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Territorio | 30 novembre 2024, 11:43

Gli ospiti della rsa di Luino diventano "nonni" dei ragazzi disabili dell'associazione "Costa Sorriso"

Al via il progetto intergenerazionale della Fondazione Comi "L'ascolto che cura" che si focalizza sull'incontro tra anziani e giovani con disabilità per fare attività insieme all'interno della casa di riposo

Gli ospiti della rsa di Luino diventano "nonni" dei ragazzi disabili dell'associazione "Costa Sorriso"

Un interessante progetto intergenerazionale sta partendo in questi mesi presso la RSA della Fondazione Mons. Comi. “L’ascolto che cura” è il nome di questo progetto, proposto dall’Associazione Costa Sorriso, che focalizza l’attenzione sugli effetti benefici che svolge l’attività di ascolto dell’altro.

Stiamo parlando di giovani con disabilità che incontrano, all’interno della struttura, i residenti della RSA per fare attività insieme in uno scambio reciproco che produce positivi risultati riconducibili alle seguenti tre dimensioni: la riappropriazione di un ruolo, solitamente quello del nonno/a che si “prende cura” della figura più giovane; l’allargamento della cerchia delle relazioni; lo scambio intergenerazionale che offre l’opportunità di creare legami significativi e di apprendere gli uni dagli altri.

Il sentirsi “nonno o nonna” rappresenta un’importante dimensione dell’identità personale e per molti anziani questo ruolo offre un senso di appartenenza e contribuisce a mantenere viva la loro identità famigliare e sociale. I nonni e le nonne della RSA hanno quindi l’opportunità di trasmettere storie e dare consigli ai propri “nipoti” creando un legame intergenerazionale di grande valore. Questo scambio arricchisce non solo i giovani ma anche gli anziani stessi che si sentono ancora utili e apprezzati.

A tutto questo si aggiunge il concetto di “cura dell’altro”: nell’incontro tra i ragazzi ed i residenti della RSA entrambi i soggetti sono coinvolti in questo scambio di attenzione, di rispetto e di empatia verso l’altro che alimenta il reciproco bisogno di sentirsi utili.

L’opportunità di creare legami significativi con effetti positivi sulle relazioni sociali è un altro punto di forza di questo progetto: i giovani possono portare energia, simpatia e freschezza mentre gli anziani possono offrire stabilità e confronto. Queste relazioni donano un supporto emotivo reciproco riducendo i sentimenti di isolamento e aumentando il benessere psicofisico e la qualità di vita.

Dopo un incontro tra il presidente della Fondazione Mons. Comi, Gianfranco Malagola, il direttore generale, Fausto Turci, e la presidente dell’Associazione Costa Sorriso, Cristina Dedè, il progetto “L’ascolto che cura” sta entrando nella fase operativa: ci sarà un incontro preliminare tra i ragazzi di Costa Sorriso, l’educatrice Monica Rossi e la psicologa della Fondazione, Eleonora Colaleo, per definire le attività da svolgere in base alle loro attitudini e potenzialità. È previsto un periodo di inserimento nella RSA a cui seguirà l’avvio del progetto per la durata di un anno sotto la guida delle educatrici. Al termine vi sarà una valutazione finale dell’attività svolta con il rilascio di un attestato delle competenze acquisite.

Questo progetto rientra nella volontà della Fondazione Mons. Comi di aprirsi alle esigenze del territorio portando avanti positive ed interessanti collaborazioni con le realtà Locali e rientra negli scopi statutari dell’Associazione Costa Sorriso rivolti al favorire l’inclusione sociale di giovani con disabilità.

C.S.

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