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Cultura | 05 dicembre 2024, 16:15

La “Tamar di Giuda” di Hayez in mostra al Castello di Masnago: un capolavoro da riscoprire

Il 6 dicembre alle 18, la presentazione al pubblico del dipinto iconico del 1847, con un allestimento speciale che unisce storia, arte e iconografia biblica, grazie alla collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Brera

La “Tamar di Giuda” di Hayez in mostra al Castello di Masnago: un capolavoro da riscoprire

Il capolavoro Tamar di Giuda, di Francesco Hayez, dipinto iconico della collezione d'arte moderna e contemporanea dei Musei Civici di Varese, verrà presentato al pubblico il 6 dicembre alle ore 18.00 al Castello di Masnago.

La valorizzazione del dipinto, a cura di Serena Contini, a cui si deve anche l'approfondimento storico-artistico, è stata organizzata con la collaborazione dell'Accademia di Belle Arti di Brera. Il nuovo allestimento posto nella sala affrescata della Crocifissione è a cura dell'arch. Valeria Marinoni.

La tela dipinta da Hayez nel 1847 sarà esposta con due incisioni e un disegno preparatorio conservato presso il Gabinetto Disegni e Stampe dell’Accademia di Belle Arti di Brera tratti dall'opera.

Il dipinto ad olio della Tamar fu eseguito per il facoltoso milanese Gaetano Taccioli, che aveva ereditato dal padre Luigi Villa Mirabello a Varese, ove morì il 25 dicembre 1877.

Donato ai Musei Civici nel 1971, è da considerarsi come uno dei massimi capolavori della prima maturità artistica del pittore. In questo senso la vicenda biblica sembra passare in secondo piano rispetto alle meravigliose scioltezze stilistiche e all’eleganza formale messe in scena dal pittore.

L'opera è messa in relazione con l'omonima incisione realizzata a bulino su rame, su disegno di Domenico Induno, da Caterina Piotti Pirola e pubblicata nel 1847 nell'Album che illustrava con incisioni alcune opere pittoriche presenti all’Esposizione di Belle arti di Milano di quell’anno.

Inoltre è presente un disegno preparatorio, sempre del 1847, a matita, carboncino e gessetto su carta, che proviene dal Gabinetto Disegni e Stampe dell'Accademia di Belle Arti di Brera.

Dalla Biblioteca Civica di Varese giunge invece Le mie memorie del 1890, scritte dallo stesso Hayez in cui compare una prima versione della Tamar del 1831 in un'incisione, registrata nell’indice delle tavole con la dicitura «F. Hayez. Tamar di Giuda, acquarello a sepia, (1831), di proprietà della signora Angiolina Hayez».

Questa la storia della protagonista del dipinto: nel libro della Genesi si narra che Tamar sposò i primi due figli di Giuda: Er e Onan, che, tuttavia, per motivi diversi, caddero in disgrazia agli occhi del Signore che li fece morire. Giuda decise di non darle in sposo, il terzo figlio Sala, come voleva la tradizione ebraica di allora. Tamar allora escogitò di mascherarsi da prostituta e circuire Giuda, che sedotto, le lasciò in pegno il suo bastone, un cordone e l’anello. Tamar rimase incinta di due gemelli e Giuda intimò di metterla al rogo, ma, una volta scoperto l’inganno, la lasciò vivere. Nell’opera di Hayez la sensuale Tamar è raffigurata proprio con i pegni lasciatole dal suocero Giuda.

Redazione

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