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Territorio | 07 novembre 2024, 07:15

Anche lassù buon compleanno Rombo di Tuono. Gli auguri delle cinque nipoti: «Ci manca la tua luce negli occhi»

Oggi Gigi Riva avrebbe compiuto 80 anni e il messaggio più bello arriva da Virginia, Ilaria, Sofia, Gaia e Cecilia: «Ti vogliamo bene nonno, i tuoi sguardi, i tuoi sorrisi e la tua complicità: speriamo che lassù tu sia tornato a giocare a calcio»

Le foto pubblicate sono state gentilmente concesse dalla famiglia Riva a VareseNoi

Le foto pubblicate sono state gentilmente concesse dalla famiglia Riva a VareseNoi

Oggi Gigi Riva avrebbe compiuto 80 anni e oggi noi ricordiamo questo grande uomo che non potrà mai essere dimenticato perché nella sua esistenza è sempre rimasto uguale a se stesso. 

Noi tutti quaggiù lo sentiamo ancora molto vicino perché è diventato il nostro eroe, con il suo stile, la coerenza ed il suo esempio di rettitudine morale: così è diventato la nostra leggenda. Gli uomini come Rombo di Tuono non scompaiono dai cuori e vivranno in eterno come solo gli eroi. Oggi noi tutti immaginiamo Gigi seduto in un pezzetto di cielo azzurro (il colore che portava nel cuore) ad ascoltare i nostri auguri.

Tra questi ci sono quelli speciali usciti dal cuore delle sue amate nipoti, figlie dei suoi adorati figli Nicola e Mauro. Cinque campionesse di stile, umanità e intelligenza, proprio come il nonno.

Per ragioni anagrafiche partiamo da Virginia 22 anni, la primogenita di Nicola, che frequenta il terzo anno di università in Scienze della Comunicazione ed è un’aspirante giornalista:

«Ciao nonno, io e te abbiamo sempre avuto un legame speciale, un filo invisibile che ci ha sempre uniti. Quando ero piccola venivi ogni sera a casa, ho ancora in mente il momento in cui varcavi la soglia con in mano tantissime buste con dentro i giocattoli per la tua “totolina”. Per me ogni giorno era Natale. Quando entravi e non mi trovavi subito, ricordo la tua voce gridare: “E Totolina dov’è?”. Un amore così puro come il nostro non finirà mai. Mi hai sempre spronata a partire, a viaggiare, a esplorare, nonostante tu fossi il primo ad essere preoccupato per me, ma questo non ti ha mai fermato dall'incitarmi a fare le mie esperienze; mi dicevi poche cose, ma giuste, non mi hai mai fatto grandi discorsi, ma sei sempre riuscito a dirmi la cosa giusta nel momento giusto. Sì, è vero, capitava che fossi un po’ giù, ma ogni volta che vedevi le tue nipotine sul tuo volto appariva un sorriso enorme, una luce negli occhi che mi faceva e ci faceva stare bene. So quanto ci volessi bene, e noi ne volevamo e ne vogliamo a te. Hai lasciato un vuoto che non si colmerà mai. Ti voglio bene nonno. Tua, Totolina».

Ecco gli auguri di Ilaria, 18 anni, che frequenta il primo anno di università, facoltà di Ingegneria Biomedica:

«E’ strano scrivere qualcosa che probabilmente non gli arriverà mai. Il giorno in cui è andato via, è stato come vedere il mio mondo crollare. Non è mai stato il tipo di nonno che mostrasse affetto fisicamente, ma ha sempre trovato il modo per farci sentire quanto ci amasse. Ricordo le serate in cui veniva a trovarci. Si inventava infiniti giochi per farci divertire. Anche se crescendo tante cose sono cambiate, il nostro appuntamento del sabato è sempre rimasto. Ricordo che un giorno mi disse che aspettava quell’incontro per tutta la settimana, perché nei giorni restanti la sua casa gli sembrava vuota. E’ ancora surreale pensare che non ci sia più. Mio nonno è stato una delle persone che più ho ammirato, osservavo affascinata la sua umiltà e la sua schiettezza; diceva sempre la sua, senza mai avere timore delle reazioni delle altre persone, e raggiungeva tutto ciò che desiderava. Spero di riuscire a diventare anche solo la metà della persona che era lui. Ci manchi tanto nonno, ovunque tu sia».

Gli auguri e il ricordo di Sofia, 17 anni, la terzogenita di Nicola che frequenta il quarto anno di Liceo Classico:

«Inizio con il dire che i ricordi migliori con mio nonno li ho avuti da piccolina. Ci veniva sempre a trovare con qualche gioco per farci felici, ma con il passare degli anni eravamo noi quelle che andavano a trovare lui. Da quando ho memoria, ogni volta che qualcuno veniva a sapere che fossi la nipote di Gigi Riva, mi “invidiava” e mi ripeteva quanto fossi fortunata, ma io non capivo il motivo. Sono cresciuta e proprio coloro che me lo dicevano, sono stati invidiati da me, in quanto la maggior parte hanno visto in prima persona mio nonno che faceva quello che amava fare e lo sport per il quale è diventato ciò che è. Hanno visto la sua umiltà e le sue qualità, non da giocatore di calcio, ma da uomo. Avrei voluto nascere prima per vedere con i miei occhi quello che mi raccontava sempre la gente e tutto ciò che ha fatto. È sempre stato un bravo nonno ed è stato presente per tutta la famiglia quando ne avevamo bisogno. Non ha mai fatto mancare il suo supporto con le sue belle parole di incoraggiamento. Sono andata a Leggiuno per scoprire meglio il luogo da cui proveniva. Ho conosciuto zia Lucia, zia Fausta, i miei zii e le mie cugine che come lui sono sempre stati accoglienti e gentili con me. Quando è venuto a mancare ero incredula, mi sembrava una cosa che non potesse mai accadere. Non ho mai pensato realmente al dolore che avrei potuto provare, è stata una cosa inaspettata per tutti e non è stato facile affrontare la realtà. Ho provato tante emozioni insieme ed è stato il momento più doloroso e triste della mia vita. Vorrei tanto poterlo rivedere un'ultima volta, salutarlo e ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto. Ciao nonno, mi manchi. Spero che tu stia bene e che abbia rivisto tua mamma, tuo papà e le tue due sorelline, Candida e Fausta. Spero anche che tu, lassù, sia tornato a giocare a calcio perché è quello che hai sempre amato fare. Da quaggiù noi continueremo ad amarti e ricordarti sempre».

Con l’aiuto di papà Mauro tocca alle due nipotine più piccole, Gaia di 11 anni e Cecilia di 9 anni, fare gli auguri e ricordare il nonno.

«Come per noi, anche loro hanno preso una “bella mazzata” e non c’è giorno che passa che entrambe non facciano riaffiorare un ricordo raccontato dal nonno legato alla sua infanzia, una frase detta, un suo pensiero. Si era creata una particolare empatia fatta di sguardi, di sorrisi, con una complicità particolare spesso senza tante parole. Si informava sempre di cosa facevano a scuola, dei loro programmi scolastici e delle loro attività sportive. Gaia raccontava delle sue partite di pallavolo, mentre Cecilia delle sue gare di atletica leggera e degli allenamenti di tennis. Il nonno ascoltava i loro racconti, e specialmente a Cecilia dava qualche consiglio sul tennis, che insieme al golf era lo sport che papà ha praticato per diversi anni per tenersi in forma».

Auguri Gigi dai tuoi leggiunesi che idealmente si uniscono in un grande abbraccio al meraviglioso popolo sardo. Grazie a te Sardegna e Lago Maggiore sono uniti, anche nel tuo ricordo indelebile.     

Claudio Ferretti


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