Si è spenta Carla Lucia Farioli, sinaghina doc, da tempo residente in zona Madonna Regina. Classe 1929, proprio oggi, 12 novembre, avrebbe compiuto 95 anni. Si apprestava a farle gli auguri sua nipote, Sara Vega, fondatrice di Casaringhio, associazione impegnata nell’aiuto ad animali e persone in difficoltà. È proprio la nipote a ricordare Carla, comunicando la notizia a soci e simpatizzanti: «La conoscevano in tanti perché lei non ha mai mancato uno dei nostri eventi. C’è sempre stata. E non solo per fare presenza. Quando incontrava qualcuno che l’associazione cercava di aiutare, persone senza un tetto sopra la testa o che faticano a mettere insieme il pranzo con la cena, lei non si tirava mai indietro. Ascoltava, parlava. Chi fa fatica ha bisogno anche di questo».
Fatica: una parola che ha accompagnato l'esistenza di Carla. Coinvolta nell’economia di guerra, le capitò di rischiare grosso: «Era uscita durante il coprifuoco, la presero, le puntarono addosso un fucile. Sospettavano che stesse dalla parte dei partigiani. Se la cavò con poco per pura fortuna, un incontro casuale, una di quelle piccolezze che possono fare la differenza tra vivere e morire». Molto dopo i fatti, le esperienze vissute durante il conflitto portarono Carla nelle scuole: «Tanto per cambiare non si è tirata indietro, è andata nelle classi delle elementari e delle medie a raccontare che cosa sia davvero la guerra, quanto grande sia stato il dolore di quegli anni, la povertà. E di nuovo la fatica, lei che, per i suoi fratelli, è stata anche un po’ mamma oltre che sorella».
Dopo la tempesta, il lavoro, lei operaia nel settore tessile, il marito Virginio, al quale la univa un rapporto profondo, alla cancelleria del Tribunale. Tre figli, quattro nipoti, la tendenza ad aiutare anche da anziana. «Mancherà a noi familiari – dice, commossa, Sara Vega – ma anche ai tanti che l’hanno conosciuta in Casaringhio. E che la chiamavano “sciura Carla”. O, anche loro, “nonna Carla”».