Dopo aver appreso delle scritte ingiuriose apparse sui muri di palazzo Gilardoni, vogliamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza al Sig. Sindaco Antonelli e alle forze dell'ordine per il vile attacco subito. Un modo di esprimere il dissenso deplorevole e da cui è doveroso, soprattutto da chi fa politica, prendere le distanze non solo perché ha deturpato un bene pubblico di valore storico per la Città, da anni sede e simbolo del governo della nostra Città di Busto Arsizio, ma anche perché reca danno (economico e d’immagine) a tutta la città; e anche a questi ignoranti, nel senso che (forse) lo ignorano, che hanno danneggiato il palazzo … sempre che siano nostri concittadini.
Riteniamo inoltre che sia un gesto di gravissima violenza non solo per le parole volgari utilizzate ma per l’offesa diretta al sig. Sindaco volutamente scritta in rosso per sottolineare la rabbia e la violenza degli autori del gesto e che potrebbe incitare alla violenza. Sono consapevoli che non è “solo” una scritta su un muro? Sono consapevoli dei reati che si porta dietro? Erano consapevoli?
Questo gesto fa seguito ad altri episodi recenti avvenuti nella nostra città e che si stanno moltiplicando in tutto il nostro bel paese. Sembra ormai venuto meno, da parte di sedicenti attivisti politici, il rispetto verso le persone, le istituzioni e la cosa pubblica; un attivismo che porta inevitabilmente a un aumento dello scontro violento. Noi politici, dobbiamo prendere atto che ormai anche la nostra città deve fare i conti con questa minoranza di attivisti ma anche con soggetti violenti e maleducati: è nostro dovere quindi garantire la sicurezza e restituire la città alla maggioranza dei cittadini onesti, lavoratori, rispettosi del bene pubblico, alle famiglie, ai bambini ed ai ragazzi.
Da parte nostra continueremo a mettere al centro del nostro agire politico una dialettica di confronto politico, democratico e costruttivo, sempre nel rispetto della persona e nella salvaguardia e valorizzazione del bene comune con l’unico obiettivo di rendere più bella e vivibile la nostra Città. Sta diventando una "moda" esprimere il proprio "disagio" usando i beni pubblici come fossero la tastiera del proprio smartphone per arrivare a tutti. Occorre ritornare al confronto verbale con il coraggio di guardarsi in faccia con il proprio interlocutore. Solo il confronto, anche duro, è la strada giusta.
Emanuele Fiore, Giuseppe Ferrario, Daniele Fiore, Giovanna Moschitta