«Altra sonora sconfitta per il governo. La Corte Costituzionale riconosce molte delle questioni che come Partito Democratico abbiamo sollevato e sono state oggetto di aspro confronto parlamentare con la maggioranza. Non si possono trasferire intere materie o ambiti di materie. Ma solo specifiche funzioni legislative e amministrative giustificandole in relazione alla singola regione e in base al principio di sussidiarietà».
Così il senatore Alessandro Alfieri, responsabile Riforme del Partito Democratico. «Così come si riconosce la limitazione del ruolo del Parlamento nella definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e l'illegittimità del ricorso al Dpcm per individuarli, come abbiamo più volte denunciato. Prevede, come richiesto a gran voce dalle opposizioni, la possibilità per le Camere di emendare le intese ridando centralità al Parlamento e fa saltare la furbizia del governo di dividere tra materie Lep e non Lep. E soprattutto mette in evidenza che non si fanno le nozze con i fichi secchi. La clausola di invarianza finanziaria è una solenne presa in giro. Anche qui la Corte afferma una delle critiche principali che abbiamo sollevato nel dibattito parlamentare: l'individuazione, tramite compartecipazioni al gettito di tributi per finanziare le funzioni “dovrà avvenire non sulla base della spesa storica, bensì prendendo a riferimento costi e fabbisogni standard... liberando risorse da mantenere in capo allo Stato per la copertura delle spese che restano comunque a carico dello stesso”. Che dire? Colpita e affondata».