Busto Arsizio - 19 novembre 2024, 17:06

Incidenti a ripetizione: e se tra le vie Gavinana e Culin l’antidoto fosse l'allargamento dei marciapiedi?

Suggerisce il ricorso a un intervento di sperimentata applicazione Marco Fardelli, socio Fiab ed Epcm – Esperto promotore della mobilità ciclistica: «Se si ampliano i marciapiedi, si riduce lo spazio per il passaggio delle auto. E i guidatori istintivamente rallentano». Con ciò che ne consegue quanto a rispetto della segnaletica e delle precedenze. Il ruolo di arredi che limitino la sosta selvaggia

Un allargamento dei marciapiedi, e il corrispondente restringimento del passaggio per le auto, potrebbe forse diminuire il numero di incidenti tra le vie Gavinana e Culin. E in altri incroci simili

Marco Fardelli, socio Fiab – Federazione italiana ambiente e bicicletta, oltre che Epmc - Esperto promotore della mobilità ciclistica, conosce bene, per assidua frequentazione della zona, l’incrocio dei tanti schianti, quello tra le vie Gavinana e Culin.  Dopo l’incidente di ieri (vedi QUI), ultimo di una lunga serie, suggerisce una soluzione: l’allargamento dei marciapiedi in corrispondenza degli angoli e dei tratti di strada (si parla di pochi metri) che li precedono

Quasi un’eresia, se la filosofia deve continuare a essere quella di rendere il passaggio delle auto il più possibile fluido (che però significa anche potenzialmente veloce, con le conseguenze del caso su rispetto della segnaletica e delle precedenze). Un interessante spunto di riflessione, al contrario, se si osserva una situazione evidentemente problematica ampliando sguardo e prospettive. 

«La mia non è una proposta inedita – fa presente Fardelli – si chiama “curb extention” e consiste, semplicemente, nell’ampliare i marciapiedi riducendo lo spazio di passaggio per le auto. La minore larghezza porta automaticamente i veicoli a rallentare». Non solo: «Se l’allargamento dei marciapiedi è fatto in modo tale da scoraggiare il parcheggio, magari in divieto, vicino all’incrocio, o addirittura impedendolo posizionando arredi come fioriere o rastrelliere per le bici, migliora la visibilità nei pressi degli stop. Ovviamente si tratta di valutare la fattibilità della misura e di realizzare un progetto come si deve, fra l’altro tenendo conto del doppio senso di marcia in via Culin. Ma la soluzione sembra compatibile con il tipo di traffico, mezzi privati in zona residenziale, che caratterizza l’incrocio». 

Le tante abitazioni, del resto, sono un elemento che, per Fardelli, va tenuto in considerazione: «L’ultimo episodio è emblematico di una situazione ricorrente, non solo in quel punto. Una delle auto incidentate è finita sulle strisce pedonali e sul marciapiedi. Lì poteva esserci un pedone. Un adulto, un bambino, una mamma con carrozzina. Quando si pensa che un certo intervento per migliorare la sicurezza è costoso, bisogna anche pensare al pedone che avrebbe potuto essere nel momento sbagliato nel posto sbagliato. Ammesso che si possano definire sbagliate, per esempio, le zebre». 

Sui costi economici e sociali: «L'incidente di ieri ha comportato l’intervento di una ambulanza, con a bordo i soccorritori, e di due pattuglie della Polizia Locale. La strada è rimasta chiusa per un pezzo. In casi più gravi bisogna mettere in conto permanenze al Pronto Soccorso, ricoveri ospedalieri, giornate di lavoro perse. Se va ancora peggio, ci si misura con invalidità, morti, processi, giudici, avvocati. Secondo l’Istat i costi sociali dei 165.000 incidenti rilevati nel 2023 sono stati circa 18 miliardi di euro, l'1% del Pil. Chiediamoci che cosa è davvero costoso, per la collettività».

Stefano Tosi