Basket - 26 novembre 2024, 15:53

Tyus e Sykes, i cerotti della Openjobmetis: «Società che ha tradizione. Trovare chimica e lavorare per essere meglio di quanto siamo adesso»

Presentati i due nuovi acquisti della Pallacanestro Varese, arrivati dal mercato e pronti per scendere in campo domenica. Tyus: «Porto esperienza, attitudine vincente e professionalità. Un sistema di gioco così? Mai sperimentato». Per Sykes pronta la canotta numero 11: «Mi piace l’Italia. Conosco Luis, il fatto di giocare per un proprietario di questo livello mi ha fatto propendere per accettare. Dobbiamo trovare chimica, vediamo poi quali obiettivi possiamo raggiungere»

Da sinistra: Alex Tyus e Keifer Sykes, nuovi acquisti della Openjobmetis Varese

Il mercato di riparazione ha portato in casa Pallacanestro Varese i nomi di Alex Tyus e Keifer Sykes, presentati ufficialmente alla stampa nella giornata di oggi alla Itelyum Arena.

Sono loro i cerotti che la Openjobmetis ha scelto per provare a curarsi le ferite rimediate in questa prima parte di campionato. Per sopperire alla mancanza di chili e a rimbalzo l’uno; per dare una mano in regia, complice la partenza di Mannion l’altro, i biancorossi provano a ripartire da loro, con una versione 2.0 che esordirà domenica a Masnago, contro la Reyer Venezia, nel tradizionale derby delle agenzie del lavoro.

Tyus: «Conosco la tradizione di questa società. Una sfida diversa che mi stimola molto»

«Ho deciso di venire a Varese perché conosco la tradizione di questa società - esordisce il lungo americano - Qualche anno fa, avendo già giocato in Italia, ricordo una grande atmosfera e un grande pubblico qui. Ho parlato con il coach e conosco Scola, anche, per averci giocato contro. Ho deciso di fare questa esperienza, cerco di portare esperienza per contribuire a fare risultati».

Sistema di gioco che sarà una novità per lui, nonostante la lunga carriera alle spalle: «Un sistema di gioco così non l’ho mai sperimentato: questo ritmo molto alto e questa predilezione per prendersi molti tiri… Quello che posso dare è aumentare il numero di possessi per la squadra andando a rimbalzo e, da un punto di vista difensivo, migliorare l’organizzazione e dare più energia».

Sull’obiettivo salvezza: «È un tipo di situazione diversa a livello di risultati, probabilmente nella mia carriera è non mai successo che non abbiamo mai raggiunto i playoff, senza contrare le coppe europee. È una sfida diversa che mi stimola molto, quello che voglio è portare attitudine vincente e professionalità. Dobbiamo farlo lavorando giorno dopo giorno, in spogliatoio prima e in campo poi».

Sykes: «Giocare per un proprietario come Scola mi ha fatto propendere per accettare»

«Mi piace l’Italia - le prime parole del nuovo playmaker - In questi dieci anni è stato il posto in cui mi sono trovato meglio, perciò sono contento di aver avuto un'altra offerta da qui. Conosco Luis, abbiamo giocato insieme a Milano, e conosco l’importanza della squadra nel panorama. Ho avuto piacere nell’accettare l’offerta, abbiamo del lavoro da fare e dobbiamo migliorare il nostro gioco».

Ultime due anni spesi in G-League per lui, più per esigenze personali che professionali: «Non è stata una scelta. Più che altro ho sentito la necessita di stare vicino alla famiglia e di stare a casa, negli Stati Uniti, e giocare a pallacanestro in una situazione comoda dopo periodo del Covid. Ero reduce da sei stagioni all’estero».

Sull’aver accettato l’offerta di Varese e sul suo rapporto con Scola: «È stata più una situazione in cui ti devi trovare a scegliere tra le offerte che hai, più che conoscere le persone che ci sono. Ci siamo sentiti con Luis qualche volta, lo conosco anche fuori dal campo e abbiamo parlato delle sue idee di pallacanestro: il fatto di dover giocare per un proprietario di questo livello mi ha fatto propendere per accettare».

Sugli obiettivi della stagione: «Adesso è ancora un po’ presto per poter dire quali saranno gli obiettivi concreti, al di là della salvezza. Dobbiamo trovare chimica e lavorare per essere meglio di quanto siamo adesso sui due lati del campo, e vediamo poi quali obiettivi possiamo raggiungere».

Lorenzo D'Angelo


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