Cronaca - 02 dicembre 2024, 07:12

Giocavano online o lavoravano in Svizzera: la Guardia di Finanza di Varese smaschera 29 furbetti del reddito di cittadinanza

Continua il lavoro delle Fiamme Gialle per contrastare la percezione indebita del sostegno statale: nei guai soggetti residenti nella zona di Varese e nei comuni di Luino, Cantello, Gallarate, Busto Arsizio e Saronno. In alcuni casi erano titolari di conti di gioco online e scommesse sui quali venivano accreditate centinaia di migliaia di euro oppure avevano avviate attività lavorative nella vicina Confederazione

Continua da parte dei Finanzieri del Comando Provinciale di Varese l’attività di contrasto dell’indebita percezione del reddito di cittadinanza che ne hanno individuato diversi casi di illecita percezione da parte di soggetti residenti nella zona di Varese e nei comuni di Luino, Cantello, Gallarate, Busto Arsizio e Saronno.

In particolare, la Polizia economico-finanziaria varesina ha svolto, mettendo a sistema l’importante patrimonio informativo a disposizione, dei mirati approfondimenti investigativi, sulla scorta di determinati indici di rischio, in linea con la mission istituzionale della Guardia di Finanza ovvero vigilanza, tra gli altri, sulle uscite del bilancio dello Stato e dell’Unione Europea.

Gli accertamenti hanno dapprima consentito di denunciare all’Autorità Giudiziaria 12 soggetti, percettori della citata misura di sostegno al reddito, l’omessa e/o falsa comunicazione all’INPS circa la propria situazione patrimoniale e reddituale, tra cui anche l’avvio di attività lavorative svolte nella vicina Confederazione elvetica.

In un caso, inoltre, è stato rilevato che un imprenditore, socio unico e amministratore di una SRL operante nel settore dell’edilizia, attraverso artifizi contabili, ha omesso di dichiarare redditi pur di mantenere l’erogazione della misura.

Ai suddetti casi, si aggiungono anche quelli di alcuni soggetti titolari di conti di gioco che, attraverso la mancata indicazione nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) dei redditi derivanti dalle vincite da “giocate online”, hanno fornito informazioni non veritiere sulla propria posizione reddituale, continuando a percepire indebitamente il sussidio.

Alcuni beneficiari del reddito di cittadinanza, infatti, sono risultati titolari di conti di gioco online, utilizzati assiduamente per effettuare scommesse su eventi sportivi, oltre che per prendere parte a tornei di poker o altri giochi da tavolo. Su tali conti di gioco sono state accreditate, in alcuni casi, somme di denaro per centinaia di migliaia di euro, palesemente incompatibili con uno stato di indigenza economica.

In tal senso le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Varese, una volta individuata la platea di giocatori, operativamente denominata “giocatori incoerenti”, hanno agito in aderenza alla recente sentenza della Corte Costituzionale n. 54 del 2024 la quale stabilisce che le “vincite da gioco” costituiscono informazioni da considerare per poter accedere alla misura. La Consulta ha affermato, infatti, che il Reddito di cittadinanza è “strutturato in modo da non poter venire in aiuto alle persone che, in forza delle vincite lorde da gioco conseguite nel periodo precedente alla richiesta, superino le soglie reddituali di accesso”. Il gioco, infatti, assume il carattere di una “spesa voluttuaria” “e non si può pretendere che la solidarietà pubblica si faccia carico di una spesa di tal genere", tanto più che la Consulta con una propria nota del marzo 2024 ha precisato che “la disciplina del Rdc vieta espressamente di utilizzarne gli introiti per il gioco”.

Nel complesso, gli accertamenti effettuati hanno consentito di constatare importi indebitamente percepiti, da parte dei 29 soggetti denunciati, superiori 330.000 euro. I responsabili sono stati, inoltre, segnalati all’INPS per il recupero delle somme indebitamente richieste e ottenute.

L’attività di servizio testimonia il ruolo della Guardia di finanza a contrasto delle frodi nel settore previdenziale e assistenziale, confermando l’impegno a garantire l’effettivo sostegno alle fasce più deboli della popolazione, evitando di disperdere risorse a beneficio di soggetti che non ne hanno diritto.

L'importanza dell'operazione, anche dal punto di vista etico, è stata sottolineata dal comandante provinciale della Guardia di Finanza di Varese, il generale Crescenzo Sciaraffa: «Non chiamatela ludopatia bensì azzardopatia - ha detto il comandante - Non vi è nulla di ludico in un gioco d’azzardo. Solo in questo modo sarà possibile contrastare i venditori di illusioni».


 

Redazione