La Varese Nascosta - 09 novembre 2024, 06:00

LA VARESE NASCOSTA. Quell'11 novembre di quattro secoli fa e le scarpette bianche del Sacro Monte

La storia del frate Gian Battista Aguggiari e della nascita del percorso delle cappelle è accompagnata da aneddoti affascinanti che testimoniano la generosità dei varesini

Torna l'appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti, alle leggende e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l'associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda. 

L'antico racconto delle scarpette bianche al Sacro Monte di Varese

Era l'11 novembre dell'anno 1604, una mattina fredda. Era il momento in cui si ricordava San Martino. Questa data segnava da sempre un importante passaggio, la fine della stagione chiara e l'inizio del grande freddo, del buio invernale.

La tradizione riporta che tutto qui ha una fine e un nuovo inizio. Le leggende hanno popolato la vita di questo santo colorando di poesia gli antichi usi, anche precristiani, dei contadini. Un momento di nuovi inizi...

Vi era un frate di origine dalle terre di Monza, Gian Battista Aguggiari, che ogni giorno dal convento dei francescani di Casbeno si spostava per andare a Santa Maria del Monte. Predicava quel giorno a Malnate e qui illustrò il progetto (sorto per idea di una suora, la quale aveva proposto un'area di riposo a metà salita, prima di giungere al monastero) di un sacro andare con XV cappelle che raccontassero i misteri del rosario, legati al culto mariano. Presi dall'entusiasmo nobili famiglie e il popolo tutto aderirono all'opera tanto che gli abitanti di Varese consegnarono al Cardinale Federigo Borromeo, nipote di Carlo, ben 1000 scudi al suo arrivo in Santa Maria del Monte durante una visita pastorale.

Ognuno dava ciò che poteva: pellicce e abiti, sete e monete.. dal più povero al più ricco ciò che di più caro aveva... Tra lo stupore dei presenti un bimbo piccolo, che aveva poco in uso la parola, regalò una pelliccetta gridando "An mi per fa i tapel", ("Anch'io per fare le cappelle") e una giovane contadina dedita all'arte del ballo regalò le sue scarpette bianche da danza, l'ultimo suo bene, dedicato alla sua profonda passione.

Fonti: "Il Sacro Monte di Varese" apparso "Corriere d'Informazione" del 14 luglio 1953. www.Sacro monte di Varese. it. Cenni storici riguardanti gli antichi usi raccolti durante visite e ricerche personali, racconto rielaborato da Cesarina Briante.

da La Varese Nascosta