«Il messaggio che vorrei dare con queste opere non è di soffermarsi sulla violenza: quella l’ho già elaborata, e lo capite da questi colori. Sono i colori della rinascita, un pensiero di speranza e di positività, perché solo dalle ceneri si può ritornare a vivere. E la forza dell’amore vince su tutto».
In piedi davanti alle sue opere, elegante, sorridente di un sorriso che arriva da una forza con radici nuove, attorniata da coloro che hanno compiuto gli stessi suoi passi lungo il medesimo percorso e da quanti sono convenuti per renderle omaggio, Manuela Carnini, “Fridami”, dona a piene mani una luce di speranza. Un faro guida per donne che - come lei - hanno conosciuto il dramma della violenza.
Lo fa con le parole, pronunciate con quella consapevolezza che si acquisisce solo al termine di un lungo viaggio, ma soprattutto con la potenza creativa della sua arte, con quelle 40 opere che costituiscono la mostra “Il meglio deve ancora venire”, inaugurata oggi 25 novembre - Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne - presso la Camera di Commercio di Varese.
Vicino a lei il collega artista Oliviero Passera e l’equipe di Amico Fragile OdV-ETS, l’associazione di volontariato varesina che si dedica instancabilmente all’assistenza socio-sanitaria e alla tutela dei diritti delle persone vittime di abusi.
«Questa mostra rappresenta un percorso di rinascita e resilienza, dando voce a chi ha sofferto ma ha trovato la forza di rialzarsi», dichiara Liliana Colombo, presidente dell’associazione. «Siamo qui per ricordare che nessuno deve affrontare questo cammino da solo: insieme, possiamo fare la differenza».
Nel primo giorno di esposizione già 150 studenti della città hanno potuto ammirare i quadri di "Fridami", entrando dentro una parabola che in primo luogo ha toccato l'abisso: «Il 25 novembre 2018 io non sapevo che fosse la Giornata contro la violenza sulle donne - racconta - ma proprio quel giorno, nella mia vita, la violenza è entrata prepotentemente. Io sono una vittima di violenza. Ho denunciato, ma ho continuato a chiedermi perché, perché a me: ero una donna affermata dal punto di vista professionale, ero laureata a Varese in medicina, ero medico chirurgo e specialista in medicina vascolare, ex olimpionica di nuoto sincronizzato, avevo alla spalle una famiglia meravigliosa che mi ha dato dei valori… Eppure nulla ha impedito che mi trovassi in una situazione che non conoscevo, a cui non ero pronta, per la quale non avevo armi».
Le ha trovate, Manuela: «Bisogna avere tanto coraggio e soprattutto superare la vergogna, perché molte volte le donne vittime di violenza hanno paura di non essere credute o protette e sanno che vanno incontro a un percorso estremamente doloroso e lungo. Bisogna affidarsi a centri come Amico Fragile, a persone competenti, perché non tutti gli psicologi possono trattare una vittima di violenza». Lei ha fatto addirittura un passo in più: dallo sprofondo è risalita diventando testimone di questa risalita, si è trasformata in Fridami, portavoce - attraverso un’espressività di colori - della vita possibile, quella di dopo. Una vita che non può dimenticare («la rosa è strappata, non si toglie “l’uccisione” della donna»), e così non lo fanno alcune raffigurazioni crude che appartengono alla sua collezione, ma che comunque può riaccogliere a braccia aperte la felicità, qualunque cosa essa significhi.
Il meglio deve ancora venire.
Orari di apertura: la mostra sarà visitabile fino all'8 dicembre dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00, mentre il sabato e la domenica dalle ore 10.00 alle 18.00 con orario continuato. Ingresso libero e gratuito.