Quattro amici, due artigiani e due dipendenti: un giorno si trovano al bar e il pensiero corre a un altro spazio nella loro Solbiate Olona. Al Circolo Vittorio Veneto, a cui sono legati fior di ricordi. Risultato, lo prendono in mano e ne tracciano una nuova vita, che unisce diverse generazioni. Proprio com'era stato un tempo, quando ci andavano i nonni a giocare a carte bevendo un bicchiere, ma si presentavano anche i nipoti.
La scommessa si è rivelata vincente e Tony Lanzilotti si dice soddisfatto, come Alberto Pontieri, Massimo Miano e Gianluca Renda: oggi anche soci, pochi mesi fa semplicemente amici, a cavallo tra i 40 e i 50 anni. Ci apre le porte del locale di via Matteotti e lo sguardo si divide tra il bancone con diversi avventori di ogni età e un tavolo dove un gruppo di pensionati stanno condividendo ore spensierate, per poi allontanarsi, chi a piedi chi in bicicletta. Delle tinteggiature si sono occupati proprio Tony e un altro socio, perché sono imbianchini.
«La scintilla è stata l'idea di fare qualcosa per i giovani - spiega - Abbiamo pensato di fare questo e tornare al circolo di una volta». Tutto ciò con un mix tra ciò che faceva presa sugli anziani, ma anche sui ragazzi, tanti di Solbiate, alcuni di Fagnano e del circondario. Tra le regole, una fondamentale: «Non abbiamo voluto le slot machine. Erano un guadagno, ma abbiamo detto no. Abbiamo tenuto solo calcetto, freccette, biliardo». E non ci si ferma, avanti con «la trattoria a mezzogiorno, perché ce la chiedono in tanti. Poi partite da seguire e serate a tema, come il tributo a Vasco Rossi. Siamo aperti alle associazioni, ad esempio è venuto qui lo Juventus club. Abbiamo anche una sala ricevimenti per feste, compleanni, cerimonie».
La consumazione al circolo non è obbligatoria, ci si può sedere qui e unire agli amici. Come i giovani possono organizzare tornei, dal calcetto alla briscola. Un'atmosfera del passato riconquistata in modo nuovo, come già sta accadendo nel territorio con i circoli, formula del passato che oggi esercita ancora un suo fascino.
«Abbiamo cercato di far tornare le cose che c'erano prima - dice ancora Lanzilotti - Tavolini con anziani, ragazzini, famiglie. Chiudiamo a mezzanotte, il sabato alla una. I genitori sono contenti, perché sanno che i loro figli sono qui e non in giro».
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