gm: abbiamo ancora fiducia. Le minacce? Non rappresentano tutta Varese»

Luis Scola ha parlato alla stampa stamattina al Campus: le sue parole nel video integrale di VareseNoi e nell'articolo. «Siamo preoccupati e occupati a lavorare la situazione. Può cambiare ancora tutto». Su striscioni e minacce: «Le critiche quando c'è passione sono una cosa buona, ma sono stati superati dei limiti molto chiari. Gli Arditi non verranno contro Milano? Daremo il loro posto ai ragazzini. Solo se tutti la pensassero come loro rivedrei l'intero progetto...». Sulle polemiche social: «Detto cose ridicole sugli sky box e sulla volontà di andare in A2»

«Il gioco? Decide l'allenatore, scelto dai gm: abbiamo ancora fiducia. Le minacce? Non rappresentano tutta Varese»

«Magari mi sbaglio, ma non penso che quello che è successo questa settimana rappresenti il sentimento della maggioranza della gente di Varese. Credo che la tifoseria varesina non sia contenta della squadra e questo è giusto, nemmeno noi lo siamo. Ovviamente se io percepissi che le cose sono successe questa settimana sono la rappresentanza totale della tifoseria varesina, rivedremo il progetto in una maniera o nell’altra»

Così l’amministratore delegato della Pallacanestro Varese Luis Scola ha parlato questa mattina al Campus, davanti alla stampa locale schierata. 

El General ha toccato diversi argomenti, parlando innanzitutto della situazione tecnica della Openjobmetis: «Siamo stati in situazioni anche peggiori di questa: continuiamo a lavorare»

Scola ha anche parlato della divisione delle responsabilità tecniche all’interno della squadra, dicendo che le questioni tecniche sono i capo all’allenatore e che l’allenatore è stato scelto dai gm.

Diverse parole anche sulle “polemiche social”, tipo quella riguardante i soldi spesi per gli Sky Box, definita “imbarazzante. 

L'ARTICOLO COMPLETO

Parla Luis Scola, finalmente.

Nell’ora più buia della Pallacanestro Varese l’amministratore delegato si fa carico di tutte le questioni davanti alla stampa varesina.

Le prime parole: «Ovviamente la situazione non è buona, la squadra non sta giocando bene e i risultati non sono buoni. Siamo preoccupati e occupati a cercare di capire come possiamo sistemare le cose. È appena trascorso un terzo della stagione, mancano ancora venti partite e anche se ci aspettavamo di essere in un’altra situazione sappiamo anche che manca tantissimo e tutto può cambiare, siamo ottimisti».

Sugli striscioni esposti dagli Arditi in settimana: «Noi siamo consapevoli che qui a Varese c’è tanta passione, e questa è una cosa buona: quando le cose vanno bene è positivo, e quando le cose vanno male il contesto diventa negativo, più che in altri posti. Accettiamo tutti i punti di vista e le opinioni, alcune giuste e altre no, poi noi siamo molto chiari su quali sono i l limiti: violenza, minacce e mancanza di rispetto sono limiti che non vogliamo si superino. Questo non è allineato con valori e principi della Pallacanestro Varese, e crediamo nemmeno con quelli della vasta maggioranza dei tifosi varesini. Gli Arditi non verranno alla partita? Va bene, nessun problema, useremo i biglietti per invitare le società del minibasket che saranno contente di venire. I tifosi sono dispiaciuti e ci sta, noi lavoriamo tutti i giorni per migliorare la situazione, e quello che diciamo ai tifosi che hanno voglia di stringere i denti e lottare con noi è che sono molto apprezzati, chi vuole essere negativo o prendere un’altra strada non c’è nessun problema, per chi è sempre con noi faremo ancora di più».

Sul fatto se abbia pensato di mollare o meno: «Magari mi sbaglio, ma non penso che quello che è successo questa settimana rappresenta il sentimento della maggioranza della gente di Varese. Credo che la tifoseria varesina non sia contenta della squadra e questo è giusto, nemmeno noi lo siamo. Ovviamente se io percepissi che le cose sono successe questa settimana sono la rappresentanza totale della tifoseria varesina, rivedremo il progetto in una maniera o nell’altra»

Sulla reazione degli sponsor a proposito della situazione: «Tutti quelli con cui ho parlato mi hanno dato supporto. Chiaramente, come tutti, non sono contenti. Sono entrati in questo progetto per fare delle cose, e quando si gioca male non c’è motivo di essere contenti. Ma tutti mi hanno dato supporto. Le cose brutte successe sono dei punti neri della settimana, ma continuiamo a lavorare su come sistemare la situazione. La negatività verso come gioca la squadra, la situazione di classifica o il rischio di retrocedere sono parte del gioco, e l’accettiamo. Ma ci sono cose che non sono vere, come chi dice che noi vogliamo perdere apposta o vogliamo retrocedere in A2… Non c’è nessun senso in questo, e mi vergogno a doverlo chiarire, se no perché andare 6+6, perché fare tanti cambi l’anno scorso… quale sarebbe il vantaggio di andare in A2?». 

La (ridicola) “polemica social” degli Sky Box: «La cosa degli Sky box è altrettanto ridicola: ho sentito dire “usate i soldi per i giocatori invece che per quelli…”. È ridicolo: intanto non li abbiamo pagati noi, ma la Regione. E il progetto è stato pensato quando io non ero nemmeno un giocatore a Varese. E noi siamo contenti di questo progetto, perché porta benefici a Varese. Usare i soldi per in giocatori? Ma quelli non sono soldi nostri… È una cosa frustrante…».

Su Herman Mandole: «Capiamo che tifosi e stampa hanno la loro opinione su di lui, ma come società non non prendiamo le decisioni per quello che dicono gli altri, ma per quello che pensiamo sia la migliore».

Sul sistema di gioco della squadra: «Chi decide come si gioca è l’allenatore, chi decide chi è l’allenatore è il management, e chi decide il management sono io, l’amministratore delegato, assieme al consiglio d’amministrazione. Sarà sempre così. le persone possono parlare ma la realtà è questa e sarà sempre questa. Abbiamo avuto quattro o cinque allenatori, e tutti con uno stile diverso, con un gioco diverso, con un sistema offensivo e difensivo diverso, con metodi d’allenamento diversi… decidono loro. Quando l’allenatore non piaceva al management sono stati cambiati ed è stato preso uno che poteva fare meglio. Io in questa catena ho la responsabilità di creare un team management in linea con quello oche vogliamo fare. È questa è la maniera di operare della Pallacanestro Varese. Oggi questo è quello che crediamo sia il modo migliore di giocare. Ci sono altre opzioni, tutte cose che vanno oltre a quello che serve la domenica, che la cosa più importante, non retrocedere è cruciale per tutti. Ma ci sono altre cose in più che dobbiamo guardare, perché abbiamo una visione diversa. Quando il club deciderà che la cosa migliore è cambiare, allora si cambierà».

Lorenzo D'Angelo e Fabio Gandini


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