Non è una ricetta per pigri. I bruscitti hanno bisogno di tempo, voglia e ricerca della qualità: bisogna tagliarli a mano al coltello, “coriandolo” dopo “coriandolo”, e poi lasciarli lì in pentola per tre-quattro ore, senza farsi prendere dalla fretta. Il risultato finale è decisamente differente e, insieme all'erba buona, è ciò che permette di avere una marcia in più a uno dei pochi piatti veramente bustocchi. Vade retro voi che vi accontentate di comprare una scatola di macinato al supermercato, non sapete cosa vi state perdendo.
La sacralità come la "Prima"
Proprio partendo da questo presupposto (ma non solo), ben cinquecentocinquanta bustocchi (ma non solo) non hanno voluto perdersi “Ul dì di Bruscitti», l'iniziativa firmata dal Magistero dei Bruscitti da Büsti Grandi e giunta alla sua tredicesima edizione (LEGGI QUI). L'appuntamento sta, anno dopo anno, assumendo la sacralità che, con le dovute proporzioni, per Milano ha la “prima” della Scala. Anche in questo novembre 2024, la città si è data appuntamento a MalpensaFiere per una grande kermesse culinaria che ha il sapore più bello della sagra di paese ma con il vestito buono, quello del dì di festa.
Abbracci e baci: ancor prima dell'arrivo delle polpette avvolte nella verza (insomma, una casseoula messa giù ordinata e, indubbiamente, molto gradevole), c'è tutto il tempo per convenevoli con chi, come a Natale quando arriva la prozia, non vedi da dodici mesi “cronometrati”. Seppur siamo bustocchi, ci vogliamo bene. Lo si vede girando per i cinquantacinque tavoli: sorrisi, allegria, confidenze, un po' di magia.
Commenti e ricordi
Dal pentolone poi, mescolati dal sindaco Emanuele Antonelli e dal presidente della Regione Attilio Fontana, spuntano i protagonisti della serata, i bruscitti, preparati seguendo ricetta da otto cuochi e serviti, come un orologio svizzero, da ventiquattro camerieri del Crespi Catering, insieme alla sua fedele compagna, la polenta. Connubio riuscito anche in questo caso, anche se poi ognuno ha la propria versione: «Ottimi, anche se non avete mai assaggiato quelli di mia madre», «L'anno scorso erano più buoni» o «Io pochi che sono a dieta». Ma poi, puntualmente, i piatti si svuotano, scarpetta compresa.
«E' una festa di tutta la città di Busto – afferma il maestro del Magistero Edoardo Toia – che si ritrova ogni anno, gioiosa e felice, per assaggiare le specialità della tradizione bustocca. Sono piatti emozionali, fanno ricordare dei momenti conviviali passati in famiglia, e anche per questo sono apprezzati».
È anche questa la Busto operosa, capace di tramandare una delle poche tradizioni gastronomiche locali, quella che più sentiamo nostra e proviamo anche, grazie al Magistero, a portare al di fuori dei nostri confini. I bruscitti sono orgoglio “nazionale” e, in una sera come questa, anche il mezzo per trasformare una cena in un'occasione per unire tutta la città.
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