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Storie | 05 dicembre 2024, 14:10

«Il Negroni migliore di Varese?». Bisogna salire sul Colle Campigli per trovarlo...

Sempre più varesini raggiungono il Palace Grand Hotel per gustarsi i drink classici come non li fa più nessuno. Merito del barman Marco Olivieri e della sua squadra: «La top 3 delle richieste? Negroni, Martini cocktail, Americano. La differenza sta in come si uniscono gli ingredienti». E non mancano le sperimentazioni ardite, come il cocktail al sapore di pop corn o il Negroni con la spuma al tartufo bianco

Marco Olivieri, esperto barman da vent'anni al Palace, con due "Sbagliatissimi" al bancone del bar interno

Marco Olivieri, esperto barman da vent'anni al Palace, con due "Sbagliatissimi" al bancone del bar interno

Dal Colle Campigli la fama, da tempo, sta percorrendo i tornanti per scendere in città: «Il Negroni migliore di Varese? Te lo fa Marco».

Marco è al secolo Marco Olivieri, esperto barman formatosi alla scuola di Nunzio Calabrese e con esperienze al Savoy di Londra e al Caffè Milano di Laveno, precursore dell’aperitivo come lo intendiamo oggi quando, negli anni ’80, nemmeno la Milano da bere lo immaginava.

Sul Colle Campigli, invece, e questo lo sanno tutti, c’è il Palace Grand Hotel, apparentemente non il primo posto nella lista del “varesino tipo” degli approdi in cui andare a sorseggiare un buon drink. Eppure di varesini “atipici” ne è evidentemente pieno il mondo, visto il successo che negli ultimi anni sta riscuotendo soprattutto d’estate il bar dell’hotel più rinomato della Città Giardino.

Siamo andati a provare quello che in molti sostengono, ovvero che qui si bevono i grandi classici come non li fa ormai più nessuno. E non solo nell'oasi del grande parco a un passo dalla piscina a raso, perché il Palace ha anche un bar interno a disposizione di chiunque, non solo degli ospiti, dove la squadra di Marco - Domenico, Francesco, Jeffrey (il più giovane) e Adriana - si dà a una delle professioni che più somiglia a una missione: accogliere le persone.

Il bar Belle Èpoque (e non si poteva che chiamare così in una cornice del genere, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 24) punta su ciò che fanno tutti senza più essere in realtà capaci di farlo: «Negroni, Martini cocktail, Americano: il podio delle richieste è questo - spiega Olivieri, da vent’anni al Palace - Gli ingredienti sono sempre gli stessi, il segreto sta in come si uniscono. Il mio preferito è il Martini cocktail, un intramontabile che pare facilissimo da fare ma che non lo è per nulla. E se non è fatto bene, non è buono…».

Dalle “basi” si parte in una scalata che raggiunge le cime della creatività e del gusto: «Il cocktail che va per la maggiore in questo momento è lo “Sbagliatissimo”, una versione dell’americano con spuma di fiori di sambuco in cima. Si chiama così perché è tutto “sbagliato”, a partire dal bicchiere, un flûte da champagne: ha dentro il ghiaccio, vermut rosso, Campari e una spuma, fatta senza uovo, né latte, né panna, quindi gluten free e vegan free. Ne abbiamo inventata anche una versione natalizia, con la spuma al… panettone: si chiama “Un americano a Natale”».

E ancora: avreste mai immaginato un cocktail al “pop corn”? Eccolo: «Questo lo abbiamo chiamato “Lo vuoi un pop corn?”, perché siamo riusciti a dargli un profumo di affumicato che riporta proprio ai pop corn: ti sembra di mangiarli, in realtà stai bevendo». «In abbinamento al menu tartufo allestito dalla cucina - continua poi il barman - è nato anche il “White Negroni al tartufo bianco”, fatto anche in questo caso utilizzando la tecnica della spuma, che galleggia sul liquido e mai si mischia, permettendo a ogni sorsata di apprezzare il doppio gusto, quello del cocktail e quello della spuma».

C’è spazio anche per gli analcolici, ovviamente. Al Palace il celebre Negroni è offerto anche “senza spirito” insieme a diverse altre proposte: «Il no alcol sarà il trend dei prossimi anni - prevede Marco - O comunque verranno richiesti cocktail con sempre meno gradazione alcolica».

Il miglior Negroni e tanta inventiva, ok. Ma non c’è aperitivo che si rispetti se non si mangia anche qualcosa. Qui il bar Belle Èpoque segue il filone dei classici e resta sull’old fashon: «La nostra formula prevede per tutti un piatto con i canapé, che possono essere di vari gusti (formaggio, salmone, pancetta, prosciutto crudo), e poi olive nere condite, salame, grana e grissini. In seconda battuta arriviamo con i “frittini”, come olive ascolane, mozzarelline, fritti di verdure e la pasta di pizza con alga nori».

Andrea Confalonieri

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